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Domenica, 28 Aprile 2024
Cosa succede / Moldavia

Elezioni presidenziali: la Russia apre sei seggi in Transnistria, alta tensione nell'enclave

Il ministro degli Esteri della Moldova, Mihai Popșoi, aveva definito "inaccettabile" l'apertura di seggi elettorali. Il clima è teso: lo scorso 28 febbraio il Congresso speciale dello Stato separatista ha chiesto ufficialmente la protezione di Mosca

Anche i cittadini della Transnistria, enclave separatista della Moldavia, potranno votare per le elezioni presidenziali che si terranno in Russia dal 15 al 17 marzo. Radio Liberty, agenzia di stampa della Transnistria, ha infatti reso noto che nell'enclave inclusa dentro i confini della Moldova (uno Stato di fatto indipendente e legato a doppio filo con Mosca, ma non riconosciuto a livello internazionale) saranno aperti sei seggi: tre nella "capitale" Tiraspol e altri tre a Bender, Rabnita e Grigoriopol.

Non si tratta di un fatto inedito. Come ricorda l'agenzia Adnkronos, già nelle precedenti elezioni presidenziali, nel 2018, i cittadini con passaporto russo avevano avuto a loro disposizione 24 seggi. E la stessa Moldova per l'imminente tornata elettorale ha autorizzato l'apertura di un seggio, presso la sede diplomatica russa di Chisinau.

Questa volta però il voto si inserisce un quadro molto più teso, sia per la guerra in Ucraina che per la situazione - sempre più conflittuale - che si registra nella regione autonoma. Prova ne è il fatto che lo stesso ministro degli Esteri della Moldova, Mihai Popșoi, abbia in passato definito "inaccettabile" l'apertura di seggi nell'enclave.

La Transnistria-2

Lo scorso 28 febbraio, la Transnistria ha poi chiesto la "protezione" della Russia, una mossa che ricorda le richieste di sostegno del Donbass prima dell'invasione dell'Ucraina e che fa temere per un possibile conflitto nella regione. A lanciare l'appello è stato il Congresso speciale della regione, un organismo politico convocato solo 7 volte finora dall'enclave, la prima per proclamare l'indipendenza nel 1992.

Cos'è la Transnistria Politicamente l'autoproclamata Repubblica Moldava della Transnistria (o Repubblica Moldava Pridnestroviana), è una piccola enclave separatista nata da un'insurrezione armata dopo che l'Onu, nel marzo del 1992, riconobbe l'indipendenza della Moldavia dall'ex blocco sovietico. Fu allora che si scatenarono feroci combattimenti, con i separatisti sostenuti da Mosca, che portarono allo scoppio di una guerra civile che causò fino a mille vittime prima di arrivare a un armistizio. Allo scopo dichiarato di garantire la fine delle ostilità, fu inviato un "contingente di pace" russo, che da allora non ha mail lasciato la regione. Al momento ci sono circa 2mila soldati di Mosca di stanza sul suolo di quello che è uno Stato indipendente de facto, una presenza che è contestata dalla Moldova, dalla Nato e dall'Ucraina.

Si voterà anche nei territori ucraini occupati dalla Russia

Oltre ai cittadini russi della Transnistria, al voto per eleggere il nuovo presidente russo parteciperanno anche i cittadini delle regioni ucraine occupate. I seggi dunque saranno aperti anche in Crimea - che Mosca ha annesso nel 2014 - e nelle quattro regioni del sud-est dell'Ucraina annesse dopo l'invasione del 2022: Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk e Luhansk, nonostante le forze russe non controllino completamente nessuna dei quattro oblast. Putin è ovviamente il favorito indiscusso e ci sono pochi dubbi sul fatto che sarà eletto di nuovo presidente. Sulla carta gli sfidanti non mancano: Nikolai Kharitonov del Partito Comunista, Leonid Slutsky del Partito Liberal Democratico nazionalista (di estrema destra) e di Vladislav Davankov del Partito del Nuovo Popolo (liberale). Nessuno di loro però rappresenta una vera minaccia per lo "zar". 

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