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Sabato, 27 Aprile 2024
L'orrore dentro casa / Pordenone

"Ha ucciso di botte la moglie disabile nel suo letto": sotto accusa pensionato di 75 anni

La donna era stata trovata priva di vita, con evidenti segni di ematomi sul volto. L'autopsia sembra verificare l'ipotesi della Procura: sarebbe stata uccisa dal marito che ora è accusato di omicidio volontario

Avrebbe picchiato la moglie disabile nel suo letto fino a toglierle la vita. È la tremenda accusa che la procura di Pordenone ha mosso ai danni di Severino Sist. L'uomo, 75 anni, in carcere con un'ordinanza di custodia cautelare dalla scorsa estate, potrebbe essere ora quindi rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio. 

La difesa dell'uomo che non convince gli inquirenti: "Mia moglie caduta dal letto"

La moglie dell'uomo, Laura Pin, 74enne di Fiume Veneto, era stata trovata morta lo scorso 27 giugno nel letto in cui era costretta da tempo a causa delle gravi patologie di cui soffriva. L'uomo si era difeso dalle accuse di omicidio dichiarando che la compagna era morta cadendo dal letto sbattendo la testa. Una versione che non aveva da subito convinto gli inquirenti che, dopo aver rilevato segni di evidenti ematomi nel volto della donna, avevano ipotizzato le percosse dell'uomo. Supposizioni che sarebbero state confermate al termine dell'indagine preliminare: secondo le ricostruzioni degli inquirenti il marito avrebbe colpito la moglie a mani nude e con corpi contundenti fino a provocarne la morte.

Decisivo l'esame autoptico che ha evidenziato come le contusioni sul volto e i traumi delle percosse siano state le vere cause della morte della donna, riconducibile a una vasta emorragia cerebrale. Secondo la ricostruzione dei magistrati è improbabile che la donna si sia procurata i traumi cadendo dal letto. Ad aggravare la posizione dell'uomo c'è poi l'omissione: Sit avrebbe taciuto della morte della donna per oltre un giorno. Il cadavere della consorte sarebbe stato poi ritrovato dopo molte ore dal decesso dalle operatrici sociosanitarie che la assistevano. 

Cos'ha stabilito l'autopsia e i precedenti per maltrattamenti del marito della vittima 

A complicare la situazione processuale del marito della vittima c'è poi anche un vecchio procedimento giudiziario a suo carico. L'uomo era stato infatti già indagato per maltrattamenti ai danni della consorte nel 2018. Aveva quindi scelto il patteggiamento con sospensione della pena di 14 mesi di reclusione. Dopo diverso tempo la coppia era tornata insieme.

Il presunto omicida è un ex operaio e massaggiatore. Sarebbe appassionato di filosofie orientale, secondo quanto ricostruisce il Gazzettino, e seguace del guru indiano Sai Baba. La difesa aveva puntato sulla perizia psichiatrica per dimostrarne l'instabilità psicologica, ma l'uomo non si è reso disponibile a questa eventualità. Lo aspetta ora, molto probabilmente, dopo le indicazioni del Gip, un processo per omicidio volontario. 

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