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Domenica, 28 Aprile 2024
Rischio escalation / Russia

Putin invia le truppe al confine con la Finlandia: "Pronti a usare armi nucleari"

L'avvertimento del presidente russo a pochi giorni dalle elezioni. Per gli Usa la minaccia è concreta

La Russia è pronta a usare armi nucleari se sarà minacciata la sua sovranità. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin, che ha anche annunciato l'invio di truppe al confine con la Finlandia, Paese da poco entrato nella Nato insieme alla Svezia. 

Durante un'intervista alla televisione Rossiya-1 e all'agenzia di stampa Ria, a pochi giorni dalla elezioni che con ogni probabilità lo riconfermeranno alla guida del Cremlino, Putin ha alzato il tono delle minacce all'Occidente. Alla domanda su quanto sia concreto il rischio di una guerra nucleare, il leader del Cremlino ha risposto mostrando i muscoli: "Da un punto di vista tecnico-militare, siamo, naturalmente, pronti", ha detto, aggiungendo che "le armi esistono per essere usate" e che la dottrina di Mosca prevede l'utilizzo di armi nucleari "quando l'esistenza stessa dello Stato è minacciata". Putin, come d'abitudine, lancia la pietra e poi nasconde la mano. E così, dopo la minaccia è arrivato il ramoscello di ulivo: "Abbiamo i nostri principi", ha detto, sostenendo che usare questo tipo di armi non rientra nei desideri del Cremlino: "Perché dobbiamo usare armi di distruzione di massa? Non c'è mai stata questa necessità".

Non c'è stata finora, ma potrebbe esserci nel caso in cui l'Occidente inviasse le sue truppe in Ucraina. Putin su questo torna a gonfiare il petto, sostenendo che l'eventuale presenza di contingenti militari della Nato al fianco delle truppe ucraine "non cambierà la situazione sul campo di battaglia, come non la cambia la fornitura di armi" a Kiev. Detto questo, il leader russo ha anche sottolineato come un coinvolgimento diretto degli eserciti degli Usa e dell'Europa sarebbe vista da Mosca come un'escalation. E ha annunciato l'invio di truppe al confine con la Finlandia.

Con Helsinki, ha spiegato Putin "avevamo rapporti ideali, perfetti: non avevamo truppe al confine perché le avevamo rimosse". Il loro ingresso nella Nato, ha aggiunto, "è un passo assolutamente privo di significato dal punto di vista della garanzia dei propri interessi nazionali. Spetta però a loro decidere. Questo è quello che hanno deciso. Ma non avevamo truppe lì (al confine con la Finlandia, ndr), e ora le avremo. Là non esistevano sistemi di distruzione, ma ora ci saranno".

Le parole di Putin "rompono con l’estrema cautela della leadership sovietica su tali osservazioni" e "hanno seminato preoccupazione a Washington", scrive l'agenzia stampa Reuters. Il presidente russo ha anche parlato delle prossime elezioni negli Stati Uniti, sostenendo che la Russia lavorerà "con qualsiasi leader al quale l'elettorato americano farà affidamento". Il capo del Cremlino ha anche rivelato che Donald Trump, da presidente, lo avrebbe rimproverato per aver "simpatizzato" con l'attuale presidente Joe Biden. "Nell'ultimo anno del suo lavoro come presidente, il signor Trump, oggi candidato presidenziale, mi ha rimproverato di simpatizzare con Biden. Mi ha chiesto in una delle conversazioni: vuoi che vinca 'Sleepy Joe'?", ha raccontato Putin. "E poi, con mia sorpresa, hanno iniziato a perseguitarlo perché lo avremmo sostenuto come candidato. Beh, è una sorta di completa assurdità", ha aggiunto.

Tornando all'Ucraina, il leader del Cremlino ha ribadito ancora una volta che "la Russia è pronta per i negoziati". Una dichiarazione alla quale Washington non crede. La Reuters ha riferito il mese scorso che la proposta di Putin di un cessate il fuoco in Ucraina per congelare la guerra è stata respinta dagli Stati Uniti dopo contatti tra intermediari.
 

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