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Lunedì, 29 Aprile 2024
Caro carburante / Varese

Pronta "mega-causa" contro chi ha speculato sul prezzo della benzina

Il Codancons ha lanciato una "class action" alla quale potranno aderire oltre 34 milioni di automobilisti. Obiettivo: un maxi risarcimento. Tutto è partito dalle ispezioni della Guardia di finanza nelle sedi delle principali compagnie petrolifere

Il Codacons "lancia una class action" sui prezzi dei carburanti, cui possono aderire "oltre 34 milioni di automobilisti". Lo rende noto l'associazione dei consumatori dopo "la decisione del tribunale di Varese, che ha chiesto alle procure della Repubblica competenti di indagare sull'andamento dei prezzi dei carburanti, ravvedendo gravi indizi di reato".

Chi può aderire alla class action? Semplice: "Tutti quelli - afferma il Codacons - che negli ultimi 5 anni hanno fatto rifornimento di carburante nei distributori delle compagnie petrolifere citate dal Gip di Varese (Shell, Tamoil, Eni, Esso, TotalErg, Kuwait Petroleum, Api) possono costituirsi parte offesa nel procedimento e avviare l'iter per ottenere un risarcimento in quanto soggetti danneggiati da reato".

"Questo perchè - sostiene l'associazione - una volta dimostrata l'alterazione anomala dei listini e l'esistenza di speculazioni atte a mantenere elevati i prezzi di benzina e gasolio, chiunque sia in grado di provare i rifornimenti potrà chiedere un risarcimento per il danno economico subito".

"Nel marzo del 2012, spiega il Codacons, la procura di Varese ha aperto un'inchiesta per "accertare l'esistenza di eventuali manovre speculative relative all'aumento dei prezzi della benzina" e, accogliendo l'istanza del Codacons, ha inviato la Guardia di finanza nelle sedi delle principali compagnie petrolifere a Roma, Milano e Genova.

"Ora il tribunale di Varese, sottolinea l'associazione, "decidendo sull'istanza di sequestro di tutta una serie di documenti relativi ai listini di benzina e gasolio (contratti di acquisto e vendita di carburanti delle compagnie petrolifere sia sul fronte nazionale sia su quello internazionale), per la prima volta nella storia ha individuato gravi indizi di reato (truffa aggravata e aggiotaggio) relativamente alla formazione dei prezzi dei carburanti in Italia, ordinando di investire della questione le Procure della Repubblica competenti".

Nel decreto del Gip di Varese sono citate espressamente le compagnie petrolifere Eni, Esso, TotalErg, Kuwait Petroleum, Api (tutte con sede a Roma), Shell e Tamoil (con sede a Milano) . Il tribunale, "per questioni di competenza territoriale, si dichiara impossibilitato a procedere e ordina al pm di trasmettere gli atti alle competenti Procure della Repubblica".

"Ora le Procure di Roma e Milano - sostiene il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - dovranno aprire analoghe inchieste, procedendo al sequestro dei documenti indicati dal tribunale di Varese. Per la prima volta in Italia, grazie ad una denuncia del Codacons, la magistratura potrà fare le pulci ai contratti delle compagnie petrolifere e scoprire le cause della doppia velocità dei listini dei carburanti, e verificare - conclude - dove si annidano quelle speculazioni che rendono i prezzi italiani di benzina e gasolio più elevati rispetto alla media europea".

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