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Sabato, 27 Aprile 2024
Le motivazioni

Alex Cotoia, il ragazzo che ha ucciso il papà per proteggere la mamma: "Perché non fu legittima difesa"

Il giovane è stato condannato a 6 anni e due mesi di carcere per aver ucciso il padre mentre cercava di difendere la madre dall'ennesima aggressione

Ad aprile 2020 aveva ucciso il padre al culmine dell'ennesima lite con la madre, vittima da anni di violenze. Dopo essere stato assolto in primo grado, lo scorso 13 dicembre Alex Cotoia è stato condannato a 6 anni e 2 mesi di carere per omicidio volontario.

Per la corte d'appello di Torino, quella del 22enne non poteva essere legittima difesa. "È del tutto evidente -  si legge nelle motivazioni della sentenza appena depositate -  che l'offesa arrecata al Pompa attraverso l'utilizzo di sei armi e l’inflizione di 34 coltellate non possa dirsi in alcun modo inferiore, uguale o tollerabilmente superiore al male subito o minacciato".

Per i giudici, il giovane agì con "condotta aggressiva" e "in stato d'ira": "Tenuto conto della sede dei colpi, almeno quindici coltellate in regione dorsale, della reiterazione degli stessi, trentaquattro, e del numero di armi impiegate, sei coltelli, che depongono univocamente nel senso di una condotta francamente aggressiva".

Come mai non ci sono ministri twittanti e raccolte fondi per Alex Cotoia? (today.it)

"Nel caso in esame - si legge ancora - appare evidente come l'imputato avesse agito in stato d'ira, perdendo il controllo di sé (discontrollo ulteriormente accentuato dal disturbo psicologico oggetto di accertamento) in conseguenza del fatto ingiusto altrui, ovvero della condotta maltrattante del padre protrattasi nel tempo".

La madre: "Mi chiedo se a qualcuno sarebbe importato se fossi morta"

Per il 22enne di Collegno (Torino) all'anagrafe Alex Pompa, che ha però chiesto di usare il cognome materno Cotoia, la procura aveva chiesto 14 anni di reclusione. Pena ridotta con il riconoscimento di tre attenuanti: semi infermità mentale, provocazione e generiche, ma che ha comunque rappresentato un colpo di scena rispetto all'assoluzione di primo grado.

Una condanna "incomprensibile" e "difficile da accettare", secondo l'avvocato difensore, Claudio Strata, contro la quale si sono scagliati il fratello e la madre del giovane. "Deve essere assolto perché ci ha salvato la vita. Se vogliamo che qualcosa cambi, se vogliamo evitare che le donne continuino a morire e che non ci siano più casi come quello di Giulia Cecchettin, la sentenza non può essere questa", aveva dichiarato a dicembre Loris Pompa, fratello del giovane. "Non siamo assolutamente d'accordo e andremo avanti", ha concluso. "Alex - ha detto la mamma - non è un assassino. A questo punto mi chiedo se a qualcuno sarebbe importato davvero qualcosa se fossi stata l'ennesima donna uccisa".

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