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Lunedì, 29 Aprile 2024
EGITTO / Egitto

Piazza Tahrir si riempie di nuovo contro il presidente Morsi

Sempre più dura la protesta al Cairo contro il presidente Morsi

La polizia egiziana ha di nuovo sparato gas lacrimogeni a piazza Tahrir al Cairo, dove centinaia di manifestanti hanno trascorso la notte dopo una protesta di massa per denunciare l'allargamento dei poteri deciso dal presidente Mohamed Morsi. Gli scontri scoppiati sulle strade appena limitrofe a piazza Tahrir si sono estesi alla piazza principale, con i candelotti sparati tra la folla e i manifestanti che si sono dati alla fuga; nuvole di fumo hanno inoltre invaso le tende dove hanno passato la notte gli oppositori del presidente. Per gli Stati Uniti la situazione in Egitto "non è chiara". Il Dipartimento di stato americano "continua a consultare le differenti parti per comprendere come esse valutano la situazione", ha spiegato la portavoce Victoria Nuland.

Siamo al nono giorno di disordini, in quella che è nata come una protesta dopo il primo anniversario degli scontri mortali con la polizia nella stessa zona. E' stata la più dura mobilitazione contro il presidente dell'Egitto dalla sua elezione lo scorso giugno. Decine di migliaia di egiziani si sono radunate ieri a piazza Tahrir, al Cairo, per protestare contro la decisione di Mohamed Morsi di attribuirsi poteri eccezionali.

Diversi cortei hanno fatto "rotta" sulla celebre piazza nel centro della capitale egiziana per denunciare inoltre l'influente movimento dei Fratelli musulmani, di cui il presidente è espressione. Le manifestazioni anti-Morsi non si sono comunque limitate al Cairo, ma hanno interessato altre città in preda a una grave crisi dalla decisione del presidente di rafforzare i suoi poteri per promuovere, secondo il presidente, le riforme. I suoi detrattori hanno invece parlato di un "nuovo faraone" al timone del Paese africano.

Scontri al Cairo contro Morsi



"Vattene!", hanno gridato i manifestanti a piazza Tahrir, riprendendo l'ormai celebre slogan della rivoluzione che nel febbraio 2011 portò alla destituzione di Hosni Mubarak. Come ormai accade regolarmente da una settimana a questa parte, scontri sporadici hanno avuto luogo nella piazza, nei pressi dell'ambasciata degli Stati Uniti, tra giovani e polizia che ha risposto a una sassaiola sparando gas lacrimogeni. Alleanza popolare, un partito di sinistra, ha denunciato che un militante è morto per asfissia, versione confermata da fonti sanitarie: si tratterebbe del terza vittima provocata dai disordini degli ultimi giorni. Questi scontri sono stati denunciati da diversi manifestanti anti-Morsi a piazza Tahrir, desiderosi di mantenere un carattere pacifico alla loro manifestazioni.

Nel delta del Nilo (nord), a Mahalla, gli oppositori si sono impadroniti, secondo un responsabile dei servizi di sicurezza, della sede del Partito della Libertà e della Giustizia (Plj), di cui è espressione il presidente. La formazione politica, a sua volta legata ai Fratelli musulmani, ha parlato di ottanta feriti nelle sua fila dopo gli incidenti. Gli oppositori hanno inoltre "conquistato" i locali della confraternita a Mansoura (nord), oltre che ad Alessandria, seconda città del Paese.

Migliaia di persone hanno protestato contro il presidente di questa città del nord; a inizio serata, una contro-manifestazione di sostegno al presidente ha richiamato migliaia di persone. Un analogo corteo al Cairo era invece stato annullato nel timore di disortdini. Nella località balneare di Sharm el-Sheikh, sul Mar Rosso, oltre che a Tanta, Assiout, Sohag e Minya (centro), si sono verificate altre proteste contro il presidente. Dopo un incontro con i vertici giudiziari due giorni fa, Morsi ha mantenuto il controverso decreto che lo autorizza a prendere ogni misura giudicata necessaria per "proteggere la rivoluzione".

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