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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Kasia Smutniak non ha dimenticato Pietro Taricone

A chi l'ha accusata di aver dimenticato Pietro Taricone subito dopo la sua morte, Kasia Smutniak risponde dalle pagine di Vanity Fair: "E' un flusso, non un lieto fine"

Bella, talmente bella che sembra essere disegnata. E fu proprio la sua bellezza a conquistare Pietro Taricone, che la corteggiò strenuamente, finché non le diede una bambina, che oggi porta il nome di Sophia. Tutti ricordano cosa accadde il 10 giugno del 2010, quando a Terni l'ex concorrente del primo Grande Fratello perse la vita a seguito di un incidente col paracadute. 

Furono giorni di sentito lutto, in molti espressero le loro condoglianze sebbene mai avessero seguito la carriera di Pietro, eppure quel suo modo di essere autentico e umile riusciva a trasmetterlo anche attraverso una semplice immagine. La sua risata, che è entrata nel cuore di tanti, non è più uscita dalla nostra memoria. Così come dal ricordo della stessa Kasia Smutniak.

In una lunga intervista a Vanity Fair la Smutniak si confessa, rivelando di aver sofferto morto quando, subito dopo la morte di Pietro, era stata accusata di averlo dimenticato, solo perché fotografata mentre accennava un sorriso. Domenico Procacci, produttore cinematrografico italiano, è il suo nuovo compagno, ma questo non significa che il ricordo di Pietro sia stato cancellato, tutt'altro:

"Non mi dispiace parlare di Domenico, mi dispiace che si facciano delle semplificazioni, che si tirino conclusioni, che si voglia vedere sempre e a tutti i costi l’happy end. Ci sono già passata. Di me, due mesi dopo la morte di Pietro, si diceva: “Adesso sta bene”, solo perché mi avevano fatto una foto in cui tiravo un sorriso. E poi la gente, che non ti conosce, giudica. Per tante persone che, quando Pietro è morto, mi hanno scritto lettere bellissime e piene d’amore, raccontandomi le loro sofferenze, condividendole con me, ce ne sono state anche altre che mi hanno avvicinato e detto cose brutte. Io devo proteggermi – me, Domenico, mia figlia, la famiglia di Pietro che è la mia famiglia – da queste persone che pensano che la vita sia qualcosa di non vero, un telefilm. Siccome mi vedono al cinema o sui giornali, forse pensano che io sia finta, che viva in un mondo magico in cui, se il cane fa la cacca per terra, io non pulisco.

Perché se invece sapessero che sono vera, nessuno potrebbe scrivere che io, a due mesi dalla morte del mio compagno, rido e sto bene. Non è così. Amare di nuovo, dopo Pietro, è un lavoro quotidiano. Tenere insieme il ricordo e l’amore di chi c’era con quello per chi c’è. Certi giorni viene meglio, certi giorni è più difficile. Rimane tutto del passato, ma la vita apre spiragli in cui le cose entrano e ti danno la forza di andare avanti. Non è un lavoro solo mio, ma anche di Domenico e di Sophie. È un grande sforzo che ha i suoi lati difficili e anche quelli belli, naturalmente. È un flusso, non un lieto fine".

Amare di nuovo non significa dimenticare.

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