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Martedì, 30 Aprile 2024
Campiello 23 / Venezia

Al Premio Campiello, l'emozione la fa da padrona

Vince Benedetta Tobagi con "La Resistenza delle donne" (Einaudi). Edith Bruck riceve il riconoscimento alla carriera

Tanta emozione. È quella che ciascuno dei cinque scrittori finalisti del Premio Campiello 2023 ha dichiarato di provare a poche ore dalla cerimonia di premiazione al Teatro La Fenice di Venezia. La tanto attesa 'vera da pozzo', simbolo della città lagunare, è stata vinta da Benedetta Tobagi per il romanzo La Resistenza delle donne edito da Einaudi.

"Siamo tutti tesissimi - ha detto Silvia Ballestra, in gara con La sibilla. Vita di Joyce Lusso, edito da Laterza -, finalmente siamo arrivati al 16 settembre". Nel suo romanzo racconta la storia "di una donna molto importante per la storia del nostro Paese, per i diritti degli oppressi". Una vita, quella di Lussu che l'ha portata a guadagnare "una medaglia al valor militare per la lotta al nazifascismo" e l'ha vista "continuare per tutta la vita a portare avanti i propri principi". Ballestra ha frequentato personalmente Joyce Lussu negli anni '90: "Per anni ho pensato che la sua vita fosse una sceneggiatura già scritta, però scrivendo il libro mi sono resa conto che c'è tutta una parte di pensiero e storia delle sue idee che in un film non avrebbe posto".

Marta Cai e il suo Centomilioni edito da Einaudi raccontano invece la storia di Teresa, 47enne che vive in una cittadina di provincia, figlia sempre sempre succube di una madre dispotica e vorace. "Nella sua vita non accade nulla di speciale - ha detto l'autrice - così come nella città in cui vive, ma in quell'ambiente così piatto, di pianura, serpeggiano piccole e grandi violenze e passioni che travolgono i personaggi, e assumono una funzione quasi euristica, che amplifica pregi e difetti". Nonostante la lunga carriera letteraria, non ha nascosto l'emozione nemmeno Tommaso Pincio, in finale con Diario di un'estate marziana, edito da Giulio Perrone. "Il mio è un libro sul tempo - ha ricordato -, sul tempo che è stato e su quello che stiamo vivendo. Su ciò che abbiamo perduto e ciò che abbiamo trovato". Nell'opera, Pincio passeggia per Roma come passeggiasse nel Novecento, il secolo che sta sempre finendo, il secolo che sta durando più di quanto s'era detto. Ennio Flaiano lo accompagna, a volte qualche passo avanti, a volte rimanendo bloccato negli infiniti cantieri.

Un libro nato "in modo strano, la cui narrazione è stata mossa da immagini". Benedetta Tobagi racconta così La resistenza delle donne edito da Einaudi. "Il mio è un saggio in forma di narrativa - ha spiegato -. Sono entrata in contatto con foto di donne che hanno fatto la Resistenza, e ho cercato di costruire un racconto che fosse corale, per dare luce alla immensa diversità delle protagoniste che hanno partecipato a questa esperienza, e che per la prima volta hanno sentito di poter dare qualcosa". In cerca di Pan di Filippo Tuena, edito da Nottetempo, è invece la narrazione particolare di una strana navigazione verso l'Oriente. "Il libro nasce dalla mia passione per archeologia e mito l'autore - ha raccontato -, e soprattutto per quella parte più strana, ostica e selvatica. È una crociera lungo i mari della Grecia, alla ricerca di Pan e Artemide, le due divinità più imprevedibili e, volendo, cattive.

Ospite in conferenza anche Edith Bruck, premiata in serata con il premio Campiello alla carriera. Affaticata per l'età, ma sempre lucida e pronta a girare l'Italia per raccontare la sua esperienza ai più giovani, si è detta felice del riconoscimento alla carriera, più importante "dei molti che ho ricevuto da quando ho cominciato a scrivere". Il primo libro pubblicato da una delle ultime testimoni attive della Shoah risale al 1959, e nei successivi sessant'anni sono circa una trentina i romanzi usciti in libreria, senza considerare raccolte di poesia e saggi.

Edith Bruck, una testimonianza sulla Shoah lunga 60 anni

Walter Veltroni, presidente della giuria dei letterati, ha ribadito la soddisfazione propria, e dei colleghi, per la cinquina di romanzi finalisti. Una rosa nella quale ha ammesso sarebbe entrato senza difficoltà Come d'aria, libro vincitore del Premio Strega, scritto da Ada D'Adamo, deceduta prematuramente a causa della malattia, ampiamente narrata nelle pagine del romanzo. Il regolamento non lo ha però consentito, poiché il giorno della definizione dei finalisti, la scrittrice era già scomparsa. I giurati hanno così pensato a una menzione speciale: "Il suo libro ha a che fare duramente con una realtà diffusa - ha sottolineato Veltroni - e una esistenza prima che questo lavoro fosse riconosciuto nella sua giusta misura".

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