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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il caso / Caserta

Luigi Izzo, il barbiere ucciso davanti alla moglie: "Papà che hai combinato? Non era lui"

Alessandro e Roberto Moniello, padre e figlio accusati dell'omicidio del 38enne a Castel Volturno (Caserta), restano in carcere. Il tribunale del riesame di Napoli ha certificato la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza

Resteranno in carcere Alessandro Moniello, 49 anni, e Roberto Moniello di 27, padre e figlio accusati dell'omicidio del barbiere 38enne Luigi Izzo, avvenuto il 5 novembre scorso a Castel Volturno, in provincia di Caserta. Lo ha stabilito il tribunale del riesame di Napoli, che ha certificato la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza nei loro confronti, confermando l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere subito dopo il delitto e l'arresto dei due presunti responsabili da parte dei carabinieri. Nei prossimi giorni si verrà a conoscenza di una decisione del riesame forse più importante ai fini processuali: ovvero se i giudici partenopei hanno escluso, come richiesto dal legale dei due indagati, Giuseppe Guadagno, l'aggravante dei futili motivi contestata dalla procura, circostanza che in teoria può comportare pene carcerarie fino a 30 anni.

Nell'istanza avanzata al riesame, la difesa non ha chiesto infatti la scarcerazione, essendo il 47enne Alessandro Moniello reo confesso, mentre sul figlio Roberto, accusato di concorso nel delitto avendo accompagnato il padre da Izzo, sono in corso ulteriori e approfondite indagini della procura di Santa Maria Capua Vetere e dei carabinieri del reparto territoriale di Mondragone. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti sulla base delle testimonianze in particolare della moglie e delle suocera della vittima, presenti al momento del delitto, Luigi Izzo fu ucciso da Alessandro Moniello in seguito a una lite che aveva coinvolto il figlio Roberto, alla quale peraltro Izzo non aveva preso parte. Secondo quanto ricostruito finora, era stato Orlando Izzo (il fratello della vittima), infatti, ad aver litigato con Roberto Moniello. Nell'immediatezza dei fatti, alla vista del padre col sangue di Luigi Izzo tra le mani, Roberto Moniello disse al genitore: "Papà che hai combinato? È Luigi, non Orlando".

Il papà di quest'ultimo, però, sempre secondo le accuse prese il figlio dopo la lite e, armato di coltello da cucina, si recò in auto da Luigi Izzo, e dopo averlo trovato mentre scendeva dall'auto davanti casa, lo accoltellò più volte al petto, davanti alla moglie. Moniello ha confessato alcune ore dopo, e ha fatto anche ritrovare l'arma del delitto, che aveva gettato in un canalone. Benché ci sia stata la confessione dei due indagati, permangono ancora alcune zone d'ombra su questa assurda e triste vicenda.
 

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