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Venerdì, 26 Aprile 2024
SALUTE

L'alcol è la prima causa di morte per i giovani under 24

I dati dell'Istituto Superiore di Sanità rivelano che a consumare bevande alcoliche sono in media un ragazzo su cinque e una ragazza su sei

ROMA - L'alcol alla guida rappresenta la prima causa di disabilità e mortalità prematura diretta o indiretta per tutti i giovani fino a 24 anni di età in Italia. Lo dice uno studio del Centro nazionale di epidemiologia dell'Istituto Superiore di Sanità, che ha reso noti i numeri allarmanti del bere tra i giovani durante la presentazione della nuova campagna del ministero della Salute "Alcol Snaturato".

COSA DICE LO STUDIO - Nel 2014 sono stati oltre 775mila i giovani tra gli undici e i diciassette anni che hanno consumato bevande alcoliche, con il 3,3% dei minori maschi e il 2,2% delle femmine che beve per ubriacarsi. Tra i maschi prevale il consumo di birra, mentre le ragazze preferiscono gli aperitivi alcolici. I dati hanno evidenziato la responsabilità della famiglia nel consumo: il 22,8% dei ragazzi che vivono in famiglie dove c'è almeno un genitore che eccede le raccomandazioni nell'uso dell'alcol ha abitudini alcoliche non moderate, mentre la quota scende al 18,7% se il consumo in casa rientra nella "normalità".

L'analisi dei comportamenti a rischio - rivelano i numeri dell'Iss - mostra che il 10,5% dei ragazzi e il 7,9% delle ragazze minorenni hanno consumato bevande alcoliche lontano dai pasti nel 2014, e il 2,7% dei ragazzi (tra i maschi il 3,3%, tra le femmine il 2,2%) hanno praticato il cosiddetto "binge drinking". Con il risultato che il 17% di tutte le intossicazioni alcoliche che arrivano al pronto soccorso riguarda ragazzi e ragazze sotto i 14 anni. Nonostante lo scenario allarmante in Italia il consumo di alcool resta basso rispetto a quello registrato dagli altri Paesi occidentali: 6,1 litri pro capite all'anno, in media, la cifra più bassa fra i Paesi Ue. Ben al di sotto di Francia (12 litri), Germania (11) e Spagna (9,8), e con un calo di oltre il 40% rispetto all'inizio degli anni Novanta. La composizione di questo consumo è inoltre fortemente sbilanciata a favore degli alcolici meno forti, con il vino che rappresenta quasi i due terzi del totale, seguito a distanza da birra e superalcolici. Un mix, secondo l'Ocse, "di minimo rischio" per la salute pubblica complessiva.

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