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Venerdì, 26 Aprile 2024
Incubo pandemia

Covid, il governatore Zaia: "Siamo entrati nella quinta ondata"

In Veneto e in tutto il territorio nazionale si registra un aumento di ricoveri

L'ultimo bollettino Covid-19 del Veneto registra dati in ascesa e spaventa il Governatore della Regione, Luca Zaia. Durante il punto giornaliero del 22 marzo, il presidente Zaia ha lanciato un monito: "Siamo entrati nella quinta ondata di questa pandemia, a fine marzo capiremo di più sull'andamento di ricoveri e contagi. Non abbassiamo la guardia anche se ormai il virus è diventato endemico", ha spiegato il Governatore.

Zaia è preoccupato per le 68.136 persone positive registrate nelle ultime 24 ore in Veneto. Negli ospedali del Veneto torna a salire il numero di pazienti ricoverati: 796 in totale di cui 743 in area medica (+27 rispetto a ieri 21 marzo) e 53 in terapia intensiva (-4). Sono invece 338 i pazienti non Covid nelle terapie intensive. L'indice Rt regionale è a 0.85, il tasso di occupazione delle terapie intensive è al 2.5% mentre quello dell'area medica al 7.7%.

Per il presidente della Regione la vera sfida ora è proteggere gli anziani e le persone fragili. Nella conferenza stampa odierna, Zaia ha suggerito all'utilizzo dei tamponi solo per i sintomatici. "Negli ultimi giorni - ha detto Zaia - sono in aumento i casi di "long Covid" pazienti che, dopo aver contratto il virus continuano ad avere effetti e strascichi pesanti. Bisognerà pensare a delle cure mirate per loro".

L'aumento dei casi in Veneto rispecchia l'incremento dei contagi su tutto il territorio nazionale. Da un'analisi dei dati diffusi dal ministero della Salute nei bollettini quotidiani sui contagi, i nuovi casi di Covid-19 sono stati in totale 477.340 negli ultimi 7 giorni: +40,05% rispetto alla settimana 7-13 marzo (340.825 casi). Inoltre, secondo quanto emerge dall'analisi dei bollettini quotidiani del Ministero della Salute, sulla passata settimana 14-20 marzo, frena il calo dei morti e tornano a crescere i ricoveri quotidiani in terapia intensiva dopo due mesi. 

L'incremento dei casi 

Conseguenza, sottolineano gli esperti, dell'allentamento delle misure per contrastare la diffusione del Covid-19, con la relativa sospensione dello stato di emergenza dal 1° aprile deciso dal CdM la scorsa settimana. In base alle nuove misure, dal prossimo mese si continuerà a gestire la pandemia basandosi sul green pass, base o rafforzato, che consentirà di accedere a luoghi pubblici, scuole, luoghi di lavoro. Eliminato - per ora - il sistema dei colori per le Regioni, adottato per segnalare una pressione sul sistema sanitario locale a seguito dell'aumento dei contagi. Quello su cui si continuerà ad effettuare un monitoraggio serrato, invece, saranno i ricoveri che, in questa fase restano tuttavia ancora bassi.

È iniziata una nuova ondata di Covid (anche in Italia)

Quello che preoccupa virologi ed epidemiologi è l'illusoria atmosfera del "liberi tutti", in un momento in cui la campagna vaccinale ha subìto una brusca frenata: nella settimana dal 4 all'11 marzo le prime dosi sono state 18mila (la prima settimana di febbraio erano state 167mila). Come ricordato dal presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro, commentando i dati settimanali della cabina di regia sulla situazione epidemiologica, c'è ancora "una quota significativa di italiani non ha neppure una dose di vaccino". E poi ha lanciato un monito: "Guardando alla crescita del numero di nuovi casi, è verosimile che nelle prossime settimane anche i numeri dei ricoveri comincino a salire", ha osservato. 

Il timore cresce guardando i valori di trasmissibilità della variante Omicron 2. Fabrizio Pregliasco, direttore Sanitario dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, ha ricordato che la variante "Omicron 2 è il 30% più contagiosa di Omicron". Solo chi ha la terza dose di vaccino anti Covid-19 è protetto dalle forme gravi, ha detto.

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