rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Odio social contro Paolo, giovane malato di Sla: “Tanto muori come morirà mio padre”

C’è chi insulta e augura di morire al 21enne chef sardo, ammesso a una cura sperimentale in Israele. Lui si sfoga su Facebook dopo la denuncia del fratello: “Veramente merito tutto questo?”

“È inutile che ti dai da fare, tanto in Israele non ci arrivi" oppure "Tanto muori come morirà mio padre". Sono alcuni degli insulti comparsi sui social contro Paolo Palumbo, il 21enne chef sardo malato di Sla ammesso a una terapia sperimentale in Israele per sostenere la quale ha lanciato una campagna di crowdfunding per raccogliere la somma necessaria (si parla di quasi 900mila euro). Contro di lui si sono scatenati i “leoni da tastiera”, che hanno costretto il fratello di Paolo, Rosario, a scrivere un lungo post sulla pagina Facebook del ragazzo – con tanto di screenshot dei messaggi arrivati – per raccontare cosa sta succedendo.

Insulti social contro Paolo Palumbo: "Morirai come morirà mio padre"

“Abbiamo saputo che ci sono delle chat private in cui dei gruppi di persone si divertono ad insultare l’operato di Paolo e si mettono d’accordo per trovare il modo di demolire agli occhi degli altri ogni sua azione”, denuncia Rosario. “È giusto che questa gente sappia che ogni atto diffamatorio documentato avrà le conseguenze che merita, perché la legge è uguale per tutti e la cattiveria gratuita ai danni di un giovane nelle sue condizioni non può essere giustificata. Non pubblicheremo i loro nomi di costoro come invece stanno facendo loro con noi, sabotando una campagna di raccolta fondi che si è sempre basata sulla trasparenza e con un obiettivo nobile: sarebbe vergognoso”.

Paolo, ricorda Rosario,”si è sempre messo in prima linea per i diritti degli altri, ha cambiato le vite di centinaia di persone grazie al Tampone, al suo libro di ricette, alle sue iniziative a favore dei più deboli, ed il suo inserimento nel protocollo Brainstorm è dovuto ESCLUSIVAMENTE  ai canoni ristretti di accettazione da parte dell’ospedale di Gerusalemme che oltre allo stadio avanzato della malattia, hanno tenuto i considerazione l’età (peraltro senza concedere agevolazioni dal punto di vista economico)”. In più, scrive Rosario, “è grazie a lui se è attualmente in discussione l’attuazione del protocollo d’urgenza da parte del Ministero della salute per portare la terapia nel nostro paese in tempi brevi, non grazie a chi MILLANTA di parlare a destra e a manca senza concludere niente”.

Il dolore di Paolo: "Veramente mi merito tutto questo?"

Paolo, come si legge in un post successivo, ha provato a interloquire con qualcuno degli autori degli insulti. “L'altra sera dopo l'ennesimo attacco ho deciso di rispondere per cercare di arrivare a fare un ragionamento con una di queste persone, dopo aver letto i messaggi ho capito dalla sua ultima frase che era tempo sprecato e permettetemi di definirlo un insulto alla mia onestà intellettuale e un pugno verso i miei VALORI perché il messaggio finiva con testuali parole: Caro Paolo, ognuno vive il dolore a modo suo. Naturalmente questa conclusione dopo una lunga serie di diffamazioni, cattiverie e violazioni nei miei confronti. È corretto vivere il dolore ognuno a modo suo ma non significa che per avere meno dolore si debba creare dolore nella vita di chi oltretutto ne ha già abbastanza. Mi sorprende che a scrivere queste cose siano persone che hanno figli o che comunque hanno nipoti”.

Il giovane ha quindi deciso di allontanarsi per un po’ dai social, lasciando però un interrogativo a chi lo legge: “Veramente mi merito tutto questo?”

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Odio social contro Paolo, giovane malato di Sla: “Tanto muori come morirà mio padre”

Today è in caricamento