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Lunedì, 29 Aprile 2024
Legge di bilancio 2024

Il Superbonus diventa una tassa: la mossa del governo

Nel testo della manovra 2024 spunta una nuova imposta sulla vendita delle case in cui si calcolano i lavori di ristrutturazione fatti con l'agevolazione. Tempismo notevole: proprio oggi 31 ottobre 2023 è l'ultimo giorno per richiedere le "vecchie" detrazioni

Dopo aver smantellato il Superbonus, il governo Meloni tassa chi ha usufruito dei bonus edilizi. Nel 2024 il celebre incentivo sarà diverso da come lo abbiamo conosciuto. Chi aspettava la proroga del 110 per cento è rimasto deluso, con tutti i problemi che ne derivano, mentre chi è riuscito a usufruire della misura anche nel 2023 si ritrova con una tassa potenziale in più da pagare. Il tempismo è notevole: proprio oggi 31 ottobre 2023, l'ultimo giorno utile per richiedere l'agevolazione al 110 o al 90 per cento, spunta il testo della manovra finanziaria del governo Meloni in cui c'è una norma che rende tassabile il Superbonus, aumentando le imposte sulla vendita di una casa precedentemente ristrutturata sfruttando le agevolazioni, con alcune eccezioni: vediamo come funziona.

La tassa sul Superbonus dal 2024: come funziona

Così, dopo aver smantellato il Superbonus il governo Meloni lo tassa. La detrazione per ristrutturare casa è passata dall'originario 110 per cento al 90 del 2023, percentuale che scenderà ulteriormente nel 2024, al 70 per cento. Ora, la celebre agevolazione per ristrutturare casa può essere tassata. L'imposta riguarderà la vendita di un immobile, nello specifico la plusvalenza sullo stesso.

Di norma, la legge sulle plusvalenze immobiliari - contenuta nel Testo unico delle imposte sui redditi -, in vigore oggi prevede che chi vende la propria casa debba pagare un'imposta del 26% sostitutiva dell'Irpef sulla plusvalenza realizzata, ossia sulla parte di guadagno rispetto al valore di acquisto. Si può essere esentati dall'imposta solo in tre casi:

  • Per immobili ereditati;
  • Se la vendita si concretizza almeno 5 anni dopo l'acquisto;
  • Se l'abitazione è stata l'abitazione principale di chi la vende "per la maggior parte del periodo intercorso" tra l'acquisto e la cessione;

In tutti gli altri casi si paga il 26% sul guadagno realizzato. Ora, con la manovra 2024 viene aggiunto il caso del Superbonus. L'articolo 18 della legge di bilancio, comma 2, lettera a, stabilisce che si "individua un'ipotesi di plusvalenza imponibile derivante dalle cessioni di immobili in relazione alle quali il cedente o gli altri aventi diritto abbiano eseguito gli interventi agevolati dal cd. Superbonus [...], ivi compresi quelli realizzati su singole unità immobiliari e sulle parti comuni degli edifici condominiali, la cui conclusione sia avvenuta da non più di 10 anni al momento della cessione".

Tradotto: se una casa viene rivenduta prima di dieci anni dalla fine dei lavori col Superbonus, la plusvalenza del 26% andrà calcolata tenendo conto anche del maggior valore dovuto ai lavori di ristrutturazione. Dall'imposta vengono escluse le prime case o gli immobili ereditati per successione. In più, il comma 3 prevede che "ai fini della determinazione della plusvalenza, non concorrono al computo dei costi inerenti al bene quelli relativi agli interventi che danno diritto
al Superbonus agevolati nella misura del 110 per cento per i quali il beneficiario abbia esercitato le opzioni di cessione del credito o sconto in fattura praticato dal fornitore". 

31 ottobre 2023: l'ultimo giorno del Superbonus

Oggi, martedì 31 ottobre 2023, è l'ultimo giorno per richiedere il Superbonus. Vanno infatti presentate le domande per accedere a una detrazione del 110% o del 90% delle spese sostenute per interventi di efficienza energetica o antisismici nei lavori di ristrutturazione. Si può beneficiare dell'incentivo sotto forma di detrazione in 4 anni. L'agevolazione era inizialmente riconosciuta al 110% della spesa sostenuta, successivamente è passata al 90% per gli interventi realizzati a partire dal 1° gennaio 2023. 

Un decreto del Ministero dell'Economia e delle finanze pubblicato in Gazzetta ufficiale a fine agosto ha fissato dei "paletti" per la misura smantellata dal governo Meloni per gli alti costi sulle finanze pubbliche. Primo, il bonus è riservato alle persone fisiche con reddito Isee inferiore a 15mila euro proprietarie dell'immobile o che abbiano un diritto reale di godimento. Secondo, l'agevolazione vale sulle spese sostenute dal primo gennaio 2023 al 31 ottobre 2023 per interventi di efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica per veicoli elettrici, nell'ambito del Superbonus, senza però superare il 10% delle spese complessive ammesse allo sconto.

Inoltre una terza restrizione stabilisce che la spesa detraibile al 90% fino agli importi massimi fissati per i diversi interventi, potrà essere oggetto del contributo fino a un massimo di 96mila euro. L'ammontare del contributo richiesto, quindi, sarà pari al 10% delle spese agevolabili sostenute dal richiedente fino a un massimo di 9.600 euro.

La misura del bonus riconosciuto sarà determinata in base al numero di domande presentate entro il 31 ottobre e la percentuale di ripartizione sarà comunicata dall'Agenzia delle Entrate entro il 30 novembre 2023. Il pagamento dei contributi verrà effettuato mediante accredito sul conto corrente che i beneficiari avranno indicato nell'istanza.

Per questa misura il governo ha stanziato 20 milioni di euro. E se i fondi non bastassero? In questo caso le alternative sono due: se le richieste supereranno l'importo disponibile il contributo verrà assegnato in percentuali ridotte, ma mai inferiori al 10%. Se le risorse non saranno sufficienti a coprire neanche il 10% delle richieste, i beneficiari lo riceveranno ugualmente in ordine cronologico. Infine, bisogna notare che in manovra è stata anche introdotta la verifica sulle rendite catastali: l'Agenzia delle Entrate verificherà se, dopo i lavori, è stata fatta la comunicazione ai fini del calcolo del nuovo estimo.

Nella nuova legge di bilancio ci sono altri dettagli decisamente passati in secondo piano ma non meno importanti. Eccoli qui in ordine nello speciale di Today.it sulla Manovra 2024.

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