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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Caserta

Camorra, l'ex sindaco Antropoli assolto dall'accusa: vittoria per tutti o per nessuno?

I giudici non hanno creduto alle dichiarazioni di Zagaria, ma a cui hanno comunque concesso le attenuanti per la sua collaborazione

"Mi hanno messo alla gogna, io la camorra l'ho sempre combattuta". Sono queste le prime parole che l'ex sindaco di Capua, Carmine Antropoli, ha rilasciato al collega di CasertaNews, Attilio Nettuno, commentando il verdetto di assoluzione con formula piena, "perché il fatto non sussiste", dall'accusa di concorso esterno in associazione camorristica. Accusa da cui sono stati assolti anche i due amministratori locali Marco Ricci e Guido Taglialatela. Una sentenza - alla cui lettura - Antropoli non era presente, perchè impegnato in ospedale, a Napoli, in un'operazione chirurgica.  

"Ero solo un target politico da colpire"

"Non ero candidato - racconta - come avrei potuto stringere un patto politico-mafioso? Probabilmente ero un target politico da colpire", evidenzia dopo oltre 3 anni dall'arresto. E oggi il verdetto dei giudici gli ha dato ragione: il fatto non sussiste. A Capua non ci fu un patto con la camorra per favorire le imprese di riferimento della fazione Zagaria. Cosa resta? "Mi hanno messo alla gogna. Io la camorra l'ho sempre combattuta e continuo a combatterla - prosegue Antropoli - Non ho mai avuto dubbi sulla giustizia e sulla Corte che ha ascoltato questo processo con grande attenzione. Ringrazio i miei avvocati, Mauro Iodice e Vincenzo Maiello, per la loro vicinanza non solo professionale ma anche morale. Ringrazio i tanti amici che mi sono rimasti accanto, oltre alla famiglia e la mia compagna Lucrezia; che non mi hanno mai abbandonato nei momenti più difficili", conclude.

Ovviamente compiaciuto il coordinamento provinciale di Forza Italia Caserta, per l’intervenuta decisione dei magistrati che hanno dichiarato l’infondatezza delle gravi accuse mosse a Carmine Antropoli: “Si attendeva tale decisione avendo sempre confidato nella magistratura che svolge con obiettività la funzione di accertamento della verità dei fatti per la individuazione dei colpevoli”.  

Nessun concorso esterno al clan dei Casalesi

Nessun concorso esterno al clan dei Casalesi, dunque. La Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Roberto Donatello, ha assolto dall'accusa di aver favorito la fazione di Michele Zagaria l'ex sindaco di Capua Carmine Antropoli e gli altri due amministratori locali Marco Ricci e Guido Taglialatela; quest’ultimi, però, hanno incassato una pena a un anno e 8 mesi per violenza privata relativamente all'episodio dello schiaffo dato da Francesco Zagaria a Giuseppe Di Lillo per fargli ritirare la candidatura. Episodio avvenuto nello studio medico di Carmine Antropoli e per favorire la candidatura di Marco Ricci. Pena sospesa per il solo Armando Porciello a cui sono stati inflitti 1 anno e 1 mese per lo stesso episodio. Hanno retto, dunque, le tesi dei difensori degli imputati: gli avvocati Mauro Iodice, Vincenzo Maiello, Gerardo Marrocco (difensore di Taglialatela unico completamente assolto dalle accuse), Guglielmo Ventrone, Lorenzo Caruso e Giuseppe Stellato.

I giudici non hanno ritenuto credibile il racconto del collaboratore di giustizia Francesco Zagaria, alias Ciccio 'e Brezza, imprenditore vicino a Michele Zagaria e accusato anche del duplice omicidio Caterino-De Falco. Zagaria ha incassato 17 anni e 6 mesi complessivi, di cui 9 mesi per la vicenda dello schiaffo (la Procura aveva chiesto 8 anni e 6 mesi). A Zagaria sono state comunque concesse le attenuanti per la sua collaborazione con la giustizia.

Un finale che apre a nuovi scenari e a molteplici altri dubbi

È indubbiamente crollato il castello accusatorio che, nel febbraio del 2019, aveva portato all'arresto del chirurgo ex primo cittadino di Capua. La vicenda in auge, però, è nata proprio dalle dichiarazioni dello stesso Zagaria, divenuto poi collaboratore di giustizia dopo essere stato colpito dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Dichiarazioni che avevano confermato ampiamente il presunto condizionamento della criminalità organizzata nella competizione elettorale del 2016 (poi perse dalla coalizione guidata da Giuseppe Chillemi, non indagato, sostenuto proprio da Antropoli). Accuse per le quali il pm Maurizio Giordano aveva invocato pene pesantissime: 10 anni sia per Antropoli che per Ricci. Adesso, una nuova puntata di questa infinita saga di camorra che, probabilmente, non chiarisce fino in fondo quanto emerso dalla testimonianza del collaboratore di giustizia. Una conclusione che va a cozzare anche sulla famosa vicenda dello schiaffo che ha visto il coinvolgimento (e la relativa condanna) degli altri due amministratori locali. Se il collegio giudicante, infine, non ha ritenuto credibile il racconto del collaboratore di giustizia Francesco Zagaria, alias Ciccio 'e Brezza - imprenditore vicino a Michele Zagaria ed accusato anche del duplice omicidio Caterino/De Falco - perchè sono state comunque concesse le attenuanti per la sua collaborazione con la giustizia? Urge valutare, senza ombra di dubbio, la validità delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia; rendendosi conto che, se queste vengono ritenute inattendibili, non possono condurre – comunque – a una vittoria per tutti.

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