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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il caso / Chieti

Muore colpita da un sasso durante un'escursione: quattro condannati (tra cui l'ex sindaco)

Secondo l'accusa ci sarebbero state negligenze nel segnalare una situazione di pericolo. La difesa degli imputati ha già annunciato che verrà presentato ricorso

Si è chiuso con quattro condanne e un'assoluzione il processo per la morte di Sandra Zanchini, la turista 56enne di Ravenna colpita alla testa da un frammento di roccia lungo il sentiero per le Gole di Fara San Martino, comune in provincia di Chieti ai piedi della Majella. 

Era il 22 giugno 2019, la turista morì dieci giorni dopo, il 2 luglio, all'ospedale di Pescara a causa delle gravi lesioni riportate. La donna era arrivata in Abruzzo con altri escursionisti per visitare le famose gole, ma il gruppo aveva deciso di tornare indietro per via del maltempo. Poco dopo dei grossi frammenti di roccia staccatisi da una parete avevano colpito la 56enne, poi soccorsa con l'eliambulanza del 118. 

Sull'incidente era stata aperta subito un'inchiesta dalla procura competente. Martedì pomeriggio, nel processo di primo grado celebrato nel tribunale di Chieti, l'ex sindaco di Fara San Martino, Carlo De Vitis, è stato condannato a un anno e quattro mesi per omicidio colposo. Insieme a lui sono stati condannati l'allora responsabile dell'ufficio tecnico del Comune, l'ex legale rappresentante dell'ente Parco nazionale della Majella e il direttore facente funzione all'epoca dell'Ente parco. 

Secondo l’accusa "vi fu omissione nell’adozione di opportune cautele". In particolare, "all’ingresso e lungo il tragitto" del sentiero "di pertinenza del Comune e "cogestito con l’ente parco" non sarebbero stati posti "cartelli indicatori del pericolo di caduta massi e delle precauzioni da adottare". Tutto ciò, aveva spiegato il pm nella sua requisitoria, "nonostante il fatto che l’area e le stesse pareti sovrastanti il sentiero fossero state interessate anche in tempi recenti da smottamenti ed eventi gravitativi".

I quattro hanno avuto la sospensione della pena e la non menzione, subordinata al pagamento del risarcimento che sarà stabilito in separata sede. All'ex sindaco De Vitis, oggi consigliere di opposizione, l'Anci Abruzzo aveva espresso solidarietà in occasione del rinvio a giudizio. Nel processo è stato invece assolto dalle accuse, perché il fatto non costituisce reato, l'accompagnatore dell'escursione guidata.

La difesa dei quattro imputati ha preannunciato ricorso in appello non appena saranno rese note le motivazioni della sentenza. Soddisfazione per l'esito è stata espressa dalle parti civili, il vedovo Davide Baiocchi e gli altri familiari, rappresentati dall'avvocato Filippo Zamponi. "Il giudice ha colto nel segno - ha commentato il legale - quanto accaduto non poteva passare come una mera fatalità, a nostro avviso ci sono state gravi negligenze nel non segnalare una situazione di potenziale pericolo".

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