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Lunedì, 29 Aprile 2024
"Oggi non ho più paura" / Napoli

La poliziotta colpita con una pietra e violentata: "La sua furia, la sua puzza, sanguinavo..."

Alessandra Accardo, agente della questura di Napoli, ha deciso di metterci la faccia e di parlare di ciò che le è successo perché "oggi la mia storia può aiutare le altre". Il suo aggressore è stato condannato a 14 anni per violenza sessuale e tentato omicidio

"Lui abusava di me e io pensavo solo a sopravvivere. Oggi la mia storia può aiutare le altre". Alessandra Accardo, 33 anni, è una poliziotta della questura di Napoli. Nella notte fra il 19 e il 20 ottobre 2022, mentre sta tornando a casa dopo aver finito il suo turno di lavoro, viene aggredita da un uomo nella zona del porto di Napoli. Un 23enne cittadino del Bangladesh la picchia e la violenta. Lui è stato condannato nel marzo 2023 per violenza sessuale e tentato omicidio a 14 anni, in primo grado con il rito abbreviato. Lei invece è tornata a lavorare. E ha deciso di non farsi intrappolare dalla paura, parlando di ciò che le è successo. "Le vittime vanno ascoltate con rispetto. Condividere il dolore aiuta te e gli altri", ha detto in un'intervista al Corriere della Sera.

Ieri Alessandra Accardo ha partecipato a un incontro organizzato dall'istituto "Notarangelo-Rosati" di Foggia: davanti a studentesse e studenti, chiamati a confrontarsi sulla piaga della violenza di genere, ha mostrato le sue cicatrici e anche la forza con la quale si è rialzata dopo aver subìto una brutale violenza sessuale. La donna ha ripercorso quei minuti drammatici vissuti poco più di un anno fa e la forza interiore che l'ha spinta a sopravvivere. Il suo racconto è lucido e dettagliato: "Non sentivo dolore. Aveva trovato una pietra per terra e con quella mi ha colpita forte non so quante volte. Mi ha staccato un'unghia a forza di sassate contro le mani. Mi ha colpito in testa. Mi ha dato un morso sulla guancia. Mi sbatteva la testa per terra e mi tirava i capelli così forte che ne ho persi ciocche intere. Sanguinavo dal volto, da un orecchio, dalle ginocchia lacerate perché mi ha trascinata dietro un gabbiotto. Ma io volevo sopravvivere e non sentivo alcun dolore".

Alessandra Accardo all'incontro a Foggia sulla piaga della violenza sulle donne

La poliziotta continua: "A un certo punto ho visto tutto nero, stavo soffocando. Gli ho detto se mi vuoi violentare perché mi stai ammazzando? Ma era una furia, non gli importava niente di me. Ero convinta che sarei morta lì e allora ho pensato a mia madre e a mio padre, pensavo che non meritavano di trovarmi così. Ho provato un dispiacere così profondo davanti a quel pensiero".

"Era appostato, a parecchi metri di distanza. Io mi sentivo tranquilla, sono arrivata alla macchina e stavo per aprirla quando l'ho visto correre verso di me. Il primo istante ho pensato fosse lo scherzo di qualche collega, poi ho capito che voleva aggredirmi e ho creduto fosse una rapina. E invece… Ricordo il suo gesto: si è messo l'indice davanti alla bocca e mi ha detto “zitta”. E poi tutto il resto… Lo hanno catturato i colleghi poche ore dopo. Un bengalese".

Il vaffa dallo stupratore

Infine, Alessandra Accardo spiega come è riuscita a sopravvivere quella sera: "Semplicemente ho fatto il possibile per respirare e lui, avuto quello che voleva, se n'è andato. Mi ha detto: “vaff…, ora me ne vado io e poi tu”. Mi sono presa anche il vaffa dallo stupratore… Ma la differenza fra me e lui è che io ora vivo e, appunto, sono felice. Lui non credo proprio".

Dei primi giorni dopo lo stupro ricorda "un dettaglio: mi pettinavo in giardino perché nei capelli avevo ramoscelli, terriccio, cattivi odori, e mi faceva schifo sporcare la casa con quella roba. Venivano le persone a trovarmi, si avvicinavano per abbracciarmi e a volte le allontanavo per non trasmettergli la puzza di lui che sentivo addosso. Ci è voluto un po' per liberarmene. Ma in un certo senso il “dopo” mi ha anche fortificata".

Alessandra Accardo, 33 anni

"Oggi sono una donna felice"

La poliziotta 33enne ha deciso di condividere il dolore vissuto affinché sia di esempio per le vittime di violenza: "Ho deciso di metterci la faccia e parlare di quel che mi è successo. Le vittime vanno ascoltate, con rispetto. Condividere il dolore aiuta te e gli altri. Sento in questi giorni la famosa espressione “voglio essere l'ultima” sulla violenza di genere. Anche io l'ho pensato. E l'unico modo che ho per fare qualcosa è essere un modello. Oggi sono una donna felice. Ho un compagno che mi adora e che adoro, ho ripreso palestra, corso di ballo, lavoro. Mi sono ripresa la mia vita e cerco di aiutare gli altri con la mia testimonianza".

Il violentatore è stato subito dopo rintracciato e arrestato dai colleghi della poliziotta. È stato condannato a 14 anni di reclusione in primo grado per violenza sessuale e tentato omicidio. 

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