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Martedì, 30 Aprile 2024
Economia

Pensioni anticipate, taglio tra l'1 e il 3% con l'Ape

Matteo Renzi ospite di "Porta a Porta" ufficializza la forbice per la riduzione dei trattamenti previdenziali con il decollo dell’Ape (anticipo pensionistico) che renderà più flessibili le uscite verso la pensione degli “over 63”

"Il governo sta studiando un meccanismo per l'anticipo pensionistico, sta nella legge di stabilità del 2017, se lo possiamo fare prima lo facciamo. Siamo pronti a incontrare anche domattina i sindacati dei pensionati". Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ospite ieri sera a Porta a Porta

"Stiamo studiando: si chiama Ape, anticipo pensionistico". "In Italia - ha detto ancora - ci sono state vere vergogne, come le baby pensioni. Poi si è detto: bisogna andare in pensione più tardi, c'è stato uno scalino molto duro. Questo porta una fascia di persone in attesa di essere pensionati, quelli nati più o meno tra il '51 e il '56 a non poter andare in pensione. Magari molti sono giovani e dinamici, ma c'è anche gente a cui girano le scatole. Stiamo studiando un meccanismo sapendo che ci sono i vincoli di Bruxelles. Ma se tu hai, ad esempio, 63 anni e devi andare in pensione a 66 e sei disponibile a rinunciare a una piccola percentuale, dall'1 al 3%", sarà possibile.

Resta da capire se il governo interverrà sull’intero sistema pensionistico, come chiesto dal presidente dell’Inps Tito Boeri, o se ci sarà solo un "arrangiamento" delle norme attuali. Il sottosegretario di Palazzo Chigi, Tommaso Nannicini, starebbe lavorando ad un piano per garantire a chi è vicino alla pensione di uscire prima. Il meccanismo con cui il premier punta a rendere più flessibile il sistema pensioni si chiama Ape, che ha già simbolo e logo.

Sindacati in difesa di esodati e pensionati

"Ci sta lavorando Nannicini - ha detto Renzi - si potrà anticipare, con una decurtazione economica, l'ingresso in pensione solo per un certo periodo di tempo. Ci stiamo lavorando con i sindacati, i datori di lavoro, l'Unione europea. Il meccanismo va incontro a quelli nati nel 51-53", penalizzati dall'aumento dell'età delle pensioni. "Rispetto al passato, quando si andava in pensione a 39 anni, con 15 anni sei mesi e un giorno di contributi, l'età pensionabile oggi mi pare troppo alta - spiega ancora - ma rispetto all'aspettativa di vita no".
 

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