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Domenica, 28 Aprile 2024
Migranti

Migranti, in piazza dopo la strage: "Stop al genocidio"

Si sono trovati tutti in piazza Montecitorio per chiedere al governo una concreta presa di posizione. Sono coloro che quel mare lo hanno passato e sono sopravvissuti. Con loro chi vuole che le stragi si fermino subito

"Siamo gli ultimi 900 e veniamo a disturbare il vostro sonno". Una "minaccia" per piazza Montecitorio dove si sono radunate alcune centinaia di profughi, rifugiati, migranti e tutte le associazioni che hanno deciso di partecipare alla mobilitazione per "fermare la strage, subito!". In piazza anche tutti i sindacati confederali e le più grandi realtà del terzo settore: Arci, Acli, Amnesty international, Emercency, Libera, Legambiente, Medici senza frontiere e tante altre, più di cento.

Migranti, in piazza dopo la strage: "Stop al genocidio" | Foto di Selene Cilluffo

La strage avvenuta nel canale di Sicilia tra sabato 18 e domenica 19 maggio non ha solo riaperto il dibattito politico su come gestire l'emergenza degli sbarchi, ma ha scosso profondamente una parte della società civile che ha deciso di dire no alla strage nel Mediterraneo ma non solo questo: è necessario aprire il prima possibile un canale umanitario, unico e legale, che eviti che queste tragedie si ripetano. Poi ci vuole un sistema d'accoglienza adeguato, fuori dalle logiche della criminalità organizzata, lontano dagli scandali di Mafia Capitale.

Un folto gruppi di manifestanti, dopo gli interventi dal microfono, ha dato vita a un corteo che ha sfilato per le vie della Capitale, arrivando da Montecitorio a pizza Santi Apostoli. Una loro delegazione è stata poi ricevuta nella sede romana del Parlamento Europeo. Invece i rappresentanti delle associazioni hanno incontrato la presidente della Camera Laura Boldrini. In piazza c'è anche chi quell'inferno della traversata lo ha passato e ha deciso di raccontarlo.

GUARDA IL VIDEO: UN MIGRANTE RACCONTA LA SUA TRAVERSATA

"In quel mare sono affogati fratelli e sorelle: quei morti sono i nostri morti e vogliamo affermarlo pubblicamente. Non si può rimanere in silenzio, mentre alcuni gioiscono per una simile tragedia e lo affermano senza alcuna vergogna" scrivono gli organizzatori della protesta. Una reazione effettiva a quanto successo in questi giorni sui social network, popolati da utenti che alla notizia della strage non hanno avuto pietà e hanno gioito. Ma anche un modo per dire basta a un modello di accoglienza che "storicamente non ha mai funzionato" e che con l'emergenza umanitaria che Africa e Medio Oriente sta vivendo ha mostrato tutte le sue falle. C'è chi sulla pelle di chi è riuscito a salvarsi ha fatto affari criminosi (come scoperto grazie alle indagini di Mafia Capitale), chi ha strumentalizzato le mancanze per proporre di chiudere le frontiere e lasciare i disperati al proprio destino. 

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"Va riconosciuto il punto di vista di chi ogni giorno lavora, dal basso, per colmare imperdonabili vuoti istituzionali. Queste morti non possono essere inutili! Né dimenticate" ribadiscono dalla piazza. Chi è andato a Montecitorio ha le idee chiare: è arrivato il momento di voltare pagina, non c'è più tempo: "I migranti non sono un problema di ordine ma sono un fenomeno politico, economico e sociale che come tale ha bisogno di politiche di inclusione vere e programmate" spiegano gli attivisti. 

ACCOGLIENZA DISASTROSA -  Non si tratta solo del viaggio, ma anche dell'arrivo: le politiche di accoglienza finora sono state disastrose e hanno soltanto offerto "la sponda al profitto di Mafia Capitale e di tutto ciò che gli assomiglia. Ancora una volta è il momento di "restare umani", si legge sugli striscioni. Per i manifestanti la responsabilità è delle scelte politiche e dei governi che le hanno appoggiate, primo fra tutti quello italiano: "l governo italiano assuma le sue responsabilità e riattivi subito un programma di ricerca e salvataggio. Chieda contemporaneamente all'Unione Europea  di farsi carico di un programma di ricerca e salvataggio europeo". 

C'è poi l'ultima questione, che non riguarda soltanto la libertà di movimento dei profughi, ma anche il modo in cui l'accoglienza viene gestita a livello europeo. Dalla piazza chiedono la sospensione del regolamento di Dublino, una convenzione europea che non consente a chi si salva dalle stragi del mare di scegliere il paese dove farsi accogliere e lo vincola a quello in cui approda. In questo modo l'Italia e i paesi del Mediterraneo europeo dovranno sobbarcarsi l'accoglienza di tutti i profughi. Senza la legge invece, ci sarebbe la possibilità di una buona distribuzione dell'emergenza in tutta l'Europa, un sistema d'accoglienza davvero basato sulla cooperazione: "Questi morti non consentono più rinvii, basta con le parole che non si traducono in azioni concrete e immediate. Erano persone in carne e ossa. E invece sembrano fantasmi". 

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