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Sabato, 27 Aprile 2024
Città Torino

Perde 7.500 euro per una truffa online ma la banca non lo risarcisce: "Sei stato negligente"

Una sentenza del tribunale di Torino di pochi giorni fa ha negato il risarcimento a un torinese che, nel luglio 2020, aveva perso una bella somma dopo avere 'abboccato' a un tentativo (ben riuscito) di phishing

Una sentenza, quella di pochi giorni fa, che farà discutere. Una vittima di phishing non sarà rimborsata dalla banca perché le responsabilità sono tutte sue. A raccontarlo è TorinoToday. Il phishing è un tipo di truffa effettuata sul web attraverso la quale un malintenzionato cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, fingendosi un ente affidabile in una comunicazione digitale. I mittenti delle email di phishing sono (o meglio, sembrano essere) organizzazioni conosciute, come banche o portali di servizi web. Nel caso in cui si clicchi sul collegamento, si eseguano le operazioni "consigliate" dai malintenzionati o si forniscano le informazioni richieste, si finisce diritti nella rete dell'hacker.

Phishing: la sentenza del tribunale di Torino 

La sentenza del tribunale di Torino del maggio 2021 ha negato il risarcimento a un torinese che, nel luglio 2020, aveva perso 7.500 euro dopo avere 'abboccato' a una truffa online.

Gli era arrivata un'e-mail truffa che gli era parsa proveniente (ovviamente non era così) dal tribunale di Napoli e lui l'aveva aperta guardandola solo sullo smartphone. Dal suo conto online era poi partito un bonifico internazionale del valore di quasi tutta la somma (gli erano rimasti solo 44 euro) e lui a quel punto aveva subito presentato denuncia alla polizia postale e aveva chiesto l'arbitrato bancario per recuperare la somma persa.

Il ricorso è stato respinto poiché, secondo i giudici "l'e-mail ricevuta presentava evidenti anomalie formali" e quindi il correntista, secondo i giudici, sarebbe stato negligente "eseguendo una serie di operazioni che lo avevano portato a subire la perdita". Senza considerare, scrivono ancora gli estensori della sentenza, che il fenomeno è arcinoto e quindi avrebbe dovuto meritare maggiore attenzione e considerazione da parte della vittima.

Le vittime del phishing non sono solo, come sarebbe facile immaginare, anziani poco pratici del web, ci sono cascati anche professionisti e giovani, naturalmente esperti del modo online.

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