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Lunedì, 29 Aprile 2024
Le indagini

Naufragio all'Asinara, l'autopsia sul corpo di Davide Calvia. La sorella: "Ti renderò giustizia"

Indagato per naufragio colposo il cugino della vittima, ritrovato miracolosamente vivo 24 ore dopo l'incidente in mare. Il giallo della barca

Sono ancora molti i punti da chiarire sul naufragio in cui ha perso la vita Davide Calvia. Il cadavere del 38enne è stato trovato sabato scorso, 22 aprile, in una caletta poco prima di Lu Bagnu, a pochi chilometri da Castelsardo, in provincia di Sassari. L'uomo era scomparso insieme al cugino, Giovannino Pinna, scampato miracolosamente alla morte dopo più di 24 ore trascorse in mare. I fatti risalgono al 12 aprile. Pinna e Calvia si trovavano nella zona del golfo dell'Asinara, quando la loro barca si è ribaltata. I due avrebbero lanciato l'sos per poi tuffarsi in mare con le tute da sub.


Pinna era stato trovato solo la sera successiva, intorno alle 20:45, dal proprietario di una villetta che si affaccia sulla costa, sul litorale di Sorso, e trasportato in gravi condizioni all'ospedale civile di Sassari. Ora è fuori pericolo. 

Ci sono voluti invece diversi giorni affinché il mare restituisse il corpo senza vita del cugino. L’autopsia sul cadavere della vittima avrebbe rilevato la presenza di politraumi, riferisce l'Ansa, sulla cui origine però non c'è nessuna certezza. Di sicuro il corpo del povero Calvia è rimasto per una decina di giorni in balia del mare, fra onde e scogli. Per capire se il decesso è avvenuto per annegamento o a causa dei politraumi, bisognerà attendere i risultati finali dell’esame autoptico.

Indagato Giovannino Pinna, superstite del naufragio. Il legale: "È sotto choc"

Giovannino Pinna nel frattempo è stato indagato per naufragio colposo. "Il mio assistito sta ancora male, sia fisicamente che psicologicamente" ha fatto sapere il suo avvocato difensore, Luca Barrocu. "È sotto choc e appena starà meglio sarà a disposizione degli inquirenti per chiarire qualsiasi aspetto dell'incidente. Ha già fornito ai carabinieri una versione dei fatti, ma è disponibile a rispondere a ulteriori domande". Cosa è successo quella notte solo lui potrà raccontarlo.

Uno dei punti da chiarire è quello della barca che non è mai stata ritrovata. Nessuno dei due aveva un natante né di proprietà né a disposizione: su che barca erano? A Porto Torres, proprio nel pomeriggio del 12 aprile, sarebbe sparita un'imbarcazione di sei metri. Si tratta della stessa barca utilizzata dai due sub poi naufragati? Al momento nessuno può dirlo. Sono tanti i punti oscuri in questa surreale vicenda. Le indagini proseguono. E la famiglia della vittima spera di conoscere presto la verità. "Voglio prometterti che ti renderò giustizia" scrive su Facebook Nadia Calvia, sorella del 38enne morto, "fosse l’ultima cosa che farò!". "Chi ti conosceva sa che avevi un grande cuore" si legge ancora nel post, "tutti dobbiamo sapere perché è andata così". 

Il post di Nadia Calvia

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