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Martedì, 30 Aprile 2024
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Ritrovato il corpo di Alex Lowe in Himalaya, 16 anni dopo la valanga l'uccise

I resti di Lowe, considerato tra i migliori alpinisti di tempi, sono stato ritrovati sullo Shishapangma, a 8.027 metri d'altezza. Ritrovato anche il cadavere del suo amico e cameraman David Bridges travolto insieme a lui dalla valanga. La notizia è stata confermata dalla "Alex Lowe Charitable Foundation"

Sedici anni fa Alex Lowe, uno fra i più quotati alpinisti americani degli anni Novanta, veniva sepolto da una gigantesca valanga in Himalaya. Il suo corpo è stato ritrovato assieme a quello del suo amico e cameraman, David Bridges. Nell'ottobre del 1999 i due, 40 anni il primo e 29 anni il secondo, si trovavano in Tibet sullo Shishapangma (8.027 metri), il più basso fra i 14 Ottomila, per girare un documentario per Nbc Sports.

La "Alex Lowe Charitable Foundation" ha fatto sapere che i loro resti sono stati ritrovati la settimana scorsa da due alpinisti, lo svizzero Uli Steck e il tedesco David Goettler, che si trovano sulla stessa montagna per aprire una via nuova sulla parete Sud. Gli abiti addosso ai due corpi ritrovati sono stati descritti da Goettler a Conrad Anker, un altro membro della spedizione del 1999 sopravvissuto alla valanga, che li ha riconosciuti come quelli di Lowe e Bridges.

"I genitori di Alex sono lieti di sapere che i resti del figlio sono stati ritrovati e che io, Conrad e i ragazzi andremo in pellegrinaggio allo Shishapangma," ha detto Jenni Lowe-Anker, la vedova di Lowe che poi si è risposata con Anker: "E' tempo che Alex riposi in pace". Conrad Anker, che ha adottato i tre figli di Lowe, ha dichiarato: "Alex e David scomparvero, catturati dalle nevi. Sedici anni di vita sono stati vissuti nel frattempo e ora sono stati ritrovati. Siamo grati". Lowe, Anker e Bridges - ricorda Nbc News - volevano diventare i primi americani a scendere con gli sci dalla vetta dello Shishapangma, un'impresa da raccontare per la serie di documentari della NBC Sports "The North Face Expeditions", presentata da Sting.

Lowe, le cui capacità tecniche e fisiche gli erano valse il soprannome di "mutante" e quello di "polmone con le gambe", era stato indicato dalla rivista Outside, pochi mesi prima della sua morte, come il più forte alpinista vivente. Originario del Montana, aveva acquisito notorietà sulle mitiche pareti di granito di Yosemite per poi passare al ghiaccio e alle solitarie sulle pareti Nord di mezzo mondo, dalle Trango Tower al Cervino, all'Everest, oltre ad aver partecipato a diverse operazioni di soccorso. Riferendosi a lui, Conrad Anker aveva detto: "Siamo tutti a questo livello... e poi c'è Alex". 

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