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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il sisma / Napoli

Forte terremoto a Napoli: sciame sismico ai Campi Flegrei

La magnitudo preliminare del sisma è stata stimata in 3.8: la più forte dalla crisi sismica degli anni '80

Un forte scossa di terremoto è stata avvertita a Napoli intorno alle 19:45: il sisma di magnitudo 3.8 è avvenuto tra Pozzuoli e Bagnoli, all'interno della caldera dei CampiFlegrei. Segnalazioni a Chiaia, Vomero, Fuorigrotta, Bagnoli e nella zona collinare. A precederla un forte boato.  

Terremoto a Napoli, il suolo è più alto di un metro: cosa succede ai Campi Flegrei

Un terremoto di questa magnitudo viene generalmente considerato un sisma lieve ma di solito i terremoti che avvengono nell'Area Flegrea hanno un ipocentro superficiale e questo ne acuisce gli effetti. La scossa è stata nettamente avvertita anche a Napoli e risulta essere la più forte dalla crisi sismica degli anni 80'. Dalle prime verifiche però non sono stati fortunatamente segnalati a persone o cose, fa sapere la Protezione Civile. 

Da millenni la caldera dei Campi Flegrei è sede di intensa attività vulcanica. La vitalità di quest’area irrequieta è manifestata anche dal rilascio concentrato di gas lungo delle sorte di camini che producono le fumarole, e dal bradisismo, cioè il lento sollevamento o abbassamento del suolo, fenomeno quest’ultimo accompagnato anche da attività sismica. Dal 2005 a oggi è di nuovo in atto un lento sollevamento del suolo che a luglio 2023 ha raggiunto circa 111 centimetri nell’area del Rione Terra.

Durante il mese di agosto 2023 nell'area dei Campi Flegrei sono stati registrati 118 terremoti con magnitudo 3, prevalentemente tra Pozzuoli, Agnano, l’area Solfatara-Pisciarelli, Bagnoli e il Golfo di Pozzuoli, con profondità concentrate nei primi 2 km e profondità massima di circa 4 km. Le reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo confermano un sollevamento centrato nell'area di Pozzuoli con una velocità massima di circa 15 millimetri al mese da gennaio 2023. I parametri geochimici confermano i trend pluriennali di riscaldamento e pressurizzazione del sistema idrotermale. Il flusso di CO2 dal suolo nell'area della Solfatara si conferma essere elevato di circa 4000 t/d, valori comparabili a quelli che si ritrovano nel plume di vulcani attivi a degassamento persistente.

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