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Sabato, 27 Aprile 2024
L'iniziativa / Lecce

Corsi da sommelier per rifugiati, Zerocalcare firma l'etichetta di una speciale bottiglia

Un progetto di Arci solidarietà, coordinatrice dell'accoglienza Sai (ex Sprar). In cinque hanno cominciato il corso di avvicinamento al vino. Il noto fumettista ha realizzato in esclusiva l’etichetta delle bottiglie che verranno degustate durante il Kascignana Festival: i proventi della vendita alle donne del Rojava

I tempi impongono che un certo tipo di accoglienza lasci spazio a forme più evolute di integrazione. Serve immaginare, per esempio, che gli stranieri non debbano più soltanto lavorare nei campi infuocati dal sole come braccianti stagionali. Non solo angurie. Non solo pomodori. Non soltanto lavapiatti. Ora possono aspirare a diventare per esempio sommelier, addetti alla scelta dei vini di un ristorante. Punta alla concretezza dell’integrazione, attraverso l’ingresso nel mondo di nuove professioni, un progetto che parte dal Salento e che sarà presentato a partire da venerdì 5 agosto, in occasione della quinta edizione del Kascignana Festival (a Castrignano de’ Greci, una ventina di chilometri da Lecce), sul tema dei linguaggi dell’accoglienza e dei diritti umani.

Cinque giornate all’insegna di dibattiti con docenti universitari, convegni con esponenti politici e concerti con artisti di fama nazionale. Ma il focus è soprattutto uno: facilitare l’inserimento dei migranti beneficiari dei progetti della rete Sai (il Sistema accoglienza integrazione, ex Sprar modificati anche nella dicitura dai recenti decreti sicurezza) nel tessuto socio-lavorativo.

Nello   specifico,  cinque   ospiti (tutti provenienti da Paesi dell'Africa subsahariana,  Nigeria e Camerun), hanno seguito nelle ultime settimane un corso professionalizzante sulla produzione del vino: dalla conoscenza della cura del vitigno, fino alla fase dell'imbottigliamento. Non soltanto nozioni di natura tecnica. Ma lezioni frontali fatte anche di interazioni umane: sono infatti intervenuti piccoli e grandi produttori locali e gli anziani del territorio.

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Tutti assieme per formare, certo, ma anche per condividere ricordi, memorie antiche, modalità di produzione comunitarie del vino. Il percorso formativo, a cura di docenti dell’Associazione italiana sommelier,  ha portato alla produzione   di   una   bottiglia   di   vino   col  packaging   dedicato appunto al “Kascignana festival”, in edizione limitata.  L’etichetta è stata realizzata dal noto fumettista Zerocalcare, in via esclusiva e gratuita (nella foto a destra). L’artista romano ha infatti sposato il progetto salentino: il ricavato delle offerte per quelle bottiglie di vino - la cui degustazione sarà gestita dai rifugiati e dalle rifugiate - sarà devoluto alla “Fondazione delle donne libere del Rojava (Wjas)”.

Lo scopo dell’iniziativa complessiva (che vedrà, tra gli altri, anche la partecipazione del senatore Riccardo Nencini, presidente della commissione “Istruzione pubblica, beni culturale e ricerca scientifica; dello scrittore e storico Carlo Greppi e di artisti come Bandabardò e Manuel Agnelli) è quella di moltiplicare le connessioni umane in tema di diritti. Avvicinare dunque i rifugiati sul territorio italiano ai temi della cultura, del lavoro e ad altre realtà del mondo nelle quali quei diritti rischiano di essere oscurati. Non solo una best practice, ma una delle ricette per puntare a  forme di integrazione transculturale: diventare tutt’uno con la realtà territoriale circostante. E un progetto di integrazione che parte dal Salento non potrà prescindere dall'enologia.

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“L’anima di questa area del sud Italia parla di vino e noi vogliamo che i ragazzi e le ragazze che beneficiano dei progetti di accoglienza possano essere coinvolti nella produzione agricola di qualità”, dichiara Anna Caputo, presidente di Arci Lecce Cooperativa sociale. “Anche perché, assistendo via via alla triste scomparsa degli olivi dal paesaggio, vi è la necessità di puntare su altri settori dell’economia locale. Avendo avviato di recente progetti per migranti che guardano al food, ci è sembrato un passo naturale accostare anche la formazione enologica a completamente di nuove figure progessionali che potranno così trovare un più facile ingresso nel mondo del lavoro del prossimo futuro", conclude.

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