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Venerdì, 26 Aprile 2024
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La ragazza di 19 anni costretta da una banda a prostituirsi senza preservativo per ripagare il debito del fidanzato

Il caso a Ostia. La polizia è risalita alla giovane dopo una segnalazione anonima. Fermate due persone, accusate di essere i suoi aguzzini

Pestate e costretta a prostituirsi per ripagare un debito contratto dal fidanzato per una patente falsa. Una storia di violenze e abusi sessuali che arriva da Ostia (Roma), dove gli agenti di polizia sono riusciti a risalire alla ragazza, che ora si trova in una struttura protetta, grazie a una segnalazione anonima.

Due uomini, un 32enne e un 21enne entrambi cittadini romeni, sono stati sottoposti a "fermo di indiziato di delitto", con l'accusa di sfruttamento della prostituzione e tentata estorsione. Sarebbero stati loro a costringere la ragazza a "prostituirsi e subire rapporti sessuali contro la sua volontà, limitandone la libertà di movimento e controllandone i contatti con l'esterno, stabilendo il tipo di prestazione da offrire ai clienti e il rispettivo prezzo", come spiegano gli inquirenti. Altre persone - due donne romene e un italiano - sono state denunciate per favoreggiamento. 

Pestata e costretta a prostituirsi per sanare il debito del fidanzato: l'orrore a Ostia

Una segnalazione anonima sulla presenza di una giovane donna che si prostituiva in un affittacamere di Ostia Levante ha messo gli investigatori sulla tracce della ragazza. Gli agenti hanno iniziato ad indagare, scoprendo online l'annuncio con le prestazioni della ragazza: sesso estremo e senza preservativo. Un modo per la banda di guadagnare di più. Nelle foto a corredo dell’annuncio erano ben visibili sulle gambe della ragazza segni evidenti di lesioni, ossia la prova, secondo gli agenti, di aggressioni e pestaggi. 

Dalle indagini è emerso che la ragazza era stata costretta a prostituirsi per sanare un debito contratto dal fidanzato 21enne con uno degli indagati, che gli aveva procurato una patente falsa. Gli agenti hanno riscontrato anche la presenza costante di numerosi clienti all'interno dell'affittacamere, oltre alla violenza fisica e verbale degli aguzzini con uno di loro che, in diverse occasioni, si descriveva con frasi del tipo: "Spada e Fasciani a confronto mio non sono nulla. Sono io il capo di Ostia". Per contrattare con i clienti, i due aguzzini usavano il cellulare della ragazza, che le era stato tolto, concordando il tipo di prestazione e relativo compenso e offrivano rapporti senza preservativo. Durante la perquisizione della casa, gli agenti hanno anche trovato una sorta di "contratto", una scrittura privata che la giovane era costretta a firmare e nella quale si impegnava appunto a prostituirsi fino all'estinzione del debito del fidanzato. Agli inquirenti la ragazza ha poi confermato di essere stata pestata più volte e costretta a prostituirsi. Adesso si trova in una casa rifugio per donne vittime di violenza. 

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