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Venerdì, 26 Aprile 2024
Città Brescia

"Bambino in manicomio per salvare una suora accusata di pedofilia"

Una terribile storia da Brescia, denunciata dal Comitato dei cittadini per i diritti umani: dopo il racconto choc su presunti abusi commessi da una suora all'asilo, un bambino di 7 anni è stato tolto alla madre per essere condotto in una struttura psichiatrica "ad alto contenimento per minori"

BRESCIA - Un bambino di sette anni è stato rinchiuso nel reparto psichiatrico dell'ospedale Civile di Brescia, dopo la testimonianza choc fatta dallo stesso alla madre, riguardante episodi di presunti abusi sessuali commessi da una suora nell'asilo che frequentava. Mette i brividi la denuncia presentata da una mamma e diffusa dal Comitato dei cittadini per i diritti umani, un'organizzazione di volontariato finalizzata a investigare le violazioni psichiatriche dei diritti umani.

La donna si dichiara disperata a causa del ricovero "coatto" del figlioletto e il suo avvocato, Francesco Miraglia ha depositato il mandato "per riaprire il caso sull’episodio di pedofilia riferito dal bambino nei confronti di una suora di un asilo di Brescia, per fare luce sul comportamento delle istituzioni sociali e sanitarie locali e soprattutto per restituire il bambino alla sua famiglia".

LA STORIA - Alcuni anni fa Gianni (nome di fantasia) avrebbe ricordato con dovizia di particolari alcuni episodi di abuso, che sarebbero stati commessi - secondo l'accusa - da una suora nell’asilo che frequentava. "La mamma - prosegue il comunicato del Comitato a firma del vicepresidente Silvio De Fanti - a quel punto si è rivolta alle istituzioni ma il bambino non è stato creduto, e soprattutto non sono state avviate le procedure standard volte ad iniziare le indagini e a proteggere il minore". Le istituzioni, anzi, stando a quanto riferito dal Comitato, hanno affidato il bimbo ai servizi sociali, attribuendo a ragioni familiari la causa dell'allontanamento da casa. "Alla fine Gianni è stato allontanato dalla famiglia – riferiscono nel comunicato - ed è stato ricoverato in una casa famiglia". A questo punto le cose sono precipitate e il bambino sembra essere andato in escandescenze contro questo provvedimento, chiedendo di tornare dalla mamma. "Le istituzioni – continua De Fanti - invece di cogliere le ovvie motivazioni dello stato del bambino, lo hanno trasferito in un reparto di psichiatria con un 'grave disturbo esplosivo del comportamento e dell’umore', sedandolo pesantemente con un potente antipsicotico".

Il Comitato ha altresì accusato i medici dell'ospedale civile di Brescia di aver somministrato al bambino farmaci in dosaggi non idonei alla sua giovanissima età. Secondo il Comitato, invece, le ragioni del disagio del bambino sono scritte nella stessa lettera di dimissioni firmata dalla psichiatra per il trasferimento alla struttura psichiatrica. Secondo i professionisti dell’ospedale di Brescia il bambino presenterebbe una "disorganizzazione del pensiero" e andrebbe quindi trasferito in una struttura psichiatrica ad alto contenimento per minori. Struttura che però, stando sempre a quanto denunciato dal Comitato, "accoglie pre-adolescenti e adolescenti, maschi e femmine, di norma tra i 12 e i 18 anni, con eventuale possibilità di anticipo a 8 anni, sulla base di specifici bisogni clinici o sociali. La dottoressa che ha firmato la lettera per il trasferimento alla struttura psichiatrica, definisce "pensieri privi di nessi logici con vissuti traumatici non sequenziali" il suo racconto di un "abuso subito da parte di una suora". Non solo, le sue affermazioni "mi avete traumatizzato" e "mi volete fare del male", per la dottoressa sarebbero considerazioni "di tipo persecutorio".

Il Comitato dei cittadini per i diritti umani - nello stesso comunicato - annuncia che "continuerà la battaglia per questo piccolo con tutti i mezzi e in tutte le sedi possibili finché non sarà fatta luce su tutta la vicenda e il bambino non sarà restituito alla sua vita normale". Ecco perché i membri dell'associazione hanno organizzato una manifestazione di protesta sabato 25 maggio, ore 15.30, davanti al Civile. "E' necessario che venga fatta luce velocemente sugli aspetti relativi alle accuse di pedofilia nell’asilo frequentato dal minore, sulle misure 'coercitive' intraprese nei confronti del minore e sull’utilizzo indiscriminato di farmaci per sedare un bambino in così tenera età. Se sono stati fatti degli errori devono essere corretti velocemente per il bene del bambino. Ci rivolgeremo alle autorità preposte affinché venga fatta chiarezza", dichiara Francesco Miraglia, avvocato della madre. (da BresciaToday)

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