rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Città Lecce

In arresto cardiaco ma non si trova un defibrillatore: donna muore nel mercato coperto

Una tragedia avvenuta nella serata di san Lorenzo a Otranto: dal referto sanitario risulta che né la struttura, né la guardia medica, né una farmacia avessero a disposizione lo strumento di soccorso. Vano l’intervento del 118

Il malore improvviso, la perdita di coscienza, lo sgomento, le grida d’aiuto. E poi i tentativi di rianimazione in attesa dell’arrivo delle ambulanze sino al drammatico epilogo: è morta nel caos di una serata estiva, quella di san Lorenzo, una donna 56enne del posto ma nativa della Romania, dentro le mura del mercato coperto, il luogo di lavoro, a due passi dalla villa comunale di Otranto.

Sono stati momenti caotici, carichi di tensione, quelli che hanno accompagnato gli ultimi istanti di vita di una donna, vittima purtroppo di un arresto cardiaco, risultato fatale. Istanti, appunto. Quelli che per una persona colpita da un problema simile possono risultare decisivi e che, proprio per questo, necessiterebbero di tutti gli strumenti utili ai soccorsi.

Ciò che scuote, infatti, nel racconto di questo ennesimo decesso dentro un’estate giunta al suo giro di boa è che, nel momento del bisogno, nelle vicinanze non ci fosse un defibrillatore semiautomatico esterno a disposizione della struttura dove è accaduto il fatto, né nelle vicinanze immediate e persino nei luoghi deputati al soccorso e all’assistenza dei pazienti.

Un caso che definire assurdo è persino riduttivo, non solo per quelli che sono gli obblighi di legge in materia, ma soprattutto appare impensabile che una città turistica come Otranto, sottoposta a un flusso antropico elevato nel periodo estivo, non risulti dotata in luoghi dove le presenze sono elevate di uno strumento del genere che può salvare una vita.

I fatti

Partiamo dai fatti. La donna avrebbe accusato il malore tra le 22 e 22,30, accasciandosi e perdendo man mano conoscenza. Sul posto arriva subito un medico che inizia a praticare il massaggio cardiaco, ma la gravità della situazione richiede l’utilizzo di uno strumento come appunto il defibrillatore che appare l’unico davvero efficace contro una situazione di arresto cardiaco.

Ed ecco che parte una corsa contro il tempo alla ricerca di quell’aiuto fondamentale nelle pratiche di soccorso per casi simili: l’ambulanza del 118, da Maglie, trasporta già un codice rosso; pertanto il mezzo esce dalla sede di Martano insieme a un'automedica che arriva da Scorrano: è la serata di San Lorenzo, appunto, c’è traffico in entrata e non è facile raggiungere in tempi brevi il centro di Otranto.

Intanto vengono attivati i carabinieri che provano a localizzare chi possa essere in possesso nelle vicinanze di quello strumento, ma l’esito è negativo: addirittura i presidi di salute contattati, ovvero la guardia medica e una farmacia del posto, non hanno con sé il defibrillatore.

I minuti passano, diventa tutto più complicato. Ogni secondo risparmiato sarebbe prezioso per salvare quella vita, perché un solo minuto trascorso abbassa le possibilità di migliorare i parametri vitali. Viene interpellato telefonicamente un rappresentante del Comune di Otranto, perché all'interno dell'Ente si sa della presenza di un defibrillatore: effettivamente arriva la conferma, ma riferisce che sia chiuso all’interno della sede municipale non accessibile in orari fuori ufficio. Nonostante ciò ci si adopera per tentare di recuperare attraverso qualche dipendente quello strumento, ma non si fa in tempo, perché intanto sul posto sono arrivati sul posto i sanitari: sono trascorsi sedici minuti dalla richiesta di intervento al 118. Il personale tenta di rianimare la donna ma purtroppo ogni tentativo risulta vano e il finale è quello più imprevedibile e doloroso.

L’importanza di uno strumento di soccorso

Da circa due l’Italia ha una legge sul primo soccorso, con un testo che disciplina la collazione e l’utilizzo dei defibrillatori in ambito extraospedaliero: per legge lo strumento è obbligatorio nelle sedi delle pubbliche amministrazioni, negli istituti scolastici di ogni ordine e grado e nelle Università; e ancora negli aeroporti, stazioni ferroviarie, porti, mezzi di trasporto aerei, ferroviari, marittimi e della navigazione interna la cui tratta abbia una durata di almeno due ore senza fermate. E ancora le società sportive durante le competizioni e gli allenamenti e quelle che usufruiscono di impianti pubblici.

Allo stesso tempo, i progetti Pad (Public access defibrillation) che aiutano a censire e mappare i Dae presenti all’esterno di una struttura ospedaliera risultano fondamentali nei luoghi dove è prevista la presenza di numerose persone.

L'indirizzo chiaro è che tutti i luoghi in cui si ritrova gente, compresi supermercati, azience private e manifestazioni pubbliche, siano provvisti dello strumento: installarlo e renderlo fruibile è un atto di responsabilità verso se stessi e verso il prossimo. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

In arresto cardiaco ma non si trova un defibrillatore: donna muore nel mercato coperto

Today è in caricamento