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Domenica, 28 Aprile 2024
L'analisi

Cosa pensano i palestinesi di Hamas

Secondo un recente sondaggio, nella Striscia di Gaza sei abitanti su dieci dicono di aver paura di parlare male del governo. Eppure il consenso di Hamas è tutt'altro che marginale

In questi giorni è stato spesso ripetuto (lo ha detto tra gli altri anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden) che Hamas non rappresenta il popolo palestinese e che anzi lo tiene in qualche modo in ostaggio all'interno della Striscia di Gaza dove i miliziani dettano legge facendosi scudo degli stessi civili. Certo è che quando Hamas è andata al potere godeva comunque di un ampio sostegno - specie a Gaza e dintorni - avendo ottenuto il 44% dei voti alle elezioni legislative del 2006. Dopo la guerra intestina con Fatah - l'altro grande partito che monopolizza la politica palestinese - i miliziani hanno preso definitivamente il potere nella Striscia e da allora governano senza passare per le urne, come del resto fa anche Fatah in Cisgiordania.

Chi vincerebbe oggi le elezioni in Palestina

Di fronte agli avvenimenti di questi giorni, la domanda da farsi è allora di quanta popolarità goda oggi Hamas tra gli abitanti della Palestina e cosa accadrebbe se ci fossero nuove elezioni all'interno dei territori. L'ultimo sondaggio del Palestinian Center for Policy and Survey Research (Pcpsr), istituto indipendente con sede a Ramallah, in Cisgiordania, è stato realizzato tra il 6 e 9 settembre 2023 (dunque prima dei fatti del 7 ottobre) e dipinge un quadro che non è affatto tutto bianco o tutto nero con il 36% dei potenziali elettori che voterebbe Fatah, il 34% Hamas e un altro 9% altri partiti minori (tra cui il principale è il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, di ispirazione marxista), mentre gli indecisi sono pari al 21%.

Come voterebbero i palestinesi alle elezioni parlamentari

Secondo questa rilevazione il 64% degli aventi diritto parteciperebbe al voto. Fatah dunque potrebbe spuntarla, ma sarebbero elezioni molto combattute. Se in Cisgiordania Fatah appare in netto vantaggio (con il 40% dei voti, contro il 34%), nella Striscia di Gaza la situazione si ribalta e Hamas è nettamente il primo partito con il 44% dei consensi. Insomma, Hamas è tutt'altro che un movimento marginale, sia all'interno della Striscia che nella West Bank. Tant'è che un sondaggio realizzato solo 4 mesi fa tra gli abitanti di tutti i territori palestinesi dava il gruppo al potere a Gaza sopra di un punto.E del resto è opinione piuttosto diffusa che le elezioni in Cisgiordania vengano impedite proprio per il timore che Hamas riesca a imporsi. 

Il sondaggio in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza

Il Palestinian Center for Policy and Survey Research ha provato a capire anche cosa potrebbe accadere se anziché elezioni parlamentari, venissero indette elezioni presidenziali con due candidati a contendersi la vittoria. Ebbene, se a sfidarsi fossero Haniyeh e Abu Mazen, rispettivamente leader di Hamas e di Fatah (nonché dell'Autorità nazionale palestinese), a uscirne vittorioso sarebbe proprio il primo con il 58% dei voti contro il 37% del rivale. In questo contesto a vincere sarebbe però soprattutto l'astensione: circa sei palestinesi su dieci infatti resterebbero a casa.

Il discorso cambierebbe se anziché Abu Mazen venisse candidato Marwan Barghouti, leader della seconda Intifada e in carcere in Israele da 21 anni. In questo caso la percentuale dei votanti salirebbe al 59% e Barghouti prevarrebbe nettamente sul capo di Hamas con il 60% dei consensi contro il 37%.

Come voterebbero i palestinesi in un ballottaggio con due candidati

La sfiducia verso le istituzioni e la paura degli abitanti della Striscia: 6 su 10 temono Hamas

Insomma, la probabile sconfitta di Abu Mazen contro Haniyeh sembra essere dovuta più che altro alla debolezza del primo piuttosto che alla popolarità del secondo (e di Hamas). Parimenti va detto che i palestinesi sembrano essere molto disillusi sui loro rappresentanti, di qualsiasi fazione siano: quasi 9 su 10 pensano che l'Autorità nazionale palestinese che governa in Cisgiordania non sia immune da episodi di corruzione e più di 6 su 10 che sia diventata un peso per gli stessi palestinesi. Quanto ad Hamas il 72% dei palestinesi ritengono che nell'organizzazione ci siano fenomeni di corruzione, mentre il 59% degli abitanti della Striscia sostiene che non sia possibile muovere critiche al gruppo che detiene il potere senza dover temere per sé stessi.

Aumentano i palestinesi che sostengono la lotta armata (e forse c'entra anche Netanyahu) 

Tra i palestinesi non c'è molta fiducia nella possibilità di trovare una via d'uscita che non preveda l'uso delle armi. Solo il 20% crede nei negoziati; un altro 24% ritiene che la strada migliore sia quella della rivolta non violenta, mentre la maggioranza, ovvero, il 53%, pensa che per porre fine all'occupazione israeliana e creare uno Stato indipendente sia necessaria la lotta armata. In un anno, cioè da quando si è insediato l'ultimo governo di Benjamin Netanyahu, questa percentuale è cresciuta di ben 12 punti e in Cisgiordania addirittura di 19: se a settembre del 2022 la maggior dei palestinesi che vivono in questi territori appoggiava una soluzione pacifica (il 56% del totale) negli ultimi 12 mesi la situazione è cambiata radicalmente e oggi il 54% degli abitanti della West Bank si dice favorevole all'uso delle armi. Un dato che gli israeliani dovrebbero tenere a mente. 

Sondaggio, in che modo porre fine all'occupazione israeliana e creare uno Stato palestinese

Hamas ha un seguito importante, ma solo il 29% ha "molta fiducia" nei miliziani al potere

Altre indicazioni importanti si possono trarre da un altro sondaggio condotto da Aarab Barometer in collaborazione con lo stesso Palestinian Center for Policy and Survey Research tra il 28 settembre e l'8 ottobre su un campione di 1.189 persone (790 in Cisgiordania e 399 a Gaza). Il 44% degli intervistati ha affermato di non avere alcuna fiducia in Hamas, il 23% ha espresso "poca fiducia" e solo il 29% ha risposto di avere "molta fiducia" nel governo. Va infine rimarcato che solo il 20% del campione si è detto favorevole a una soluzione militare che possa portare alla distruzione dello Stato di Israele. Quasi otto persone su 10 tra chi ha risposto così si è dichiarato anche sostenitore di Hamas.

Non va dimenticato comunque che molti palestinesi hanno un'opinione durissima del gruppo che governa Gaza: secondo un sondaggio dello scorso giugno un terzo di loro lo considera come lo "sviluppo" più dannoso per il loro popolo dalla creazione dello Stato di Israele. Ora resta da capire quanto gli attacchi del 7 ottobre e i raid israeliani sulla Striscia abbiano cambiato lo scenario. 

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