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Sabato, 27 Aprile 2024
La ricostruzione / Brescia

Davide Fontana, chi è il killer reo confesso di Charlotte Angie: il giallo del movente

Originario di Rescaldina, in provincia di Milano, è un impiegato di banca e food blogger di 43 anni. Vittima e assassino in passato avrebbero avuto una relazione sentimentale, e vivevano in due case sullo stesso pianerottolo. La donna era madre di un bimbo di 5 anni

Si chiama Davide Fontana l'uomo reo confesso dell'omicidio di Carol Maltesi, 26 anni, in arte Charlotte Angie, attrice nota nel mondo dell'hard, originaria di Sesto Calende in provincia di Varese. L'uomo, 43 anni, è un dipendente di banca e food blogger per passione. Stando alle indagini dei carabinieri della compagnia di Breno e del nucleo investigativo di Brescia, coordinati dal procuratore Lorenza Ghibaudo, l'omicidio sarebbe stato commesso da Fontana a fine gennaio nella casa di Maltesi. Durante l'interrogatorio il 43enne, poi sottoposto a fermo di indiziato di delitto con le accuse di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere, non ha spiegato i motivi del gesto, dicendo di aver agito d'impulso.

Carol Maltesi uccisa e fatta a pezzi, Davide Fontana ha filmato tutto: il movente non c'è

Prima di guadagnare con i contenuti hard col nome d'arte "Charlotte Angie", Carol Maltesi aveva lavorato come commessa in un negozio di profumi di Milano, ed era diventata madre nel 2016, a soli 20 anni. Charlotte Angie era attesa al Luxy Club di Milano per il Luky Erotik Festival che si è svolto dall'11 al 13 marzo, insieme a una serie di altre pornostar, ma non si è mai presentata. La donna è stata uccisa, fatta a pezzi e ritrovata nel pomeriggio di domenica 20 marzo in fondo a un dirupo nelle montagne di Borno, comune dell'alta Val Camonica, in provincia di Brescia.

Vittima e killer erano vicini di casa, vivevano in due abitazioni sullo stesso pianerottolo a Rescaldina (in provincia di Milano), e in passato avrebbero avuto una relazione sentimentale. Dopo la rottura, però, Fontana e Maltesi sarebbero rimasti in buoni rapporti. Nella cascina dove abitavano sono arrivati i carabinieri di Breno (Brescia) che hanno posto i sigilli agli appartamenti di entrambi e alla macchina di lui parcheggiata nel cortile. Quella di lei, che Fontana ha usato per trasportarne il cadavere fatto a pezzi per scaricarlo poi in un dirupo nel Bresciano, è in una via limitrofa.

La cascina si trova quasi nel centro del paese dell'hinterland milanese. Alcuni appartamenti sono vuoti. "Abbiamo iniziato a pensare che avessero una storia perché uscivano di mattina presto uno da casa dell'altro": così una vicina di casa racconta all'Ansa del rapporto tra i due. L'uomo abitava nell'appartamento a fianco di quello della donna: "Qui le pareti sono sottilissime, si sente tutto, non abbiamo sentito nulla, se avessimo sentito delle urla o simili saremmo usciti e invece non li abbiamo mai sentiti litigare", dice ancora la vicina.

La confessione di Davide Fontana

Nelle oltre tre ore di interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Brescia, Davide Fontana ha raccontato che nessuno in questi mesi ha cercato Charlotte Angie, che lui aveva ucciso a gennaio. "Solo la mamma con alcuni messaggi whatsapp e l'ex compagno sempre con messaggi. Al telefono nessuno", ha detto il 43enne che ieri sera alle 22.39 è entrato nella caserma dei carabinieri a Brescia da uomo libero e ne è uscito da fermato finendo in carcere. Ha confessato tutto prima dell'arrivo del suo legale. In mattinata l'uomo si era presentato spontaneamente dai carabinieri nel milanese per denunciare la scomparsa dell'attrice hard 26enne. Secondo gli investigatori, il suo racconto era pieno di incongruenze: per questo in serata è stato riconvocato a Brescia, dove poi ha confessato omicidio. Da gennaio ad oggi avrebbe usato il telefono della vittima, presumibilmente per depistare le indagini. "Ho pagato anche l'affitto di casa sua", ha detto al pm Lorena Ghibaudo durante l'interrogatorio.

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I carabinieri sul luogo dove è stato rinvenuto il cadavere di una donna, Borno (Paline), 21 Marzo 2022. Ansa/ Filippo Venezia

Charlotte Angie: il giallo del movente e la ricostruzione dell'omicidio

Sono poche finora le informazioni trapelate sul movente del delitto, così come sulle cause del decesso. Durante l'interrogatorio fiume, il 43enne avrebbe raccontato di avere aggredito l'attrice hard, nonché ex fidanzata, "in preda a un raptus", e di averla colpita in testa con un oggetto contundente. Ma saranno gli accertamenti su ciò che resta del corpo della 26enne a chiarire con certezza cosa abbia provocato il decesso. L'omicidio sarebbe avvenuto a fine gennaio nell'appartamento della vittima, a Rescaldina, forse al termine di un violento litigio tra i due. Poi il killer ha fatto a pezzi -  almeno quindici - il corpo della donna, nascondendolo per diversi mesi nel congelatore dell'abitazione della donna. Infine, nella mattina di domenica 20 marzo, dopo un paio di mesi dall'assassinio, si è sbarazzato del corpo orribilmente massacrato della ex riponendolo in quattro sacchi dell'immondizia che ha gettato in un dirupo a Paline di Borno.

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Avrebbe scelto Borno, in provincia di Brescia, per disfarsi del cadavere di Carol Maltesi, in arte Charlotte Angie, perché nel paese della Val Camonica aveva trascorso in passato dei periodi di vacanza, secondo quanto riferito da lui stesso durante l'interrogatorio. Il ritrovamento delle buste di plastica è avvenuto poche ore dopo, grazie a un passante 60enne del posto che ne ha aperta una, rinvenendo pezzi di un cadavere umano e in particolare una mano di donna con le unghie smaltate. Vista la difficoltà nell'identificare la vittima - il volto era infatti stato bruciato e reso quindi irriconoscibile - i carabinieri, in accordo con la procura, avevano allora deciso di pubblicare un comunicato nel quale venivano descritti alcuni tatuaggi ancora parzialmente visibili sul corpo della donna.

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La svolta è arrivata proprio grazie a quei tatuaggi: le scritte e i disegni trovati sul cadavere sono stati riconosciuti da numerose persone e hanno portato i militari ad identificare la vittima, nella giornata di domenica 27 marzo, a una settimana esatta dal ritrovamento del cadavere. Nessuno, fino a quel momento, si era accorto della scomparsa della 26enne, né si era insospettito. Il cerchio attorno al killer si è stretto rapidamente: le immagini delle telecamere hanno inquadrato l'auto della donna passare da Borno proprio poche ore prima del ritrovamento del suo corpo senza vita. Al volante della macchina c'era il 43enne, che nella giornata di lunedì è stato ascoltato dai carabinieri.

Dal suo racconto sono emerse diverse contraddizioni che, confrontate con le evidenze già raccolte dagli investigatori, sono sfociate in un interrogatorio fiume proseguito per gran parte della notte tra lunedì e martedì. Messo alle strette, il 43enne ha infine deciso di confessare. Sottoposto a misura cautelare su indicazione della pm Lorena Ghibaudo, è accusato di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere.

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