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Sabato, 27 Aprile 2024
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Brexit, il progetto di legge alla Camera dei Lord: "È l'ultimo vero ostacolo"

Dopo che la Corte suprema ha obbligato la premier Theresa May a consultare il parlamento, Downing Street ha avviato una corsa contro il tempo per rispettare la sua promessa di avviare formalmente la Brexit entro fine marzo

Brexit, da oggi "si fa sul serio". Già approvato dai deputati britannici, il progetto di legge sulla Brexit da oggi è all'esame della Camera dei Lord di Westminster. Anche la camera alta del parlamento di Londra dovrebbe dare il suo via libera al testo, che contiene l'autorizzazione al governo ad avviare le procedure di uscita dalla Ue, ma potrebbe scompigliare la tabella di marcia. Dopo che la Corte suprema ha obbligato la premier Theresa May a consultare il parlamento, Downing Street ha avviato una corsa contro il tempo per rispettare la sua promessa di avviare formalmente la Brexit entro fine marzo.

Il primo ostacolo è stato superato senza problemi il 9 febbraio con il via libera della Camera dei Comuni con 494 voti a favore e 122 contro. Il testo arriva alla Camera dei Lord, dove il partito conservatore al governo è in minoranza, che lo dibatterà oggi e domani, poi altri due giorni la prossima settimane e infine in terza lettura il 7 marzo. Il governo spera che i Lord approvino il disegno di legge senza emendamenti, evitando un secondo passaggio ai Comuni. Questo permetterebbe a May di fare ricorso formale all'articolo 50 del Trattato di Lisbona, avviando la procedura di uscita dalla Ue forse già al vertice europeo in programma a Bruxelles il 9 e 10 marzo.

Ieri la ministra della giustizia Liz Truss ha invitato i Lord ha "riconoscere la volontà del popolo britannico" che il 23 giungo scorso ha votato al 52% per uscire dalla Ue. Ma il calendario "ideale" non sembra realistico. Se è inconcepibile che i Lord, non eletti, facciano deragliare la Brexit, è probabile che vogliano dire la loro emendando il testo. "In fin dei conti, la Camera dei Comuni deve prevalere perchè è eletta, ma spero che il lord non getteranno subito la spugna" ha detto l'ex ministro laburista Lord Peter Mandelson, convinto europeista.

Il governo ha già implicitamente preso atto della frenata e il ministro per la Brexit, David Davis, ha già detto che il vertice di Bruxelles è "troppo presto" per lanciare la procedura, confermando l'obiettivo di fine marzo.

Nella Camera dei Lord i conservatori hanno solo 252 seggi su 805 e i laburisti e i liberaldemocratici puntano sul sostegno di vari Tories per far passare i loro emendamenti. Sul tavolo è la sorte dei tre milioni di europei che vivono nel Regno Unito. Theresa May si rifiuta di garantire i loro dirtti ne nona vrà analoghe garanzie sui britannici che vivono in Ue. Un altro emendamento chiederà che sia scritto che il Parlamento possa davvero avere una voce sull'accordo finale con Bruxelles.

La Brexit spaventa la Ue

I Lord, nominati a vita dalla Regina, sanno di essere sotto tiro. Di recente fonti vicine al governo hanno ricordato che l'opinione pubblica si interroga sulla legittimità di un'assemblea non elettiva la cui età media sfiora i 70 anni. L'esecutivo ha pensato di riformare la Camera del Lord dopo che quest'ultima si è ribellata respingendo tagli della spesa pubblica in danno delle famiglie più povere. "I Lord farebbero meglio a pensare al loro futuro quando dibatteranno il progetto di legge sull'articolo 50" ha detto l'ex ministro Tory Dominic Raab, partigiano della Brexit.

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