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Domenica, 28 Aprile 2024
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Milano, è morto Matteo Mevio: il giovane pizzaiolo si è spento dopo dieci giorni di coma

Il 28enne era rimasto vittima di un incidente stradale in moto. In tanti hanno lottato al suo fianco: il ricordo di Gino Sorbillo, il "re" della pizza napoletana

MILANO - Ha lottato per dieci giorni. Per dieci, interminabili, lunghissimi, giorni il suo fisico non ha voluto arrendersi a quello che sembrava un finale scontato. Per dieci notti e dieci mattine è rimasto in piedi sul ring della vita, con tutti i suoi amici a fare il tifo per lui, a invitarlo a tenere la guardia alta. Poi, però, domenica sera ha dovuto arrendersi anche lui. È morto Matteo Mevio, il pizzaiolo ventottenne di Tirano che nella notte tra il venti e il ventuno ottobre era rimasto vittima di un tragico incidente in moto in via Bergamo, a due passi dalla sua pizzeria “Marghe”. 

LA CRONACA DI MILANO TODAY - Il giovane aveva perso il controllo della sua Suzuki mille ed era volato sotto un tram della linea 16. Era andato in arresto cardiaco e il suo cervello era rimasto a lungo senza ossigeno. Eppure, in condizioni critiche, il cuore di Matteo aveva ricominciato a battere al Policlinico e per dieci giorni aveva convinto tutti che avrebbe vinto anche questo “match”. 
Fino a domenica sera centinaia di amici si sono alternati all’ospedale milanese per stare vicino a mamma Antonella. Su Facebook, amici, clienti, i ragazzi dello Zoo di 105, alcuni ex calciatori lo hanno invitato costantemente a non mollare. 

IL RICORDO - I “fratelli”, così lo chiamavano i suoi amici più stretti, hanno ricordato giorno dopo giorno i suoi capolavori, le sue esperienze da Gino Sorbillo - anche lui gli aveva dedicato un bel post -, i suoi incontri di pugilato e il suo amore per la vita, con quella frase “Vivere di passioni è non morire mai” che per Matteo era un mantra.  Per lui, per la sua battaglia - in un incredibile fiume di vicinanza e solidarietà - si erano mosse anche diverse Curve italiane. Su tutte, la Curva Sud Milano, che aveva dedicato uno striscione a Matteo, appassionato tifoso rossonero. Gli stessi striscioni si erano poi visti ad Avellino, una sorta di città adottiva per Matteo, a Brescia, a Cesena e nel settore più caldo dell’hockey Milano. 

LA MORTE - Poi, domenica sera, ogni speranza si è interrotta. “Nostro fratello si è spento”, ha scritto uno dei suoi amici.  “Ciao Teo.. ora lassù, le tue pizze - il ricordo del suo locale Marghe - potranno dire di essere davvero in Paradiso”. 

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