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Venerdì, 26 Aprile 2024
Guerra Russia-Ucraina / Romania

Il vecchio leghista rumeno al confine con l'Ucraina: "Salvini? Doveva dissociarsi da Putin"

Gheorghe Raica, ex consigliere comunale della Lega Nord ad Alessandria, è sul confine romeno ucraino di Sighetu Marmației e stigmatizza il comportamento del suo compagno di partito di un tempo

La figuraccia di Salvini? Non ho seguito bene la vicenda, ero già qui. Dovesse essere vero quello che mi racconta lei posso solo dire che il senatore doveva dissociarsi immediatamente. Se un tempo può essere stato plausibile avere dei rapporti con Putin, come hanno avuto in tanti, ora è necessario tenere le distanze con fermezza. Il leader russo è un criminale di guerra, che va processato dalla Corte penale internazionale de L’Aja”.

Carriera politica

A parlare è Gheorghe Raica, romeno classe 1974, da 20 anni in Italia. Lo incontriamo sul confine romeno ucraino di Sighetu Marmației, nord ovest della Romania. Con il “capitano” Raica condivideva un tempo l’appartenenza di partito. “Sono stato il primo consigliere comunale rumeno eletto in Italia nelle file della Lega Nord, ad Alessandria, nel 2007”. Nella città piemontese Gheorghe ci vive ancora, con la famiglia. Lì ha costruito il suo successo imprenditoriale come impresario funebre. L’amore per la politica, dopo l’abbandono del Carroccio, è proseguito. Raica esibisce con orgoglio il suo vecchio tesserino di rappresentante istituzionale. Ha finito nel Gruppo Misto, dopo un passaggio nel Popolo delle libertà. “Sono pure stato presidente supplente dell’assemblea”.

Italiani di Romania

Oltre a quella per la cosa pubblica è altrettanto forte la passione per la solidarietà, con la voglia di dare una mano al suo paese natale. “Sono orignario del Banato, una regione del sud, ai confini con la Serbia. Per questioni lavorative, però, ho storicamente rapporti con tutta l’Europa orientale (la sua attività si è specializzata nel rimpatriare le salme delle persone dell’Est defunte in Italia) e ho a cuore anche l’Ucraina. Grazie al serbo me la cavo con l’ucraino e sono stato da quelle parti tante volte”. Durante la nostra chiacchierata arrivano i primi gruppi di profughi della giornata. “Vede? Di fronte a donne e bambini in queste condizioni di difficoltà come si può restare indifferenti? Non sono ucraini o rumeni, sono persone”. Il nostro dialogare in italiano ad alta voce incuriosisce un poliziotto della frontiera. “Mi chiamo Luca, ho vissuto 11 anni a Tor Vergata”, spiega con un forte accento di Roma sud. “E’ il primo giorno di servizio in dogana per me. Avrei voluto fosse diverso”.

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