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Venerdì, 26 Aprile 2024
la situazione

"Fabrizio Corona in condizioni preoccupanti, ha provato a colpirsi le vene con una biro"

L'ex agente fotografico è ricoverato nel reparto di psichiatria del Niguarda dopo l'arresto di giovedì scorso

"La situazione verrà ovviamente monitorata, ma non possiamo nascondere la nostra angoscia". Così l'avvocato Cristina Morrone, collaboratrice dell'avvocato Chiesa, racconta le condizioni di Fabrizio Corona, ricoverato al reparto di psichiatria dell'Ospedale Niguarda di Milano dalla scorsa settimana, dopo l'arresto documentato su Instagram. Dopo aver cominciato lo sciopero della fame e della sete, ora l'agente fotografico avrebbe provato a ferirsi con una penna. 

"Fabrizio ha tentato di farsi male con una biro"

"Fabrizio ha di nuovo tentato di farsi del male - si legge in un comunicato diffuso attraverso il profilo Instagram ufficiale dell'ex agente fotografico - questa volta utilizzando una biro con cui si è colpito di nuovo alle vene delle braccia. L'avvocato Morrone ha trovato Fabrizio Corona in condizioni psicofisiche debilitate e preoccupanti, decisamente peggiori ai giorni scorsi". 

Nei giorni scorsi i legali parlavano di un ricovero in psichiatria della durata di qualche giorno. L'ex re dei paparazzi è ovviamente piantonato dalla polizia e da agenti di polizia penitenziaria del carcere di Opera, dove sarà trasferito quando potrà lasciare l'ospedale, come deciso dal sostituto pg Antonio Lamanna. 

L'arresto 'in diretta' di Corona 

Giovedì scorso lo staff di Corona aveva documentato l'arresto via social. Nei video, il 46enne si era mostrato coperto di sangue dopo essersi ferito le vene. "Questo è solo l'inizio, sacrificherò la mia vita per togliervi da quelle sedie", aveva esclamato rivolgendosi ai giudici. E ancora: "Chiedo che venga il presidente del tribunale di sorveglianza". Poi aveva dato in escandescenza nel momento in cui gli agenti lo invitavano a salire in ambulanza per recarsi in ospedale. In lacrime la madre Gabriella. 

Perché Corona torna in carcere

Come riporta MilanoToday, la decisione dei giudici è arrivata dopo che lo scorso lunedì proprio il sostituto procuratore generale di Milano, Antonio La Manna, aveva chiesto che Corona lasciasse i domiciliari e tornasse in cella, girando al tribunale di sorveglianza la richiesta di sospensione del differimento della pena.

L'ex fotografo, secondo la procura, avrebbe violato alcune delle prescrizioni impartite dal Tribunale, utilizzando i social network e partecipando a programmi tv,  collezionando - tra l'altro - denunce per diffamazioni e minacce.  All'udienza, a porte chiuse, aveva partecipato anche Corona, che sempre su Instagram aveva chiesto scusa alcune ore prima di presentarsi davanti ai giudici. "Mi dispiace se ho sbagliato, come dite voi ho commesso gravi violazioni", aveva scritto. 

L'imprenditore aveva messo online due pagine di appunti scritti a mano nei quali si era definito "un essere umano, non un criminale". La richiesta era quella di evitargli il "ritorno all’inferno" del carcere. "Non sono e non sarò più quello di prima. E poi sono vecchio", aveva scritto. "Durante la notte ho i flashback come i reduci dal Vietnam" ripensando "agli anni di galera", aveva continuato. "Da 15 anni - l'appello di Corona - non ho commesso più un reato, a parte una condanna di 6 mesi per reati fiscali". "Sarebbe un sacrilegio rimandare Fabrizio in carcere", aveva detto l'avvocato Ivano Chiesa. 

Nella decisione dei giudici, secondo quanto filtrato, pesano le sue apparizioni non autorizzate in tv, alcune suoi "viaggi" non autorizzati e l'aver ospitato nella sua casa di Milano - dove stava scontando i domiciliari - più persone, tra cui alcuni pregiudicati.

Corona e il caso Genovese

Nell'ultimo periodo, oltre ai continui richiami dei magistrati ad attenersi alle regole, Corona era finito anche nel "mirino" della polizia per un suo coinvolgimento nel "caso Genovese", l'imprenditore digitale finito in cella con l'accusa di aver stuprato una 18enne durante una festa a Terrazza Sentimento e poi accusato di un'altra violenza su una ragazza. 

Due giovani che avevano deciso di denunciare pubblicamente Genovese in tv e sui giornali, infatti, sembra si fossero affidate proprio all'agenzia del 46enne prima di partecipare a un programma televisivo. Da lì, la polizia e il tribunale ordinario avevano segnalato al tribunale di sorveglianza il comportamento dell'ex agente fotografico. 

Le due presunte vittime di Genovese sono entrambe assistite da Ivano Chiesa, storico avvocato di Corona, che ci aveva tenuto a sottolineare come non ci fosse alcuna sua 'regia occulta' sulle due giovani. L'ex re dei paparazzi, aveva detto il suo legale, "lavora per Athena che fornisce contributi giornalistici, e quindi fa il suo mestiere".

Corona in carcere fino al 2024

Fabrizio Corona, dovrà quindi scontare in cella un residuo di pena che terminerebbe soltanto a settembre 2024.  Nel calcolo sono inclusi i nove mesi già scontati dall'ex fotografo in regime di affidamento terapeutico: il Tribunale di sorveglianza, lo scorso ottobre, ha infatti stabilito che devono essere nuovamente scontati a causa delle numerose violazioni delle regole previste dal regime speciale e sui quali si pronuncerà la Suprema Corte di Cassazione. 

Nel caso in cui i giudici dovessero cassare la decisione del Tribunale di Sorveglianza, Corona dovrà scontare una pena residua di un anno e nove mesi.

Già a febbraio del 2018 il magistrato di sorveglianza aveva concesso a Corona l'affidamento terapeutico per consentirgli di curare la sua dipendenza dalla cocaina, ma a marzo del 2019 lo stesso magistrato, Simone Luerti, aveva sospeso la misura, riaprendo all'ex agente le porte del carcere, per le ripetute violazioni delle prescrizioni. 

Tra gli episodi che erano stati allora contestati, anche il "blitz" al boschetto della droga di Rogoredo, con una telecamera, per realizzare un servizio televisivo per il programma di Massimo Giletti, nonostante avesse il divieto di frequentare tossicodipendenti.

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