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Sabato, 27 Aprile 2024
La corsa dei prezzi

Perché bar e ristoranti metteranno le bollette in vetrina

L'iniziativa è di Fipe-Confcommercio come risposta ai costi di gestione sempre più alti: "Si lavora con la pistola alla tempia. O si agisce sui listini o si sospende l'attività"

In vetrina non solo menù, prezzi, foto, segnalazioni da parte di guide ma anche bollette. E' l'iniziativa, nata da singoli commercianti, che adesso viene rilanciata a livello nazionale da Fipe (Federazione pubblici esercizi) Confcommercio per denunciare i costi di gestione sempre più alti per via dei rincari."Bollette in vetrina" vuol essere nelle intenzioni degli organizzatori "una grande operazione di trasparenza a livello nazionale per mostrare ai cittadini e agli avventori di bar e ristoranti in quale situazione drammatica le imprese sono costrette a operare. 

Non stupiamoci quindi se nei prossimi giorni vedremo le bollette esposte in bella vista. Le associazioni di settore parlano di costi "triplicati rispetto a un anno fa a causa dell’impennata dei prezzi del gas. Una situazione che sta costringendo gli esercenti a dover scegliere tra gli aumenti dei listini, finora assai modesti, e la sospensione dell’attività in attesa di un intervento risolutivo da parte del governo".

"Questa iniziativa – spiega Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe-Confcommercio – ha l’obiettivo di rendere trasparente cosa sta succedendo oggi a chi gestisce un bar o un ristorante anche nel tentativo di spiegare ai clienti perché stanno pagando il caffè un po’ di più con il rischio nei prossimi mesi di ulteriori aumenti. Con aumenti dei costi dell’energia del 300% si lavora una pistola puntata alla tempia. Se il Governo non interviene o si agisce sui listini o si sospende l’attività. Contiamo sulla sensibilità dei cittadini e dei clienti perché fare lo scaricabarile dei costi è proprio quello che non vorremmo fare".

"Per questo Fipe Confcommercio – aggiunge Cursano – ha chiesto al governo di potenziare immediatamente il credito di imposta anche per le  imprese non energivore e non gasivore, Un credito di imposta del 15% per l’energia elettrica non è assolutamente adeguato agli extra costi che le imprese stanno sostenendo ora. Occorre però fare presto, altrimenti si rischia di innescare una spirale inflazionistica destinata a gelare i consumi".

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