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Domenica, 28 Aprile 2024
Dopo 24 anni

Chico Forti, tutti gli step per il rientro in Italia

La famiglia del 65enne italiano spera che il rientro avvenga entro Pasqua, ma la procedura prevista dalla legge statunitense potrebbe richiedere almeno due mesi: ecco tutti i passaggi

Dopo 24 anni in un carcere statunitense, Chico Forti potrà tornare in Italia, come annunciato direttamente dalla premier Giorgia Meloni il 1° marzo. Ma quanto tempo ci vorrà? La famiglia del 65enne spera di averlo in patria entro un mese, magari per Pasqua, ma i tempi potrebbero essere più lunghi. Infatti, in casi come questo, è necessario portare a termine la procedura burocratica prevista dalla legge americana.

Gli step per il rientro in Italia di Chico Forti

Il primo passo sarà il trasferimento di Chico Forti dal carcere statale vicino a Miami nel quale è detenuto, a uno federale. Dopo questo passaggio, la pratica passerà al dipartimento di Giustizia americano che trasmetterà al ministero di Giustizia italiano la sentenza tradotta e la documentazione prevista che indica la possibilità del trasferimento di Forti, in carcere in Florida da 24 anni. Il ministero di Via Arenula girerà quindi la documentazione all’autorità giudiziaria, che a sua volta dovrà riconoscere la sentenza e metterla in esecuzione. Una volta conclusi tutti questi passaggi, verrà organizzato il trasferimento in Italia di Chico Forti, che dovrà scontare la pena dell’ergastolo, comunque nel rispetto dei regolamenti e delle norme del nostro Paese.

Le autorità italiane dovranno presentare ai colleghi americani una serie di documenti che attestino l’approvazione o il consenso al trasferimento in Italia del detenuto (che lo aveva chiesto nel 2018), che il detenuto è cittadino italiano ai sensi della Convenzione di Strasburgo, che il crimine per il quale il detenuto è in custodia negli Stati Uniti è previsto come reato secondo la legge applicabile, che si applicherà la procedura del "proseguimento dell’esecuzione" o della "conversione della sentenza", infine la natura e la durata della pena che il detenuto sconterà.

Ottenuta l'approvazione della richiesta di trasferimento del detenuto anche da parte italiana, la procedura prevede che il dipartimento di Giustizia fissi un'udienza di verifica del consenso (''Consent Verification Hearing'') in cui il detenuto, rappresentato da un avvocato, compare di fronte a un magistrato federale per confermare il proprio assenso, dopo essere stato informato delle conseguenze del trasferimento. Dopo questo passaggio si arriva agli atti finali: il dipartimento concorda con lo Stato di destinazione, in questo caso l'Italia, un programma per l'esecuzione del trasferimento del detenuto. Solitamente sono le autorità del Paese di destinazione che sono tenute a recarsi negli Stati Uniti per prendere in consegna il detenuto.

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