Cile, proteste studentesche, 139 arresti

Sono 139 gli studenti cileni arrestati dalla polizia. Per la maggior parte si tratta di adolescenti, che stavano occupando tre scuole di Santiago.

“L'uso della forza è stato necessario per riportare lo stato di diritto” ha commentato il capo delle forze dell'ordine, Victor Tapia.

Andres Chadwick, portavoce del governo, ha fatto sapere che lo sgombero è stato ordinato dallo stesso Pablo Zalaquett, sindaco della capitale. “Condanniamo la violenza di un piccolo gruppo di studenti che hanno occupato le scuole, spesso indossando un passamontagna. Il loro unico scopo è quello di interrompere la vita normale” ha aggiunto Chadwick, come riferisce la Bbc.  

“A noi studenti non piace fare queste cose (occupare le scuole, ndr)” ha spiegato al Santiago Times Gabriel Boric, presidente della Fech (Federazione degli studenti dell'Università del Cile).

“Siamo però convinti che le nostre richieste siano giuste, ed è per questo che chiediamo all'opinione pubblica cilena di capirci e di appoggiarci”. “Sappiamo che la battaglia è lunga e che il prezzo è alto, ma pensiamo anche che, se non ci proviamo, i costi per il Cile saranno molto più alti”. 

La polizia ha usato cannoni ad acqua per scacciare gli studenti, che da alcuni giorni avevano occupato i licei Dario Salas, Miguel de Cervantes e Confederacion Suiza. Nonostante l'azione delle forze dell'ordine, alcune scuole sono tuttora sotto il controllo dei manifestanti. 

Gli studenti hanno iniziato a scendere in piazza nel 2011 per chiedere al governo un'istruzione gratutita e di alto livello per tutti. Ben presto il movimento si è traformato nella più grande protesta nata in Cile negli ultimi 20 anni.

Il sistema scolastico cileno, giudicato uno dei migliori dell'America Latina, è stato profondamente criticato dai manifestanti. I giovani della classe media hanno infatti accesso ad un'istruzione migliore, mentre i ragazzi provenienti da famiglie povere devono accontentarsi di scuole statali di basso livello.