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Sabato, 27 Aprile 2024
Fact checking

È vero o no che Conte ha aumentato gli stipendi di 100 euro e Meloni solo di 10?

Il M5s critica il governo sul taglio del cuneo fiscale. Abbiamo provato a capire chi ha ragione (ma la risposta non è così netta)

Giuseppe Conte all'attacco di Giorgia Meloni sul taglio del cuneo fiscale. "Le chiacchiere stanno a zero" si legge in un post del Movimento 5 Stelle su facebook che punta il dito contro la manovra del nuovo esecutivo che, oltre a togliere il reddito di cittadinanza ai percettori "occupabili", avrebbe destinato troppe poche risorse per abbassare le imposte dei lavoratori dipendenti.

L'immagine a corredo del post ritrae Giorgia Meloni (rigorosamente in bianco e nero) e l'avvocato di Volturara Appula (ovviamente a colori): secondo la didascalia, il governo Conte avrebbe dato "fino a 100 euro" al mese ai lavoratori, mentre con il governo in carica l'aumento sarà "fino a 10 euro". È vero o no? Abbiamo provato a capirlo.

Cuneo fiscale, il post del M5s contro la manovra del governo Meloni

Gli aumenti in busta paga dal 2023 con la manovra del governo Meloni

Con la sforbiciata al cuneo fiscale che l'esecutivo si appresta a varare l'aumento netto rispetto al 2022 varia dai poco più di 6 euro per chi percepisce un reddito lordo di 10mila euro annui, ai circa 11 per i redditi di 20mila (qui le cifre nel dettaglio). Il tutto per effetto del taglio di un punto al cuneo per chi guadagna meno di 20mila euro annui. Per i redditi tra 20mila a 35mila euro invece gli stipendi non cambieranno. C'è però un aspetto che va considerato. Oltre allo sgravio contributivo di un punto di cui parlavamo sopra, il governo ha promesso anche di prorogare il taglio di due punti già varato lo scorso anno da Draghi per i redditi fino a 35mila euro e in scadenza a dicembre del 2022.

Per quanto auspicabile, non era scontato che all'interno della finanziaria trovasse posto il rinnovo di questa misura che al momento non è strutturale. Se consideriamo anche questi due punti, chi guadagna 20mila euro ne avrà all'incirca 33 in più al mese (rispetto però alla busta paga del 2021), mentre per le retribuzioni lorde di 35mila euro la riduzione del prelievo è di quasi 33 euro mensili (ancora una volta rispetto al 2021). Insomma, se per i redditi compresi tra 20mila euro e 35mila rispetto a quanto percepito nel 2022 non cambierà assolutamente nulla, è anche vero che senza un intervento del governo per questi lavoratori il cuneo fiscale sarebbe tornato ad aumentare e il loro stipendio sarebbe diminuito. 

Il bonus in busta paga del governo Conte

Veniamo dunque ai 100 euro in busta paga che secondo il M5s l'esecutivo guidato dal capo del M5s avrebbe dato ai lavoratori. È vero o no? Il decreto varato nel 2020 dal governo Conte II estendeva il bonus Renzi (in passato aspramente criticato dai pentastellati) anche ai redditi fino a 28mila euro, laddove il limite precedente era di 26.600; inoltre ne incrementava l'importo da 80 a 100 euro. Per i redditi superiori a 28mila euro era stata prevista una detrazione: il beneficio effettivo, pari a circa 100 euro per i redditi di 27-28mila euro, scendeva progressivamente fino ad arrivare a 80 euro per chi guadagnava 35mila fino ad azzerarsi a 40mila.

In altre parole chi era già percettore del bonus Renzi ci guadagnò appena 20 euro (240 euro annui), mentre i famosi 100 euro furono appannaggio di un numero limitato di lavoratori (sostanzialmente chi aveva un reddito di poco inferiore ai 30mila euro lordi). Quella del leader dei 5 Stelle fu un'operazione che premiò soprattutto i redditi medi con benefici comunque tangibili fino ai 35-36mila euro, ma deluse (e non poco) chi percepiva già il bonus Renzi che nei fatti si trovò solo con 20 euro in più in busta paga. In ogni caso solo una platea ristretta di lavoratori beneficiò dei 100 euro di aumento di cui parla il M5s, anche se per i redditi fino a 35mila il vantaggio effettivo fu comunque pari o superiore a 80 euro mensili.

A livello di risorse stanziate comunque non siamo molto distanti: il bonus di Conte costa circa 5 miliardi l'anno, mentre per il taglio del cuneo fiscale il governo in carica ha stanziato oltre 4 miliardi di euro.

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