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Sabato, 27 Aprile 2024
Domiciliari / Biella

Uccise la fidanzata con 57 coltellate, ora esce dal carcere perché "è obeso e fuma troppo"

Dimitri Fricano è stato condannato a 30 anni per aver ucciso Erika Preti nel 2017, dopo un banale litigio per le briciole di pane. Ora la decisione del tribunale di sorveglianza di Torino: le sue condizioni di salute sono incompatibili con la detenzione. Va ai domiciliari

È obeso, è "un iper fumatore", soffre di "una sindrome ansioso depressiva borderline narcisistica" e avrebbe anche un deficit cognitivo, conseguenza di un'encefalite che lo ha colpito negli anni '90. Sono i motivi per cui il tribunale di sorveglianza di Torino ha deciso di concedere gli arresti domiciliari a Dimitri Fricano, 35enne di Biella che sta scontando una condanna a trent'anni di reclusione per l'omicidio della fidanzata Erika Preti, durante una vacanza in Sardegna. Fricano finora ha scontato quasi 6 anni di carcere, ma le sue condizioni di salute non sono più compatibili con la detenzione a Le Vallette di Torino: essendo "a rischio di complicanze cardiovascolari", il giudice del tribunale di sorveglianza gli ha concesso i domiciliari, e lui è tornato a vivere a casa sua a Biella.

Dimitri Fricano: dal carcere ai domiciliari perché obeso

La mattina dell'11 giugno del 2017, poco prima di andare in spiaggia, Dimitri Fricano aveva inflitto 57 coltellate alla compagna Erika Preti, 28 anni, dopo un banale litigio in una villetta di San Teodoro (Sassari), secondo quanto ricostruito dagli inquirenti: la donna l'aveva rimproverato perché stava facendo troppe briciole sul tavolo. Poco dopo il delitto, l'uomo aveva parlato di un tentativo di rapina finita male, respingendo le accuse. Dopo circa un mese, si era presentato in procura a Biella per confessare l'omicidio, avvenuto al culmine della lite scoppiata nell'abitazione affittata dalla coppia per una vacanza.

L'uomo aveva detto di essere stato rimproverato dalla sua fidanzata: lui le avrebbe risposto lanciandole insulti e altre offese. A questo punto la coppia sarebbe presto passata dalle parole ai fatti, fino all'aggressione: Erika, secondo la ricostruzione del 35enne, lo avrebbe colpito con un fermacarte in pietra appoggiato sul tavolo. E lui l'ha uccisa a coltellate, colpendola 57 volte. Una confessione glaciale, la sua: "Mi ha insultato per il pane e poi mi ha colpito alla testa. Così l'ho uccisa".

La condanna era diventata definitiva l'anno scorso, nell'aprile 2022. Ora il tribunale ritiene che Fricano non sia più "compatibile con il regime carcerario", per il suo stato di salute decisamente complesso. "I giudici hanno stabilito che deve essere curato", hanno spiegato gli avvocati difensori Alessandra Guarini e Roberto Onida. L'atto con cui il tribunale motiva la concessione dei domiciliari parla dei vari problemi di salute dell'uomo: oggi pesa circa duecento chili (quando era entrato nel penitenziario ne pesava 120), e che ciò "comporta difficoltà di deambulazione", aggiunta "all'impossibilità di seguire una dieta all'interno del carcere, creando dunque un "pericolo di vita legato al rischio cardiovascolare". L'uomo, inoltre, fuma cento sigarette al giorno.

Secondo il tribunale di sorveglianza di Torino, la cucina del carcere Le Vallette non riesce a fornire pasti ipocalorici al detenuto che, di conseguenza, non può seguire la dieta per lui indicata. Inoltre, sottolineano i giudici, la detenzione nel carcere risulta incompatibile con le sue condizioni di salute "anche per la presenza di barriere architettoniche" che rendono difficoltosi gli spostamenti. "A causa delle sua obesità e delle limitazioni funzionali derivanti dalla polineuropatia agli arti inferiori e superiori - scrivono nell'ordinanza i giudici - non è in grado di assolvere autonomamente alle proprie necessità quotidiane e ha bisogno di un'assistenza che non è possibile dispensare in istituto".  A casa sua, invece, potrà ricevere cure migliori, assistito anche dai parenti e dagli amici per tutte le necessità quotidiane.

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