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Venerdì, 26 Aprile 2024
Milano

L'incredibile folla fuori dalla moschea abusiva (già diffidata dal comune)

Succede in via Cavalcanti a Milano. A dicembre 2021 la moschea era stata diffidata dal comune

Ufficialmente illegale, ma ancora in attività. È a tutti gli effetti aperta la moschea abusiva di via Cavalcanti 8 a Milano. Lunedì mattina, infatti, migliaia di fedeli si sono ritrovati nel magazzino per la tradizionale preghiera di fine Ramadan, nonostante nel 2019 il responsabile del centro islamico fosse stato condannato per abuso edilizio e nonostante a dicembre dello scorso anno il comune abbia diffidato i responsabili della moschea dal continuare nelle loro attività. "Non hanno pace i residenti di via Cavalcanti 8. Nonostante i processi e le sentenze, la moschea continua a ospitare migliaia di persone", denunciano Samuele Piscina e Silvia Sardone, consiglieri comunali meneghini. "Dalle ore 5 di stamane, nel luogo di culto abusivo si sono riunite migliaia di persone per festeggiare la fine del Ramadan, in barba a qualsiasi regola e sicurezza", hanno segnalato in una nota di lunedì pomeriggio.

"Non sono state sufficienti le condanne subite dall’imam Abu, primo rappresentante della Bangladesh cultural and welfare association, nel settembre 2019 per l’uso improprio dello scantinato, un magazzino accatastato C2, sito 8 metri sotto il livello del suolo al piano -2 della palazzina, senza condotti d’areazione e vie di fuga, nonché sito di fianco al locale caldaia. È intollerabile che un luogo adibito a magazzino, nel quale è vietata catastalmente la permanenza di persone, venga utilizzato come spazio di ritrovo da migliaia di individui e come sede di una sorta di scuola per bambini musulmani - hanno proseguito i due politici della Lega -. Tutto ciò ovviamente alimenta i rischi per la sicurezza delle persone che fruiscono abusivamente di questo spazio, a partire dai più piccoli, e di tutti i cittadini residenti nello stabile".

"Proprio in questo luogo fece visita il sindaco Sala nella campagna elettorale del 2016, promettendo l’immediato sgombero non appena eletto. Nonostante il comune sia ampiamente informato sulla problematica, a distanza di 6 anni la situazione è rimasta invariata e il sindaco, responsabile del corretto utilizzo dello stabile, nulla ha fatto di concreto per far rispettare le regole", hanno sottolineato i due non senza polemica.

"È l'ennesima conferma di come per Sala esistano cittadini di serie A, gli extracomunitari ai quali tutto è concesso, e cittadini di serie B, i milanesi che vengono sommersi di multe al primo sbaglio. Il comune ha la responsabilità di mettere i sigilli allo stabile prima che succeda l’irreparabile, come ricordato al sindaco dagli abitanti del palazzo che lo hanno denunciato. L’omissione perpetrata di Sala deve finire immediatamente, per questo - hanno concluso Sala e Sardone - chiediamo al prefetto un intervento immediato nei confronti del sindaco".

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