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Sabato, 27 Aprile 2024
Diretta

L'Iran accusa gli Usa: "Cercano tregua a Gaza ma armano Israele"

Lo scenario mediorientale è sempre più caldo: la guerra portata da Israele a Gaza ha innescato altri conflitti regionali

Sono almeno 34 le persone rimaste uccise nei raid americani in Siria e Iraq contro postazioni delle milizie filoiraniane in rappresaglia dopo l'uccisione di tre militari statunitensi in una base Usa al confine tra Giordania e Siria. La Casa Bianca ha fatto comunque sapere che "non vuole la guerra con l'Iran" e che non attaccherà obiettivi all'interno dei confini di Teheran. Bombardati anche obiettivi militari dei ribelli Houthi che dallo Yemen prendono di mira le navi commerciali nel Mar Rosso.

In Iran sono esplosi diversi gasdotti

Esplosioni hanno colpito nella mattina di mercoledì 14 febbraio diversi gasdotti nel sud-ovest dell'Iran. Il direttore del Gas Strategic Center, Saeed Aghli, parla di presunti atti terroristici condotti da sabotatori condotti alle 00:31 nei gasdotti vicino a Boroujen nella provincia di Chaharmahal e Bakhtiari, e anche a Safashahr nella provincia di Fars.

Il responsabile delle operazioni di dispacciamento della NIGC ha dichiarato che non sono state segnalate vittime a seguito dell'attacco e che i tecnici sono riusciti a mantenere stabile la rete nazionale del gas e a continuare la trasmissione a tutte le città e i villaggi delle due province.

L'Iran accusa gli Usa: "Cercano tregua a Gaza ma armano Israele"

"Gli Stati Uniti non hanno l'onestà di aiutare a trovare una soluzione politica che metta fine alla guerra a Gaza", ha dichiarato il ministro degli Esteri dell'Iran, Hossein Amirabdollahian, in occasione di un incontro in serata a Doha con il collega e primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al-Thani.
Quanto ai combattimenti a Rafah, "Washington afferma di non volere l'allargamento del conflitto di Gaza nella regione, mentre continua a fornire supporto militare al regime sionista, che viene usato per attaccare e uccidere la popolazione palestinese", ha detto Amirabdollahian, citato dall'agenzia Irna.

Missili Houthi colpiscono nave greca nel Mar Rosso

Una nave mercantile di proprietà greca è stata colpita dai ribelli Houthi mentre navigava nel Mar Rosso. Come spiegano le forze armate del Comando centrale (Centcom) degli Stati Uniti, due missili sono stati lanciati verso lo stretto di Bab el-Mandeb dalle aree dello Yemen sotto il controllo dei ribelli Houthi. Entrambi i missili erano diretti verso la MV Star Iris, una nave mercantile battente bandiera delle Isole Marshall che trasportava mais in Iran dal Brasile. Nessuno è rimasto ferito a bordo della nave, che ha ripreso la navigazione.

L'Iran ha lanciato un missile balistico a lungo raggio da una nave

Le Guardie Rivoluzionarie hanno lanciato per la prima volta un missile balistico a lungo raggio dalla loro nave da guerra, tra le preoccupazioni degli Stati Uniti e dei loro alleati per le attività missilistiche dell'Iran e il suo sostegno alle operazioni militari delle milizie regionali, chiamate gruppi di resistenza dall'Iran, in particolare nella guerra di Gaza. "Il successo del test ha dimostrato la potenza navale dell'Iran e il miglioramento delle sue capacità navali di colpire qualsiasi obiettivo in tutto il mondo", ha dichiarato il comandante delle Guardie rivoluzionarie Hossein Salami, citato da Mehr.

"Attacco di droni contro base Usa in Siria, ci sono vittime tra militari"

L’Osservatorio siriano per i diritti umani riporta vittime in un attacco di droni kamikaze da parte delle forze appoggiate dall'Iran contro una base statunitense all'interno del giacimento petrolifero di Al-Omar nella Siria orientale vicino a Deir-ez-Zor.

Le Forze Democratiche Siriane (SDF), una milizia alleata degli Stati Uniti nella Siria settentrionale e orientale, hanno dichiarato che almeno 6 dei loro combattenti sono stati uccisi e più di 20 feriti.

Usa colpiscono postazioni missilistiche da crociera degli Houthi nello Yemen

L'esercito degli Stati Uniti ha colpito postazioni missilistiche da crociera antinave e terrestri degli Houthi nello Yemen, ha dichiarato il Comando centrale degli Stati Uniti (CENTCOM), un giorno dopo gli attacchi congiunti tra Stati Uniti e Regno Unito contro il gruppo militante sostenuto dall'Iran. Le forze statunitensi, ha dichiarato il CENTCOM, hanno colpito un missile da crociera antinave preparato per essere lanciato contro navi nel Mar Rosso intorno alle 4 del mattino, ora dello Yemen, di domenica. Novanta minuti dopo, le forze USA hanno colpito un missile da crociera Houthi da attacco terrestre. Alle 10:30, ora dello Yemen, le forze statunitensi hanno preso di mira altri quattro missili da crociera antinave, affermando che rappresentavano una minaccia per le navi mercantili e le navi da guerra statunitensi nella regione.
 

Le forze armate Usa potrebbero essere costrette a lasciare l'Iraq

Il leader dei 300.000 combattenti delle Forze di mobilitazione popolari irachene afferma che gli Stati Uniti saranno puniti per i loro attacchi aerei sull'Iraq. Falih al-Fayyadh ha chiesto per la prima volta l'espulsione delle forze americane dall'Iraq dopo i raid aerei di sabato 3 febbraio 2024.

Le Unità di mobilitazione popolare - formate nel 2014 - sono costituite da diverse milizie, in particolare sciite,che risalgono a gruppi sciiti sponsorizzati dall'Iran che in precedenza combatterono un'insurrezione contro gli Stati Uniti e le forze della coalizione occidentale e contro gli insorti sunniti jihadisti e baathisti.

Ieri il primo ministro iracheno aveva chiesto tre giorni di lutto per le vittime degli attacchi aerei americani.

Pichetto Fratin: "Rischio aumento costi per crisi nel Mar Rosso"

"Se per arrivare da questa parte del Mediterraneo bisogna circumnavigare l'Africa, ciò determina un costo maggiore per gli operatori, che può ribaltarsi e creare effetti inflattivi" spiega il ministro dell' Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in un'intervista al Sole 24 Ore, in merito alla crisi con i ribelli Houthi nel Mar Rosso: "Siamo in grado di rifornirci di gas e petrolio senza passare dal Canale di Suez, ma non le nascondo una certa preoccupazione sul tema dei costi".

Nuova escalation nel Mar Rosso dopo i raid

Gli Houthi promettono di "rispondere all'escalation con l'escalation" dopo i raid aerei di Stati Uniti e Regno Unito che nella notte hanno colpito lo Yemen. Lo ha detto Nasr al-Din Amer, portavoce dei ribelli yemeniti. "O c'è pace per noi, Palestina e Gaza, o non c'è pace e non c'è sicurezza per voi nella nostra regione".

Chi sono gli Houthi e perché stanno mettendo a rischio il commercio mondiale

Il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, ha detto che gli attacchi contro gli Houthi in Yemen continueranno se i ribelli non cesseranno le loro azioni ostili. Il ministro della Difesa britannico Grant Shapps ha osservato che l'iniziativa militare angloamericana è "proporzionata e mirata contro obiettivi militari".

Nuovi raid aerei contro i ribelli Houthi

13 località legate all'Iran e agli Houthi sono state prese di mira nella notte nello Yemen occidentale da attacchi missilistici e aerei della Marina degli Stati Uniti e della Royal Air Force britannica. Tra gli obiettivi un impianto di deposito di armi sotterraneo, lanciatori di missili balistici antinave e da crociera, missili terrestri, lanciamissili d'attacco, installazioni radar e sistemi di difesa aerea.

"Questi attacchi di precisione hanno lo scopo di interrompere e degradare le capacità che gli Houthi utilizzano per minacciare il commercio globale e la vita di marinai innocenti" si legge in una dichiarazione congiunta di Australia, Bahrein, Danimarca, Canada, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti.

"Situazione esplosiva dopo raid Usa": i timori di una escalation

L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri dell'Unione europea, Josep Borrell, ha invitato tutte le parti a evitare un'ulteriore escalation in Medio Oriente dopo gli attacchi statunitensi contro gruppi legati all'Iran in Siria e Iraq. "Tutti dovrebbero cercare di evitare che la situazione diventi esplosiva", ha detto Borrell in un incontro dei ministri degli Esteri dell'Ue a Bruxelles. Il capo della diplomazia Ue ha ricordato non solo la guerra a Gaza, ma anche la violenza lungo il confine libanese, i bombardamenti in Iraq e Siria e gli attacchi alle navi nel Mar Rosso.

In Iraq almeno 16 morti dopo raid Usa: "Anche civili"

16 morti e 25 feriti, tra loro anche civili: questo il bilancio dei raid sferrati la notte scorsa dalle forze americane contro bersagli riconducibili alle milizie filoiraniane in Iraq. Ad annunciarlo è stato l'Ufficio del premier Mohammed Shia al-Sudani, in una dichiarazione in cui condanna gli attacchi come "una nuova aggressione contro la sovranità irachena" e nega che vi sia stato un coordinamento preventivo con Washington. La presenza della coalizione militare guidata dagli Stati Uniti nella regione "è diventata un motivo per minacciare la sicurezza e la stabilità in Iraq e una giustificazione per coinvolgere l'Iraq in conflitti regionali e internazionali".
Hamas rivendica attentato contro consolato Usa a Firenze

Hamas rivendica attentato contro consolato Usa a Firenze

Dopo il lancio di due bottiglie incendiarie contro la sede del consolato Usa a Firenze nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi questa notte i carabinieri del Ros e la Digos hanno perquisito un ragazzo di 21 anni nato in Italia da genitori palestinesi che sarebbe indagato nell'ambito dell'attentato.  

Sull'azione contro il consolato era arrivato anche a Firenzetoday la presunta rivendicazione diffusa tramite il canale telegram, 'The whole world is Hamas'.  Nel video di poco meno di due minuti si annuncerebbe una lista "dei primi 50 obiettivi sionisti in Italia da colpire". Il sedicente gruppo specifica di "Non essere Hamas" ma di essere "con Hamas" e annuncia che "per ognuna delle prossime 49 operazioni pubblicheremo un video dettagliato a riguardo, solamente dopo l’avvenimento".

"Nessuna delle 49 operazioni intitolate simbolicamente ‘morte ai sionisti’ prevede morti o feriti come obiettivo originario. Perciò, qualora ci fossero, non sarà stata una nostra scelta"

Il risultato dei raid Usa su Iraq e Siria

Nei raid Usa sono stati colpiti alcuni gruppi armati tra Siria e Iraq, ma anche basi dell'Esercito arabo siriano (tra Idlib e Aleppo).e delle Guardie della rivoluzione iraniane. Nei video rilasciati online dai testimoni oculari si vedono diverse esplosioni secondarie come risultato di raid contro depositi di munizioni nella città di Al-Qa'im, nell'Iraq occidentale al confine con la Siria.

zona raid usa iraq siriaSecondo quanto si apprende da fonti di Osint il quartier generale e la base operativa utilizzata dalla 13a brigata delle Forze di mobilitazione popolare (PMF) sostenute dall'Iran nella città di Akashat, nell'Iraq occidentale, sono stati completamente distrutti dagli attacchi aerei statunitensi.

Le forze armate siriane hanno riferito di danni anche alle basi dell'esercito di Damasco che combatte contro la recrudescenza degli attacchi delle milizie affiliate all'Isis (il disciolto califfato di ispirazione islamista sunnita).

Israele prevede di occupare anche Rafah

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha detto che l'esercito israeliano prevede di espandere il suo attacco di terra a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove circa 1,9 milioni dei 2,3 milioni di abitanti dell’enclave assediata sono stati costretti a cercare rifugio in mezzo ai pesanti bombardamenti.

A Rafah, vicino al confine con l’Egitto, quasi due milioni di persone alloggiano in edifici residenziali o dormono per strada senza servizi igienici e acqua pulita, ma anche senza coperte o indumenti adatti all'inverno. 

Così Gaza diventa il Vietnam di Israele 

Attaccata base Usa a Erbil in Iraq

I combattenti della Resistenza Islamica in Iraq hanno preso di mira la base aerea di al-Harir che ospita le forze americane a Erbil nel nord dell'Iraq. L’attacco sarebbe avvenuto poche ore dopo che gli Stati Uniti avevano effettuato attacchi aerei in Iraq e Siria contro obiettivi legati all'Iran.

Damasco ha chiesto agli Usa di lasciare la Siria

Dopo i raid aerei notturni su Siria e Iraq il governo siriano ha chiesto a Washington di ordinare il ritiro dei soldati statunitensi presenti nel territorio controllato da Damasco. Gli Stati Uniti hanno circa 900 soldati in Siria e 2.500 nel vicino Iraq come parte di una coalizione internazionale contro ISIS.

"L’occupazione di parti del territorio siriano da parte delle forze statunitensi non può continuare", spiega il ministero degli Esteri di Damasco affermando la "determinazione dell’esercito a liberare tutto il territorio siriano dal terrorismo e dall'occupazione che ha alimentato il conflitto in Medio Oriente in un modo molto pericoloso".

All'Italia il comando dell'operazione militare in Mar Rosso

L'Unione Europea ha chiesto all'Italia di prendere il comando dell'Operazione Aspides, l'assetto navale che partecipa nel Mar Rosso alle attività di protezione delle navi mercantili che attraversano il braccio di mare bersagliato dai ribelli yemeniti houthi sostenuti dall'Iran. Ad assistere le navi da guerra anche gli aerei dell'Aeronautica Militare italiana: nel Golfo di Aiden anche un Gulfstream Caew, un avanzatissimo velivolo di sorveglianza aerea con funzioni di comando e controllo comunicazioni. L'Italia è l'unico paese Nato a possederlo.

Iraq e Siria si aggiungono a Gaza e Yemen: i fronti del conflitto con l'Iran

Non solo attacchi statunitensi nella Siria orientale e in Iraq. Attacchi statunitensi hanno preso di mira una posizione dei ribelli Houthi (milizie ribelli radicali sostenute dall'Iran) nello Yemen nordoccidentale vicino alla città di Saada, in risposta al continuo bersagliamento delle navi che attraversano il Mar Rosso. Inoltre nella notte le forze di difesa israeliane hanno annunciato attacchi aerei contro basi operative di Hezbollah (milizie sciite libanesi sempre sostenute dall'Iran) vicino alla città di Blida, nel Libano meridionale, probabilmente in risposta a precedenti attacchi missilistici nel nord di Israele.

"Conseguenze imprevedibili dopo i raid Usa"

Le forze armate irachene hanno condannato gli attacchi aerei guidati dagli Stati Uniti stasera contro il Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC) e i gruppi sostenuti dall'Iran in Iraq e Siria, affermando che si trattava di una "violazione della sovranità irachena" e di una "minaccia che trascinerà l'Iraq e la Regione in conseguenze impreviste".

"I raid in Iraq e Siria sono solo l'inizio"

"I raid in Iraq e Siria sono solo l'inizio"

I raid aerei Usa in Iraq e Siria costituirebbero solo l'inizio della nuova iniziativa americana contro le milizie iraniane. Il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin ha detto: "Questo è l'inizio della nostra risposta". Il capo del Pentagono ha specificato che sono state colpite sette strutture e più di 85 obiettivi in ​​Iraq e Siria che le milizie filo iraniane usano attaccare le forze statunitensi. Ulteriori azioni "si svolgeranno nei tempi e nei luoghi di nostra scelta".

Gli Usa hanno utilizzato bombardieri strategici B1

Gli Usa hanno utilizzato bombardieri strategici B1

La Marina americana non sarebbe stata coinvolta negli attacchi aerei di stanotte in Iraq e Siria. Agli attacchi hanno partecipato due bombardieri strategici B1B che hanno volato senza fermarsi dagli Stati Uniti venendo riforniti di carburante in volo lungo il percorso.

Da giorni aerei da rifornimento "stratotanker" erano stati inviati nell'area mediorientale dopo essere stati spostati da altre basi in Usa e Europa. 

Sarebbero stati impiegati anche diversi aerei d'attacco A-10C Thunderbolt II "Warthog" di supporto aereo ravvicinato del 354esimo squadrone d'attacco della base aeronautica di Davis-Monthan a Tucson, in Arizona. Una forza di fuoco decisamente elevata per la rappresaglia.

Biden: "Non vogliamo allargare il conflitto"

Biden: "Non vogliamo allargare il conflitto"

Il presidente statunitense Joe Biden dopo i raid in Iraq e Siria ha spiegato che non è intenzione degli Usa di allargare il conflitto mediorientale che - oltre a Gaza - vede un altro fronte caldo nel Mar Rosso. "Domenica scorsa, tre soldati americani sono stati uccisi in Giordania da un drone lanciato da gruppi militanti sostenuti dal Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) dell'Iran. Su mia indicazione, le forze militari statunitensi hanno colpito obiettivi in ​​Iraq e Siria che l’IRGC e le milizie affiliate utilizzano per attaccare le forze statunitensi" ha spiegato Biden.

"La nostra risposta è iniziata oggi. Continuerà nei tempi e nei luoghi di nostra scelta".   

"Non cerchiamo il conflitto in Medio Oriente o in qualsiasi altra parte del mondo. Ma è un messaggio a tutti coloro che cercano di farci del male: risponderemo" conclude la nota del presidente statunitense.

Perché gli Usa colpiscono l'Iran bombardando l'Iraq

I raid aerei americani di oggi sono l'annunciata rappresaglia per la morte di tre soldati americani rimasti uccisi in un attacco di droni a una base Usa al confine tra Giordania e Siria. Si tratta di un attacco rivendicato da milizie sciite addestrate e armate dall'Iran, in risposta all'invasione di Gaza da parte di Israele. Dopo i raid di oggi il Generale Michael Erik Kurilla, comandante del CENTCOM americano, ha spiegato: "La Forza Quds del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) dell'Iran e i gruppi di milizie affiliati continuano a rappresentare una minaccia diretta alla stabilità dell'Iraq, della regione e alla sicurezza degli americani. Continueremo ad agire, a fare tutto il necessario per proteggere la nostra gente e a ritenere responsabili coloro che minacciano la loro sicurezza".

Raid Usa in Iraq e Siria: "Colpiti 85 obiettivi iraniani"

Alle 22 (ore italiane, le 3 del mattino in Iraq) del 2 febbraio, le forze del Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) hanno condotto attacchi aerei in Iraq e Siria contro la Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana (IRGC) e gruppi di milizie affiliate. Le forze militari statunitensi hanno colpito più di 85 obiettivi, con numerosi aerei tra cui bombardieri a lungo raggio volati dagli Stati Uniti. Gli attacchi aerei hanno impiegato più di 125 munizioni di precisione. Le strutture colpite includevano centri operativi di comando e controllo, centri di intelligence, razzi e missili, depositi di veicoli aerei senza pilota e strutture logistiche e di fornitura di munizioni di gruppi di milizie e dei loro sponsor dell'IRGC che hanno facilitato gli attacchi contro le forze statunitensi e della coalizione.

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