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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Uccise la compagna, poi la fuga in Tunisia: il killer di Daniela arrestato a 4 anni dal delitto

Chaanbi Mootaz era latitante dal 2014: lo scorso maggio il processo d'Appello aveva confermato la condanna a 30 anni. L'uomo è in stato di fermo grazie all'intervento della polizia tunisina. Salvini: "Deve pagare tutto"

Più di quattro anni fa, con una violenza inaudita, uccise la compagna Daniela Bani. Era il 22 settembre del 2014 quando Chaanbi Mootaz massacrò la convivente con diverse coltellate. La vittima, una donna di trent'anni, madre di due bimbi piccoli, venne uccisa nella sua casa di Palazzolo sull'Oglio, nel Bresciano. Prima dell’omicidio Mootaz  prenotò un biglietto per Tunisi, suo paese d'origine.

A distanza di oltre quattro anni da quel terribile ed efferato omicidio, l’uomo è stato arrestato proprio in Tunisia. Su Chaanbi Mootaz – che si era reso latitante - pendeva un  provvedimento restrittivo dell’autorità giudiziaria di Brescia, poi esteso a livello internazionale. Il tunisino è ora in stato di fermo grazie all'intervento della polizia tunisina.

Omicidio Daniela Bani, Salvini: "Deve pagare tutto"

La notizia, trapelata in mattinata da fonti del Quirinale, è stata confermata dallo stesso ministro dell’Interno, Matteo Salvini: "L'arresto di questo criminale, scappato in patria dopo l'orribile omicidio della madre dei suoi figli, non restituirà Daniela, ma ci fa sperare che sia fatta finalmente giustizia: deve pagare tutto!", scrive il ministro postando a corredo del commento una foto dell’articolo di BresciaToday. "Ringrazio i nostri investigatori e le Autorità di Tunisi, che si sono confermate collaborative e di parola", aggiunge Salvini in un altro tweet. "Invio un abbraccio affettuoso alla signora Giuseppina e ai suoi due nipotini".

Matteo Salvini omicidio-2

Il movente e la dinamica dell’omicidio

La vittima, Daniela Bani, avrebbe voluto lasciare il marito con il quale - avevano raccontato i vicini poco dopo il delitto - le liti erano continue e all'ordine del giorno. Dopo aver ucciso la moglie, salì in macchina, per raggiungere l'aeroporto di Orio al Serio (dove è stata ritrovata la sua auto, una Ford Focus) e decollare verso l'ingiusta libertà.

Il processo e la condanna a 30 anni

Il processo d'appello si è chiuso nel maggio scorso con la conferma della condanna a 30 anni di carcere per Chaabi Mootaz. Colpi di scena, come previsto, non ce ne sono stati, attenuanti che potessero alleviare la pena non erano nemmeno da prendere in considerazione.

Il tema del figlio della vittima: "Da quel momento non ho più visto mia madre"

Nell'aula di Tribunale si sono vissuti momenti di commozione quando l'avvocato della famiglia della vittima, Pietro Pasini (affiancato dalla collega Stefania Battistelli), su espresso desiderio di padre e madre di Daniela, ha letto alcuni passaggi del tema svolto in classe dal loro nipote, presente in casa al momento dell'assassinio, che frequenta la quinta elementare. Li riportiamo di seguito. 

Tema: Racconto un fatto realmente accaduto, la perdita della cosa a me più cara.

"Era una tranquilla mattina di sole, io stavo ancora dormendo, poi è arrivata mia mamma a svegliarmi vestita così: camicia a quadretti rossi e bianchi, jeans e coda di cavallo fermata da un cerchietto. Era più solare del solito, e non ho sentito mio fratello perché era andato all'asilo. Dopo che ho fatto colazione sono andato in camera a vestirmi, per andare a prendere mio fratello all'asilo, poi ho visto mia mamma e mio papà che andavano verso la loro camera e hanno chiuso la porta a chiave e da qual momento non ho più sentito mia mamma. Poi dopo qualche minuto ho visto passare per il corridoio mio papà però stavolta senza la mamma e mi sono chiesto: "Ma che fine ha fatto mia mamma?".

"E da quel momento non l'ho più vista. E a scriverlo mi sembra ancora di riviverlo per la seconda volta, ma la prima è più dolorosa, secondo me, delle altre e però non si può tornare indietro, se no l'avrei già fatto! Mi piacerebbe riaverla indietro e tenerla stretta, stretta a me. Ma purtroppo non si può fare, mi rimarrà per sempre nel cuore con dolore e rimpianto. Non me lo perdonerò mai, ma proprio mai. E l'importante è che resterà vicino a me con lo spirito, e andrò al cimitero quando potrò e la terrò sempre nel cuore, e in parte a me".

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