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Sabato, 27 Aprile 2024
La ricostruzione

Denise Pipitone: la telefonata di una donna al papà e quella "somiglianza sconvolgente"

Il confronto tra la donna che chiamò Piero Pulizzi nel 2005 e quella avvistata a Milano con una bambina somigliante alla piccola scomparsa da Mazara del Vallo

Si continua a indagare sul caso di Denise Pipitone, la bambina scomparsa il primo settembre 2004 da Mazara del Vallo in provincia di Trapani, quando aveva quattro anni. C'è una telefonata nella vicenda della scomparsa della piccola che, dopo anni di indagini e ricerche, lascia ancora alcuni dubbi. Di cosa parliamo? È il 14 gennaio 2005, pochi mesi dopo la sparizione, quando Piero Pulizzi, il papà naturale di Denise, riceve una chiamata da una donna, partita da un campo rom di Marsala, non lontano da Mazara del Vallo: nella telefonata si sente la voce di una donna dall'accento straniero e in sottofondo il pianto di una bambina.

Gli accertamenti fatti poco dopo in quel campo nomadi non porteranno a nessun risvolto decisivo nelle indagini, anche se si riuscirà a capire a chi appartiene quell'utenza. Sul cellulare della donna che effettuò quella telefonata, il numero di Piero Pulizzi era salvato come "Piero Fra". La donna spiegò di aver preso quel telefono di seconda mano e che il numero di Pulizzi era già in rubrica. Alla donna che telefonò a Piero Pulizzi verrà scattata una fotografia. Dopo anni, per la prima volta, "Mattino Cinque" ha messo a confronto l'immagine della donna del campo rom di Marsala con la foto scattata a Milano, nello stesso periodo, a una donna che aveva vicino a sé una bambina molto simile a Denise Pipitone.

È necessario fare un passo indietro. Il riferimento è ai fatti avvenuti a Milano il 18 ottobre 2004, poco più di un mese dopo la scomparsa di Denise, quando la guardia giurata Felice Grieco vide una bambina "somigliante a Denise Pipitone in compagnia di un gruppo di rom", girò un breve video e chiamò la polizia. "Purtroppo sono 17 anni che vivo con il rimorso di non aver agito d'impulso, anche se sarei andato nell'errore. Quel giorno non me la sentii - ha raccontato la guardia giurata -. In questi giorni sul web sono stato attaccato da molte persone per questa cosa. Tutti dicono che avrei dovuto prenderla e portarla via, che io essendo una guardia giurata avrei potuto farlo. Si sbagliano di grosso. Non potevo fare niente".

Felice Grieco ha ricostruito così cosa accadde quel giorno: "Quella mattina verso le 12 il direttore della banca mi invitò ad allontanare un ragazzino che disturbava. Appena girato l'angolo mi trovai davanti un'altra bambina che colpì subito la mia attenzione, assomigliava molto a Denise Pipitone". Era il 18 ottobre 2004: Denise era scomparsa da Mazara del Vallo poco più di un mese prima, il primo settembre. "Per me era proprio lei. Chiamai prima mia moglie, subito dopo la polizia - ha ricordato Grieco - chiesi di poter intervenire con una scusa, ma mi fu detto di aspettare il loro intervento. Feci anche il famoso video, mi dissi che almeno così avevano una faccia da riconoscere, da controllare. Per trattenere il gruppo di rom chiesi alla bimba se volesse mangiare qualcosa, mi rispose: una pizza. La polizia arrivò molto tardi, quella mattina ci fu un omicidio al Niguarda. Il gruppo con la bambina si allontanò. La bambina parlava perfettamente italiano". Tempo dopo, proprio sul luogo della segnalazione, Grieco incontrò la madre di Denise, Piera Maggio: "Si arrabbiò molto con me. La capisco". L'indagine su quel video si arenò.

"La somiglianza è notevole": così l'avvocato Giacomo Frazzitta - legale dei genitori di Denise Pipitone - ha commentato il confronto tra le donne nelle due foto (l'immagine della donna del campo rom di Marsala e quella della donna che a Milano aveva vicino a sé una bambina molto simile a Denise). "È abbastanza sconvolgente, è la prima volta che la vedo", ha spiegato Frazzitta che però ha voluto anche considerare la differenza di età tra le donne immortalate nelle due foto scattate a pochi mesi di distanza e ha aggiunto: "In teoria una potrebbe essere la figlia dell'altra". Qui sotto, il video del programma di Canale5 che ricostruisce il caso parlando del confronto tra le due foto.

C'è una nuova pista sulla scomparsa di Denise Pipitone? E cosa non torna nelle indagini svolte finora? Se lo chiedono, oltre ai familiari della bambina scomparsa il primo settembre 2004 quando aveva solo quattro anni a Mazara del Vallo in provincia di Trapani, anche gli inquirenti della procura di Marsala che nei giorni scorsi hanno riaperto il caso, riesaminando la vecchia inchiesta e tornando ad indagare. A diciassette anni di distanza dalla scomparsa, i magistrati vogliono capire se ci sono stati depistaggi o errori avvenuti nei primi giorni dell'inchiesta, come sostenuto a più riprese da Piera Maggio, mamma di Denise. Dettagli che potrebbero avere un peso in questa vicenda drammatica e ancora oggi oscura, in cui qualcuno conosce la verità, ma tace. In realtà la pista seguita dagli inquirenti è sempre quella familiare. "Fino a prova contraria Denise è viva e va cercata, se e quando ci dimostreranno il contrario, allora ci fermeremo nel cercarla e proseguiremo in altro - hanno scritto in un post su Facebook Piera Maggio e Piero Pulizzi, genitori della piccola Denise -. Chiunque in tutti questi anni ci ha fatto del male indirettamente o indirettamente, non può e non deve rimanere impunito, soprattutto chi ha sequestrato Denise!".

Denise Pipitone: perché il caso è stato riaperto e cosa non torna nelle indagini
 

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