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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Sanzioni Usa contro Mosca (ma anche Iran e Nord Corea), Putin espelle 755 diplomatici

Nonostante i tentativi di Trump di ristabilire buoni rapporti con Mosca, le nuove sanzioni alla Russia adottate da Washington allontaneranno i due Paesi. Putin in segno di protesta ha ordinato all'ambasciata americana di ridurre il personale confiscando anche due proprietà diplomatiche statunitensi

Gli Stati Uniti hanno espresso rammarico per l'espulsione di 755 diplomatici americani da Mosca, un passo che Washington ha definito anche "ingiustificato" e rispetto al quale sta valutando la risposta. 

"E' un atto riprovevole e ingiustificato. Stiamo valutando l'impatto di tale limitazione e come risponderemo". C'è costernazione al Dipartimento di Stato Americano dopo che il presidente russo, Vladimir Putin, ha annunciato domenica che 755 dipendenti dell'ambasciata e dei consolati americani in Russia - tra personale diplomatico e tecnico- dovranno cessare la propria attività a partire dal prossimo primo settembre.

La decisione russa di espellere lo staff diplomatico americano era nota da venerdì, ma Putin ha precisato i numeri. I tagli portano il numero dei funzionari americani a Mosca a 455, esattamente quanti russi lavorano a Washington.

Mosca confisca le proprietà diplomatiche Usa

Il ministero degli esteri russo ha annunciato anche da domani, primo agosto, l'ambasciata americana non potrà utilizzare alcune strutture nella capitale neéla dacia che possiede a Serebrianyi Bor, una zona residenziale alle porta di Mosca

Dal suo canto il presidente Usa, Donald Trump, firmerà le sanzioni alla Russia, per le sue ingerenze nelle elezioni presidenziali, mettendo fine alle speculazioni di un possibile veto alle nuove misure.  Il provvedimento inasprisce le sanzioni economiche anche nei confronti di Iran e Corea del Nord. Il Congresso aveva approvato le sanzioni con una maggioranza schiacciante.

In realta' lo spazio d'azione in questo campo era veramente poco e il dubbio riguardava soltanto il capitolo Mosca. Se avesse deciso di opporsi, il tycoon non avrebbe fatto altro che alimentare i sospetti di una possibile collusione con i funzionari del Cremlino. Inoltre, i numeri con il quale e' stato approvato il disegno di legge dicono che un eventuale veto sarebbe stato ribaltato poi dal Congresso. 

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