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Lunedì, 29 Aprile 2024
La terapia rivoluzionaria

La terapia genica restituisce l’udito a un bambino nato sordo

"Non c’è un suono che non mi piace". Queste le parole di Aissam Dam, nato con una forma di sordità congenita estremamente rara

Aissam Dam, 11 anni, originario del Marocco, è nato sordo a causa di un'anomalia genetica molto rara. Si esprimeva con un linguaggio dei segni da lui inventato fino a quando non è stato sottoposto a un trattamento sperimentale di terapia genetica che gli ha restituito l'udito. Per terapia genica si intende una tecnica che modifica i geni del paziente (sostituendo quelli patogeni con copie sane o inattivando quelli malfunzionanti) per trattare o curare malattie. Il trattamento, testato per la prima volta sul ragazzo, è stato effettuato presso l'Ospedale pediatrico di Filadelfia (CHOP), e rappresenta una speranza per tutti quei pazienti affetti da perdita dell'udito a causa di mutazioni genetiche.

"La terapia genica per la perdita dell'udito - ha affermato A. Germiller, direttore della ricerca clinica nella divisione di Otorinolaringoiatria presso il CHOP - è qualcosa a cui noi medici e scienziati della perdita dell'udito lavoriamo da oltre 20 anni, ed è finalmente arrivata". "Mentre la terapia genica che abbiamo eseguito sul nostro paziente mirava a correggere un'anomalia in un gene molto raro - ha sottolineato Germiller -, questo tipo di studi potrebbe tracciare la strada allo sviluppo di nuove terapie per trattare alcuni degli oltre 150 altri geni che causano la perdita dell'udito infantile".

La malattia di Aissam

Sebbene la perdita dell'udito possa essere causata da una serie di fattori, come malattie, lesioni, invecchiamento, esposizione a rumori forti o malformazioni dell'orecchio interno, può anche essere causata da una serie di mutazioni genetiche, come nel caso di Aissam. Ad oggi, più di 150 geni diversi sono stati implicati nella perdita dell’udito e circa 1 neonato su 500 è affetto da qualche forma di perdita dell’udito genetica.

Aissam soffre di una forma estremamente rara di sordità che colpisce circa 200.000 persone in tutto il mondo. E’ causata da un gene difettoso che impedisce la produzione di otoferlina (OTOF), una proteina necessaria affinché le "cellule ciliate" dell'orecchio interno possano convertire le vibrazioni sonore in segnali chimici che vengono inviati al cervello.

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La terapia genica per la perdita dell'udito

Sebbene Aissam sia nato con una profonda perdita dell'udito in entrambe le orecchie, per motivi di sicurezza i ricercatori hanno trattato per ora solo un orecchio. Il 4 ottobre 2023, il ragazzino è stato così sottoposto a un intervento chirurgico che prevede il sollevamento parziale del timpano, effettuato attraverso un endoscopio, per aprire una piccola finestra di accesso alla coclea (struttura dell'orecchio interno che traduce l'informazione acustica in impulsi nervosi, in modo da renderla comprensibile al cervello umano). Dopodiché, nel fluido interno della coclea è stata iniettata una piccola dose di terapia genica (AK-OTOF) contenenti copie sane dei geni OTOF,  racchiusi in un vettore virale (una forma modificata di un virus non patogeno, che consente loro di essere trasportate nelle cellule della coclea).

Il trattamento ha ripristinato l’udito

La terapia genica è stata progettata per ripristinare l'udito rilasciando copie dei normali geni OTOF nell'orecchio interno. Con questie copie funzionanti, le cellule sensoriali sarebbero in grado, secondo i ricercatori, di funzionare in modo da poter rispondere al suono e attivare il nervo uditivo per inviare impulsi al cervello. E così è stato nel caso di Aissam: le cellule ciliate hanno iniziato a produrre la proteina mancante e a funzionare correttamente. Quattro mesi dopo l’intervento, l’udito nell’orecchio trattato è migliorato tanto da avvertire solo una perdita da lieve a moderata. Il ragazzo ora può sentire la voce di suo padre, il rumore di un'auto che passa e persino le forbici che gli tagliano i capelli.

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La sperimentazione sui bambini più grandi

La Food and Drug Administration statunitense, che ha dato il via libera allo studio, ha voluto avviare la ricerca prima sui bambini più grandi, per motivi di sicurezza, nonostante la "finestra” del cervello per acquisire la parola si chiuda intorno ai cinque anni di vita. Aissam, infatti, sebbene ora senta i suoni, potrebbe non imparare a parlare. "Man mano che sempre più pazienti di età diverse verranno trattati con questa terapia genica - ha affermato Germiller -, i ricercatori impareranno di più sul grado di miglioramento dell'udito e se tale livello di udito può essere sostenuto per molti anni". "Ciò che abbiamo imparato seguendo i progressi di questo paziente - ha concluso - ci aiuterà a indirizzare i nostri sforzi verso l’aiuto del maggior numero possibile di pazienti".

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