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Venerdì, 26 Aprile 2024
Città Enna

Reddito di cittadinanza: quei 10mila euro al mese nelle mani di 13 indagati per spaccio

Gli accertamenti condotti dalla Squadra mobile di Enna dopo un blitz che ha sgominato una banda dedita al traffico di droga. Il beneficio è stato sospeso

Percepivano il reddito di cittadinanza dedicandosi poi, secondo l'accusa, al traffico di droga. Sono 13 dei 23 indagati nell'operazione 'Fire' che il 26 gennaio scorso ha sgominato una banda dedita allo spaccio di droga in provincia di Enna. Dopo quell'indagine, che ha portato all'esecuzione di 23 misure cautelari, sono partiti gli accertamenti sulla posizione reddituale dei coinvolti nell'operazione e così oggi è scattata la sospensione del beneficio notificata dagli agenti della Mobile di Enna e del commissariato di Piazza Armerina. Lo Stato elargiva complessivamente diecimila euro al mese per i 13: somme percepite indebitamente e per le quali l'Inps ha già avviato l'iter di recupero. 

I condannati per mafia che prendevano il reddito di cittadinanza

Solo sabato scorso una maxi truffa sul reddito di cittadinanza è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Palermo. Ben 145 i beneficiari del bonus denunciati per false dichiarazioni e truffa aggravata per l'ottenimento di erogazioni pubbliche. Individuato un danno di circa un milione e duecentomila euro, somme percepite a partire dal 2019 da famiglie che hanno tra i loro componenti persone con condanne che impediscono l'ottenimento del Reddito di cittadinanza.

Come spiega PalermoToday, le indagini, a cui ha collaborato l'Inps, hanno riguardato circa 1.400 beneficiari: tra questi sono stati selezionati coloro che a partire dal 2009 hanno subito condanne definitive per associazione mafiosa o per reati aggravati dal metodo mafioso, che per legge impediscono di fruire del Reddito di cittadinanza. Gli indagati avevano chiesto ed ottenuto dall'Inps, a volte in prima persona oppure attraverso i propri familiari, il beneficio economico nascondendo l'esistenza delle condanne. Questi i reati individuati a carico degli indagati o dei loro famigliari: associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsione, rapina, favoreggiamento, trasferimento fraudolento di beni, detenzione di armi, traffico di sostanze stupefacenti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, scambio elettorale politico-mafioso.

Le fiamme gialle palermitane, inoltre, hanno eseguito un sequestro preventivo d'urgenza emesso dalla Procura nei confronti di 26 condannati per associazione mafiosa o per reati aggravati dal metodo mafioso pari a settantamila euro. Tra le persone colpite dal provvedimento figurano appartenenti alle famiglie mafiose della Kalsa, di Resuttana, di Passo di Rigano, di Partinico e di Carini, oltre che affiliati ai clan degli Inzerillo e dei Lo Piccolo. 

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