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Martedì, 30 Aprile 2024
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Timbrava in mutande, vigile ottiene risarcimento di oltre 200mila euro: "Non è assenteismo"

Il comune di Sanremo dovrà risarcire con 227.443,36 euro l'ex agente della polizia municipale Alberto Muraglia che venne licenziato a margine dell'operazione "Stachanov" della guardia di finanza, nel 2015, per truffa ai danni dello Stato in merito al presunto assenteismo dei dipendenti comunali

Quell'istantanea catturata da una delle telecamere nascoste era diventata quasi iconica. Il comune di Sanremo dovrà risarcire con 227.443,36 euro l'ex agente della polizia municipale Alberto Muraglia che venne licenziato dopo l'operazione "Stachanov" della guardia di finanza, nel 2015, per truffa ai danni dello Stato in merito al presunto assenteismo dei dipendenti comunali e all'irregolare timbratura del cartellino.

Dopo la revoca del licenziamento in corte di appello, il comune è stato condannato a reintegrare il vigile sul posto di lavoro ma non solo: deve anche risarcirgli i danni. Muraglia finì al centro delle cronache come il 'vigile in mutande' dopo essere stato immortalato in una foto in cui timbrava il cartellino per andare al lavoro senza pantaloni perché, secondo l'accusa, sarebbe poi tornato a casa a dormire invece di prendere servizio.

Nel corso del processo il suo legale, l'avvocato Alessandro Moroni, dimostrò invece che Muraglia in realtà iniziava a lavorare addirittura in anticipo. Nominato custode del mercato ortofrutticolo di Sanremo, Moroni si svegliava tutte le mattine alle 5.30 per aprire i cancelli del mercato e controllare che gli spazi fossero vuoti per i banchi degli ambulanti, poi andava a prendere servizio alle 6 in qualità di vigile urbano. Il compito di custode lo svolgeva in cambio dell'alloggio a titolo gratuito nello stabile del mercato, senza alcuna remunerazione in denaro.

Poco dopo i fatti, Muraglia si giustificò spiegando di essere finito in un meccanismo più grande di lui. "In tutta la mia carriera sono stato costretto a timbrare in slip in sei occasioni", spiegava il vigile; si trattava sempre di "festivi, quando il mercato comunale è chiuso". Secondo lui il motivo è in realtà semplice: "Il mio alloggio, dove vivo con la mia famiglia, il mio ufficio e la timbratrice sono nello stesso edificio". Nelle occasioni contestate peraltro il badge andava timbrato in fretta perché "c'era la necessità di stringere i tempi per la rimozione di veicoli che ostacolavano il posizionamento dei banchi del mercato" e in un caso, quando" si correva la Milano-Sanremo, timbrò il cartellino svestito "per non attraversare casa bagnato fradicio".

Per risarcire Muraglia il comune, che nel frattempo ha presentato ricorso in Cassazione, ha dovuto riconoscere un debito fuori bilancio, la cui approvazione è stata demandata al consiglio comunale, che si riunirà venerdì prossimo.

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