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Venerdì, 26 Aprile 2024
Le novità

Lo smart working prorogato fino al 30 giugno, a sorpresa: cosa cambia?

La possibilità di ricorrere al lavoro agile nel settore privato senza l'accordo individuale tra datore e lavoratore, e quindi ancora con un regime semplificato, è prolungata anche con la fine dello stato di emergenza. E intanto è stato trovato l'accordo su un disegno di legge che disciplina la materia: ecco le novità

Il consiglio dei ministri riunitosi giovedì 17 marzo ha approvato all'unanimità la road map per allentare le misure anti covid dal mese di aprile, dopo la fine dello stato di emergenza prevista per il 31 marzo. Le restrizioni, ha detto il premier Mario Draghi, verranno eliminate gradualmente. "Come avevo anticipato alla fine dello scorso anno, l'obiettivo del governo era il ritorno alla normalità, a riconquistare la nostra socialità. Credo che i provvedimenti approvati oggi riconoscano che questo è uno stato a cui siamo arrivati", ha detto il presidente del consiglio in conferenza stampa. Qui abbiamo parlato in maniera più estesa delle novità sul green pass, le quarantene e le mascherine, ma il nuovo decreto covid appena approvato dal governo contiene una "sorpresa" sul tema dello smart working: è stato prolungato anche oltre la fine dello stato di emergenza. Cosa significa? E cosa cambia per i lavoratori?

Lo smart working prorogato a sorpresa fino al 30 giugno 2022

La possibilità di ricorrere allo smart working nel settore privato senza l'accordo individuale tra datore e lavoratore, e quindi ancora con un regime semplificato, è prorogata al 30 giugno 2022, così come lo svolgimento del lavoro agile per i lavoratori fragili. In parole povere, la fine dello stato di emergenza covid dal 31 marzo non cambierà le regole vigenti sullo smart working. Parliamo di "sorpresa" perché sembrava sicura l'uscita dal regime semplificato emergenziale dopo il prossimo 31 marzo. E invece il governo ha spostato di tre mesi la data di cessazione di questo regime. In tal modo, la possibilità di utilizzare il lavoro agile secondo regole e percorsi molto semplificati - rispetto alla normativa ordinaria contenuta nella legge 81 del 2017 - continua ancora per qualche mese.

Contrariamente alle previsioni, dunque, il ritorno alla normalità slitta al 1° luglio. Fermo restando che aziende e lavoratori possono organizzarsi già da ora per superare la fase emergenziale del lavoro agile, andando gradualmente verso la gestione ordinaria, oppure optare per l'alternanza smart working-lavoro in presenza. In ogni caso, le regole da applicare fino al prossimo 30 giugno sono le seguenti:

  • come accade dall'inizio della pandemia covid, i datori di lavoro potranno disporre unilateralmente e con forme semplificate lo svolgimento dello smart working, senza necessità di firmare accordi scritti con ciascun lavoratore. Basterà una semplice email, mentre le comunicazioni amministrative al portale del ministero del lavoro sull'attivazione del lavoro agile potranno ancora essere fatte, come accade oggi, con modalità semplificate, senza necessità di allegare accordi;
  • le intese sindacali continueranno a non essere necessarie ma soltanto facoltative, e vincoleranno le aziende solo se queste applicheranno un contratto collettivo nazionale di lavoro o un accordo di secondo livello che disciplina il lavoro agile, come previsto dal protocollo firmato dal ministero del lavoro e le parti sociali lo scorso 7 dicembre.

Il nuovo disegno di legge sullo smart working

La commissione lavoro della Camera, intanto, ha trovato l'accordo su un disegno di legge sullo smart working (prima firmataria Maria Pallini, deputata del Movimento 5 stelle) che condensa una decina di proposte di legge arrivate da tutti i partiti. Il disegno di legge in questione definisce smart working solo quello in cui si lavora fuori dall'ufficio per almeno il 30% del tempo, e contiene novità sull'accordo individuale tra azienda e lavoratore per lavorare in smart working: il testo conferma l'obbligo di questo accordo, ma aggiunge che "certe questioni vanno per forza normate dalla contrattazione nazionale di categoria e/o da un accordo aziendale o territoriale".

In particolare, gli accordi collettivi dovrebbero stabilire eventuali agevolazioni sullo smart working per alcune categorie - genitori, caregiver, fragili -, oltre che il diritto alla disconnessione. Il disegno di legge, inoltre, demanda ai contratti l'equiparazione economica e normativa del "lavoratore agile" con il personale che lavora in presenza. E prevede alcuni incentivi alle aziende che faranno investimenti "in strumenti informatici di ultima generazione, destinati ad agevolare le attività in modalità agile". Per diventare legge e sostituire la normativa vigente (legge n. 81/2017), è necessario che questo disegno di legge venga approvato dal Parlamento entro la fine di questa legislatura. C'è meno di un anno di tempo, quindi.
 

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