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Sabato, 27 Aprile 2024
"Come Caino e Abele" / Napoli

Ha bruciato vivo il fratello per incassare i soldi dell'assicurazione: ergastolo

Con questa accusa, la corte d'assise di Napoli ha condannato Antonio Martone, 37enne di Sant'Antonio Abate. Il cadavere semicarbonizzato di suo fratello Domenico fu ritrovato in una strada di campagna

Ha ucciso il fratello bruciandolo vivo, al solo scopo di incassare i soldi della polizza vita che lui stesso aveva fatto stipulare. Con questa terribile accusa Antonio Martone, 37enne di Sant'Antonio Abate, in provincia di Napoli, è stato condannato all'ergastolo dalla corte d'assise del capoluogo campano. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'uomo, di professione chef di bordo, portò il fratello Domenico in un casolare di campagna a Lettere (Napoli), per poi tramortirlo, cospargerlo di benzina, bruciarlo vivo e lasciarlo lì mentre agonizzava. Le indagini hanno fatto emergere anche la premeditazione dell'omicidio, dal momento che Antonio Martone aveva cercato su Google "come uccidere un uomo" e "come intascare i soldi dell'assicurazione".

"Come Caino e Abele", ha detto il pubblico ministero di Torre Annunziata, Emilio Prisco, durante la sua requisitoria prima della sentenza di condanna. La vicenda risale al marzo 2022, quando Antonio Martone aveva convinto il fratello 33enne ad andare in un luogo isolato in campagna, tra i comuni di Sant'Antonio Abate e Lettere. Per attirarlo aveva detto di aver dato appuntamento a due ragazze polacche, che avrebbero voluto incontrare i due fratelli. Era una trappola. Lì lo avrebbe tramortito per poi dargli fuoco mentre era ancora in vita. Il tutto, secondo l'accusa, per riscuotere l'indennizzo di una polizza assicurativa sulla vita della vittima, stipulata più di un anno prima proprio su iniziativa del fratello maggiore, unico beneficiario della stessa.

Il cadavere semicarbonizzato di Domenico Martone fu ritrovato in un terreno agricolo nei pressi di una strada di campagna la sera del 30 marzo 2022. Per puro caso le fiamme avevano risparmiato il green pass che il giovane portava con sé e che ha permesso, successivamente, di identificarlo. Un omicidio che era stato pianificato nei minimi dettagli già dall'anno prima, secondo le accuse, quando Antonio convinse il fratello a stipulare una polizza vita del valore di 400mila euro. Denaro che l'uomo voleva incassare per poi fuggire all'estero con la fidanzata: è la ricostruzione degli inquirenti.

A incastrare Antonio Martone sono state le indagini tecniche, in particolare l'esame dei filmati di diverse telecamere di sorveglianza del comprensorio tra Lettere, Angri e Pagani, che hanno consentito ai carabinieri di ricostruire il tragitto della vittima e dell'omicida. Antonio è stato filmato mentre si allontanava a piedi dal luogo del delitto. E fu subito fermato perché, in quanto marittimo (lavorava come cuoco sulle navi da crociera), avrebbe potuto facilmente fuggire facendo perdere le proprie tracce. Ora è arrivata la condanna all'ergastolo.

Dall'ordinanza con cui il gip aveva convalidato il fermo per omicidio pluriaggravato disposto dalla procura, emerge un altro elemento di prova importante: le intercettazioni delle microspie posizionate dagli inquirenti nell'auto dell'imputato. Qui Antonio Martone, parlando e canticchiando da solo, diceva: "Se scampo anche questa, secondo me faccio la botta... posso prendere il posto di Arsenio Lupin".

Il luogo in cui è stato trovato il cadavere di Domenico Martone

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