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Lunedì, 29 Aprile 2024

La recensione

Marianna Ciarlante

Giornalista

La serie su Berlusconi va vista, al di là della politica

Silvio Berlusconi è stato un personaggio pubblico e politico molto divisivo. C'è chi l'ha odiato, chi l'ha amato, chi ha cambiato idea su di lui nel corso degli anni e chi non ha mai modificato il proprio pensiero sul Cavaliere. Una cosa, però, è certa, Berlusconi nel bene o nel male ha sempre fatto parlare di sé e continua a farlo ancora oggi, a quasi un anno dalla sua scomparsa avvenuta lo scorso 12 giugno del 2023, con l'uscita su Netflix di una docuserie dal titolo "Il giovane Berlusconi" scritta da Matteo Billi e Piergiorgio Curzi, diretta da Simone Manetti e prodotta da B&B Film.

Composta da tre episodi che ripercorrono i suoi successi imprenditoriali, i suoi fallimenti, la sua ascesa politica, la sua vocazione nel fare le cose in grande e quella vanità che l'ha sempre contraddistinto, Il giovane Berlusconi è un racconto diretto e controverso che riporta sul piccolo schermo tutto il bello e il brutto di un'Italia degli anni '70, '80 e '90 tra crisi politiche, scandali, l'invenzione della televisione commericale e tutto ciò che ha reso questi decenni cruciali.

Attraverso vecchie interviste, immagini di repertorio, filmati inediti e testimonianze di chi ha lavorato al fianco di Berlusconi così come di chi si è contrapposto alle sue idee, Il giovane Berlusconi è una docuserie che ci ricorda un pezzo di storia che non c'è più e che ci fa riflettere sulla società contemporanea, sul ruolo attuale della comunicazione, su quanto la televisione e i giornali possano indirizzare l'opinione pubblica e quanto le basi del mondo mediatico e politico con cui abbiamo a che fare oggi siano state poste proprio in quegli anni e spinte proprio da una figura come quella di Sivio Berlusconi. 

Una interessante lezione di imprenditoria e comunicazione

La sensazione che si ha guardando la docuserie Il giovane Berlusconi è quella di assistere a una lezione di imprenditoria e comunicazione. Dopotutto il successo del Cavaliere nei vari settori a cui si è avvicinato nella sua vita è sempre stato legato a questi suoi talenti. Che fosse il mondo immobiliare con cui ha iniziato la sua carriera o quello televisivo a cui si è avvicinato dopo o la politica, sua ultima vocazione, Berlusconi si è sempre mosso sfruttando le sue armi migliori, quelle di comunicatore, seduttore e soprattutto grandissimo venditore. "Io sono l'uomo del fare" dice il Cavaliere diverse volte nella serie distribuita da Netflix ma dietro quel "fare" si è sempre nascosta una strategia comunicativa molto forte e ben studiata che aveva un unico obiettivo: quello che nel mondo pubblicitario si chiama "teste" e nella vita comune, persone. Erano le persone quelle da conquistare, era la gente comune che Berlusconi voleva convincere. 

Il giovane Berlusconi è una docuserie fluida e piacevole anche se è sicuramente un racconto parziale della vita e carriera di Berlusconi. La serie, infatti, punta i riflettori solo sugli inizi della sua carriera imprenditoriale, televisiva e politica che è la parte meno conosciuta della sua storia e forse quella più interessante. La serie parte dai suoi suoi esordi come giovane imprenditore dall'occhio lungimirante, si sposta sulla sua ascesa nel mondo della tv commerciale, dà dimostrazione che le sue manie di grandezza lo hanno portato in alto quanto fatto crollare a terra e poi rialzare.

Bisognerebbe guardare Il giovane Berlusconi su Netflix al di là del proprio partito politico perché questa serie pur partendo dal volere raccontare l'uomo e l'imprenditore di Arcore finisce con il diventare uno spunto interessantissimo per ricordare un passato che non c'è più e riflettere sull'attualità e su molte delle sue contraddizioni comunicative, televisive e politiche. 

Voto: 6,4

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