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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Taranto

Rosario "contro la legge sulla transfobia": proteste fuori dalla chiesa, la sindaca difende i manifestanti

Il caso nel tarantino. I carabinieri sono intervenuti per identificare i manifestanti. La sindaca: "È una vergogna per Lizzano, paese democratico"

Proteste a Lizzano, nel tarantino, dove un parroco ha organizzato un rosario di preghiera "per bloccare l'ingiusto e perverso" disegno di legge contro l'omotransfobia e fuori dalla chiesa dove si stava svolgendo la preghiera diverse persone hanno manifestato contro l'iniziativa.

Sul posto sono arrivati i carabinieri, che hanno cercato di schedare i manifestanti, intervenuti con le bandiere arcobaleno, e la sindaca, Antonietta D'Oria, schierata a fianco di chi protestava contro la pregheria voluta dal parroco della chiesa di San Nicola. In un video diffuso sui social si vede D'Oria difendere il diritto dei cittadini di Lizzano di manifestare e invitare i carabinieri (chiamati dal parroco) a identificare anche chi in quel momento si trovava in chiesa, "perché è una vergogna per Lizzano, paese democratico", raccogliendo gli applausi degli astanti.  

L'annuncio del rosario era comparso su Facebook. I parrocchiani venivano convocati "per offrire al Signore il nostro contributo di intercessione per bloccare l'ingiusto e perverso disegno di legge Zan-Scalfarotto-Boldrini contro l'omotransfobia", proponendo "liberamente questo ulteriore momento di spiritualità per contrapporre a questa liberticida ideologia legistlativa la forza della nostra preghiera unitamente al quadro valoriale, che scaturisce dalla nostra antropologia cristiana!".

Tra i cittadini che hanno protestato con l'iniziativa del parroco anche Francesca Cavallo, attivista e autrice del libro "Storie della buonanotte per bambini ribelli". Cavallo ha condiviso su Facebook il video dell'arrivo dei carabinieri nel piazzale davanti alla chiesa per chiedere i documenti ai manifestanti.

La sindaca D'Oria è intervenuta poi con un post su Facebook, per ribadire la propria posizione: "Noi da questa iniziativa prendiamo fermamente le distanze". "Certo non sta a noi dire quello per cui si deve o non si deve pregare, ma anche in una visione estremamente laica quale è quella che connota la attuale Amministrazione Comunale, la chiesa è madre e nessuna madre pregherebbe mai contro i propri figli", scrive D'Oria.

"A nostro modestissimo parere e con la più grande umiltà, ci pare che altre siano le minacce che incombono sulla famiglia per le quali, sì, sarebbe necessario chiedere l'intervento della Divina Misericordia. Perché non pregare contro i femminicidi, le violenze domestiche, le spose bambine? Perché non celebrare una messa in suffragio per le anime dei disperati che giacciono in fondo al Mediterraneo? Perché non pregare per le tante vittime innocenti di abusi? – scrive la sindaca su Facebook - Ecco, senza voler fare polemica, ma con il cuore gonfio di tristezza, tanti altri sono i motivi per cui raccogliere una comunità in preghiera. Certo non contro chi non ha peccato alcuno se non quello di avere il coraggio di amare. E chi ama non commette mai peccato, perché l'amore, di qualunque colore sia, innalza sempre l'animo umano ed è una minaccia solo per chi questa cosa non la comprende".

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