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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il prezzo della crisi / 3

Voleva solo vendere la pizza: ha venduto la pizzeria

Ha scritto un libro, "Volevo solo vendere la pizza" in cui narra le disavventure di un piccolo imprenditore. Il caso di Luigi Furini, ex giornalista, schiacciato dagli adempimenti burocratici.

Voleva solo vendere pizza. Ma alla fine, sfiancato da due anni e mezzo di adempimenti burocratici, ha venduto la pizzeria a un cinese.

Protagonista di questa storia 'tutta italiana' è l'ormai ex giornalista pizzaiolo, Luigi Furini, pensionato a 58 anni per la crisi dell'editoria. Ci ha provato, Furini, ma si è arreso: "Io chiudo".

IL LIBRO. Autore di un libro con cui ha già fatto parlare di sè e che riassume le sue odissee con la burocrazia italiana, 'Volevo solo vendere la pizza. Le dissaventure di un piccolo imprenditore', Furini è stato invitato dai giovani imprenditori di Confcommercio a Venezia per testimoniare le difficoltà delle aziende che in Italia spendono 36 giorni lavorativi all'anno per i soli adempimenti fiscali.



Quando ha aperto ha dovuto fare un corso di primo soccorso: in attesa che arrivi l'ambulanza se un cliente si sente male, bisogna saper assisterlo. Ma tra le norme è previsto anche che il soccorso - racconta - sia effettuato con "un approccio rapido ma calmo e che sia fatta una valutazione rapida dell'infortunato. Poi si chiama l'ambulanza".



"DIRITTO DI SANZIONE". Il problema poi, lamenta Furini, è che in Italia tutti hanno "diritto di sanzione, dai vigili, agli ispettori", un paradosso che può anche essere motivo di corruzione. Ad esempio durante un'ispezione della Asl gli è stato chiesto come puliva i pavimenti: sono stati trovati nel locale, un litro di liquido sgrassante, un litro di ammoniaca e un litro di detersivo per pavimenti.

Il locale è stato definito, per questo, a rischio chimico e Furini ha dovuto dotarsi di Dpi, dispositivi di protezione individuali. Tradotto: semplici guanti di lattice.

IL PROBLEMA DEL BAGNO. Il giorno dell'inaugurazione poi Furini è stato costretto ad un rinvio a causa del bagno: una lettera della Asl gli diceva che non aveva indicato la potenza dell'aspiratore del bagno cieco.



LA RESA. Furini non ce l'ha fatta: tra documenti di valutazione del rischio per una pizzeria (che misurava 29 mq compreso il laboratorio), segnaletiche orizzontali e verticali, cassette di pronto soccorso che avrebbero dovuto contenere iodopovidone (acqua ossigenata), pur avendo un'attività che in due anni e mezzo ha reso, sfiancato dalla burocrazia, ha chiuso.

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